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Capitolo 29: Alma 30–31


Capitolo 29

Alma 30–31

Introduzione

I capitoli 30–31 di Alma identificano un popolo e delle idee che si oppongono a Gesù Cristo. Il presidente Ezra Taft Benson (1899–1994) disse:

“Il Libro di Mormon porta gli uomini a Cristo grazie a due mezzi fondamentali. Primo, parla chiaramente di Cristo e del Suo vangelo…

Secondo, il Libro di Mormon denuncia i nemici di Cristo. Confonde le false dottrine ed elimina ogni contesa. (Vedere 2 Nefi 3:12). Fortifica gli umili seguaci di Cristo contro i disegni malvagi, le strategie e le dottrine del diavolo ai nostri giorni. Gli apostati del Libro di Mormon hanno una natura simile agli apostati di oggi. Dio, nella Sua infinita prescienza, plasmò il Libro di Mormon in modo che noi potessimo vedere l’errore e sapessimo combattere i falsi concetti educativi, politici, religiosi e filosofici dei nostri tempi” (Conference Report, aprile 1975, 94–95; oppure La Stella, settembre 1975, 48).

Studiando in che modo Korihor riuscì a distruggere la fede dei Nefiti, riconoscerai meglio gli stessi ragionamenti distruttivi ai nostri giorni. Studiando la risposta di Alma a Korihor sarai meglio preparato a difendere te stesso e gli altri da coloro che vorrebbero distruggere la tua fede.

Commentario

Alma 30. I Korihor dei tempi moderni

  • L’anziano Gerald N. Lund, nel passato membro dei Settanta, spiegò che Korihor ha molti equivalenti moderni:

    “Oggi il mondo è permeato di filosofie simili a quelle insegnate da Korihor. Le leggiamo nei libri, le vediamo nei film e alla televisione, e le sentiamo nelle classi e talvolta anche nella Chiesa dei nostri giorni…

    Vediamo una chiara prova dell’ispirazione di Mormon nel darci un resoconto completo su Korihor e i suoi insegnamenti. Gli insegnamenti di Korihor sono vecchia dottrina, eppure contengono delle idee tanto moderne quanto le stampatrici ad alta velocità e le antenne paraboliche” (“Countering Korihor’s Philosophy”, Ensign, luglio 1992, 20).

Alma 30:6. Gli anticristo

  • La Guida alle Scritture dichiara che un anticristo è “qualsiasi persona o cosa che falsifica il piano di salvezza del vero Vangelo e che apertamente o subdolamente si oppone a Cristo… Il grande anticristo è Lucifero, ma egli ha molti aiutanti, sia esseri di spirito che esseri terreni” (“Anticristo”, 11).

    L’anziano Bruce R. McConkie (1915–1985), del Quorum dei Dodici Apostoli, insegnò inoltre: “Un anticristo è un avversario di Cristo; è antagonista del vero Vangelo, della vera Chiesa e del vero piano di salvezza (1 Giovanni 2:19; 4:4–6.) È colui che offre la salvezza agli uomini con delle modalità diverse da quelle stabilite da Cristo. Sherem (Giacobbe 7:1–23), Nehor (Alma 1:2–16), e Korihor (Alma 30:6–60) erano anticristo che diffondevano i loro inganni tra i Nefiti” (Mormon Doctrine, 2a ed. [1966], 39–40).

Alma 30:7, 11. “Nessuna legge contro il credo di un uomo”

  • Se non vi era “nessuna legge contro il credo di un uomo” alcuni potrebbero chiedersi perché Korihor fu arrestato. Re Mosia aveva emanato un proclama che dichiarava che era contro la legge nefita che un “miscredente perseguitasse alcuno di coloro che appartenevano alla Chiesa di Dio” (Mosia 27:2).

    Chiaramente, Korihor aveva il diritto di avere le sue credenze, ma quando cercò di distruggere la Chiesa di Dio, egli infranse il proclama di re Mosia. È interessante notare che anche se molti che vivevano a Zarahemla accolsero Korihor e i suoi insegnamenti, il popolo di Ammon, che aveva trascorso gran parte della vita a seguire degli insegnamenti simili a quelli di Korihor, “lo fece portare fuori del paese” (Alma 30:21; vedere anche versetti 18–20). Essi compresero il pericolo degli insegnamenti di Korihor.

Alma 30:12–18. Le strategie di Korihor

  • Uno studioso del Vangelo ha spiegato quanto le filosofie di Korihor si allineano a molte filosofie moderne: “Korihor insisteva su un approccio strettamente razionale e scientifico a tutti i problemi, considerando tutto il resto ‘l’effetto di una mente resa delirante’ (Alma 30:13–16); era pronto a battersi per la tirannia delle antiche tradizioni e superstizioni primitive, che inducevano il popolo a credere ‘in cose che non sono’ (Alma 30:16), pretendendo un’emancipazione dalle ‘insensate tradizioni dei loro padri’ (Alma 30:31). Egli richiedeva una nuova moralità con la caduta dei vecchi divieti (Alma 30:17–18, 25). Egli reclamava la liberazione economica dallo sfruttamento da parte dei sacerdoti (Alma 30:27), chiedendo che tutti fossero liberi di ‘far uso di ciò che è loro’ (Alma 30:28). Egli predicava un esatto naturalismo immediato, secondo cui ‘quando un uomo moriva, quella era la fine di tutto’ (Alma 30:18), e la sua conseguenza logica, che era un rigido materialismo: ‘Ogni uomo avrebbe trascorso questa vita secondo il suo modo di condursi’ (Alma 30:17). Da questo scaturiva una chiara filosofia di liberismo: ‘Perciò ogni uomo prosperava secondo le sue inclinazioni e ogni uomo conquistava secondo la sua forza’ misurando ciò che è giusto e ciò che è sbagliato solo secondo la regola naturale del successo e del fallimento: ‘E qualsiasi cosa un uomo facesse non era un crimine’ (Alma 30:17). Era la sopravvivenza più conveniente, applicata al comportamento umano, e la rimozione della vecchia morale e della moderazione dei sentimenti rappresentava una bella notizia per molte persone, ‘inducendoli ad alzare il capo nella loro malvagità, sì, inducendo molt[i]… a commettere atti di prostituzione’ (Alma 30:18). Insieme al suo modo di fare emancipato, Korihor coltivava uno zelo che lo rendeva pronto a combattere e l’intolleranza a qualsiasi opposizione, che è stata una caratteristica della sua scuola di pensiero in tempi moderni, chiamando qualsiasi opposizione ‘folle’ (Alma 30:13–14), ‘insensata’ (Alma 30:31), e l’effetto di una mente resa delirante (Alma 30:16). Se per Alma una società libera era una società in cui chiunque poteva pensare e dire ciò che desiderava (Alma 30:7–12), per Korihor l’unica società libera era quella in cui tutti la pensavano esattamente come lui (Alma 30:24)” (Hugh W. Nibley, Since Cumorah, 2a ed. [1988], 379–80).

Alma 30:15–16. Il falso insegnamento di Korihor

  • L’insegnamento di Korihor che “non potete sapere di cose che non vedete” è la filosofia che tutte le idee e la conoscenza derivano da ciò che può essere testato con l’esperienza e che possiamo conoscere solo le cose che proviamo con i nostri sensi: la vista, l’olfatto, il tatto, l’udito o il gusto. Poiché le esperienze spirituali che comportano rivelazione da Dio raramente passano attraverso il senso della vista, dell’olfatto, del tatto, dell’udito o del gusto, coloro che si attengono alla filosofia di Korihor le considerano insignificanti.

    Il presidente Boyd K. Packer, presidente del Quorum dei Dodici Apostoli, descrisse una sua esperienza che illustra il fatto che le questioni spirituali normalmente non coinvolgono i comuni cinque sensi:

    “Voglio raccontarvi un episodio della mia vita che mi ha colpito profondamente, accaduto prima che io diventassi un’Autorità generale. Ero in aereo seduto accanto a un ateo convinto che insisteva ad affermare la sua mancanza di fede in Dio con così tanto vigore che mi sentii spinto a condividere con lui la mia testimonianza. ‘Lei si sbaglia’, dissi. ‘C’è un Dio. Io so che Egli vive!’

    Quell’uomo contestò le mie parole: ‘Lei non sa. Nessuno lo sa! Lei non può saperlo!’ Quando non volli cedere, l’ateo, che di professione faceva l’avvocato, pose quella che forse è la domanda cruciale riguardo alla testimonianza: ‘Va bene’, mi disse in tono sarcastico e condiscendente, ‘lei dice di sapere. Mi dica allora come lo sa’.

    Tentai di dare una risposta ma, sebbene avessi più di una laurea, non ero in grado di comunicare.

    Qualche volta, nella vostra giovane età, voi giovani missionari vi troverete imbarazzati quando i cinici e gli scettici vi tratteranno con disprezzo perché non avete la risposta pronta a ogni domanda. Dinanzi a tale messa in ridicolo alcuni volgono le spalle pieni di vergogna. (Ricordate la verga di ferro, l’edificio spazioso e le folle dileggianti? Vedere 1 Nefi 8:28).

    Quando usai i termini Spirito e testimone, l’ateo replicò: ‘Non so di che cosa sta parlando’. Anche le parole preghiera, discernimento e fede non avevano alcun significato per lui. ‘Come vede’, disse, ‘lei in realtà non sa. Se sapesse, sarebbe capace di dirmi come lo sa’.

    Pensai che, forse, non avevo agito con molta saggezza quando gli avevo dato la mia testimonianza. Non sapevo cosa fare. In quel momento accadde qualcosa. La mia mente si illuminò. Desidero riportare una dichiarazione del profeta Joseph Smith: ‘Una persona può trarre vantaggio dall’osservare i primi accenni dello spirito di rivelazione. Per esempio, quando sentite l’intelligenza pura scorrere dentro di voi, essa può darvi idee improvvise… e così imparando a conoscere lo Spirito di Dio e a comprenderlo, potete riuscire a capire il principio della rivelazione, fino a diventare perfetti in Gesù Cristo’ (Teachings of the Prophet Joseph Smith, a cura di Joseph Fielding Smith, Salt Lake City: Deseret Book Co., 1977, 151).

    Mi venne alla mente questo pensiero e dissi all’ateo: ‘Mi permetta di chiederle se sa qual è il sapore del sale’.

    ‘Certo che lo so’, rispose.

    ‘Quand’è l’ultima volta che ha assaggiato del sale?’

    ‘Abbiamo appena cenato sull’aereo’.

    ‘Lei pensa di sapere qual è il sapore del sale’, dissi.

    Egli insistette: ‘So benissimo qual è il sapore del sale come so qualsiasi altra cosa’.

    ‘Se le offrissi una tazza di sale e una tazza di zucchero e gliele facessi assaggiare entrambe, saprebbe distinguere il sale dallo zucchero?’

    ‘Queste sono argomentazioni bambinesche’, fu la sua risposta. ‘Certo che saprei dire qual è la differenza. So benissimo qual è il sapore del sale. È un’esperienza quotidiana. Lo so come so qualsiasi altra cosa’.

    ‘Allora’, gli dissi, ‘presupponendo che io non abbia mai assaggiato il sale, mi spieghi esattamente di che cosa sa’.

    Dopo aver riflettuto un po’, mi disse: ‘Beh, io…, ecco non è né dolce né aspro’.

    ‘Lei mi ha detto di cosa non sa, non qual è il suo sapore’.

    Dopo alcuni tentativi naturalmente si accorse di non essere in grado di darmi una risposta. Con le sole parole non riusciva a trasmettere una conoscenza così elementare come quella del sapore del sale. Gli espressi di nuovo la mia testimonianza: ‘Io so che c’è un Dio. Lei ha messo in ridicolo la mia testimonianza e ha detto che se sapevo , sarei stato in grado di dirle esattamente come lo sapevo. Caro amico, spiritualmente parlando io ho assaggiato il sale. Non sono in grado di spiegarle a parole in che modo ho acquisito questa conoscenza così come lei non è grado di dirmi qual è il sapore del sale. Ma le dico di nuovo che c’è un Dio, e che Egli vive! E solo perché lei non lo sa, non cerchi di dirmi che anch’io non lo so, perché io lo so!’

    Mentre lasciavamo l’aereo lo sentii borbottare: ‘Io non ho bisogno della tua religione per andare avanti, non ne ho bisogno!’

    Da quel giorno non mi sono mai più sentito imbarazzato né mi sono mai vergognato di non riuscire a spiegare a parole tutto ciò che conosco spiritualmente” (vedere “La ricerca della conoscenza spirituale”, Liahona, gennaio 2007, 14–16).

Alma 30:17. Korihor insegnava che “qualsiasi cosa un uomo facesse” non era peccato

  • A dispetto di quello che credono alcune persone nel mondo, il Vangelo insegna che non esiste alcun tipo di sistema di valori relativo. Alcune culture sembrano consentire o persino incoraggiare questo approccio alla vita senza valori, incitando forme subdole di disonestà nel governo, negli affari e nelle relazioni personali. Il Libro di Mormon ci insegna tuttavia che c’è il bene e il male e ci dà la chiave con cui giudicare (vedere Moroni 7:16–17).

  • La filosofia di Korihor che una persona prospera “secondo le sue inclinazioni e ogni uomo [conquista] secondo la sua forza” preclude il bisogno di Dio nella nostra vita. La sua filosofia secondo cui “qualsiasi cosa un uomo facesse non era un crimine” avrebbe creato un sistema di valori relativo ed egocentrico per l’uomo.

  • L’anziano Neal A. Maxwell (1926–2004), del Quorum dei Dodici Apostoli, denunciò l’egoismo negli insegnamenti di Korihor:

    “Alcune persone egoiste ritengono che non vi sia nessuna legge divina e quindi nessuna possibilità di peccare (vedere 2 Nefi 2:13). Esse si creano un sistema etico su misura del loro egoismo. Quindi secondo il suo criterio, l’egoista può fare tutto ciò che gli è possibile con la sua forza e intelligenza al fine di raggiungere il successo, poiché non c’è nulla di sbagliato (vedere Alma 30:17).

    Non sorprendiamoci dunque se l’egoismo conduce a terribili errori di valutazione e di comportamento. Per esempio, Caino, corrotto dalla sete di potere, disse dopo aver ucciso Abele: ‘Sono libero’ (Mosè 5:33; vedere anche Mosè 6:15).

    Una delle peggiori conseguenze dell’egoismo nella sua forma più grave è perciò la perdita del senso delle proporzioni, cosa che induce a filtrare i moscerini pur ingoiando interi cammelli [vedere Matteo 23:24; vedere anche Joseph Smith Translation, Matthew 23:21, nota 24a]. Per esempio oggi vi sono coloro che filtrano i moscerini, ma accettano l’aborto praticato quando il feto è ormai sviluppato. Non stupiamoci perciò se l’egoismo fa sembrare una semplice minestra un luculliano banchetto e trenta pezzi d’argento un vero tesoro” (Conference Report, aprile 1999, 29; oppure La Stella, luglio 1999, 27).

Alma 30:20–23. Gli insegnamenti dei dirigenti ecclesiastici

  • Il sommo sacerdote Giddona affrontò Korihor e gli chiese perché parlasse contro i profeti e contro la realtà di Gesù Cristo. Korihor eluse la domanda e mise in scena un attacco verbale contro i credenti e i loro dirigenti. Egli cercò di fare sembrare sciocco per chiunque seguire i dirigenti della Chiesa. Il presidente Henry B. Eyring, della Prima Presidenza, ha insegnato il contrario:

    “Korihor asseriva, come uomini e donne hanno falsamente asserito sin dal principio del tempo, che accettare i consigli dei servi di Dio significa rinunciare al diritto di essere indipendenti datoci da Dio. Ma l’argomentazione è falsa perché travisa la realtà. Quando rifiutiamo i consigli che provengono da Dio non scegliamo di essere indipendenti dalle influenze esterne. Scegliamo un’altra influenza. Rifiutiamo la protezione del Padre nei cieli che ci ama in modo perfetto, che è onnipotente e onnisciente, il cui unico scopo, come quello del Suo Beneamato Figliolo, è quello di darci la vita eterna, di darci tutto quello che Egli possiede e di riportarci a casa con la nostra famiglia tra le braccia del Suo amore. Respingendo i Suoi consigli, scegliamo l’influenza di un altro potere, il cui scopo è quello di renderci infelici e la cui motivazione è l’odio. Per dono di Dio possediamo il libero arbitrio. Piuttosto che il diritto di scegliere di essere liberi da ogni influenza, esso è il diritto inalienabile di sottometterci a qualsivoglia di questi poteri scegliamo.

    Un altro errore è credere che la scelta di accettare o no i consigli dei profeti non sia altro che decidere se accettare i buoni consigli e goderne i benefici o rimanere come siamo. Ma la scelta di non accettare i consigli dei profeti cambia anche il terreno sul quale stiamo. Esso diventa più pericoloso. La mancata accettazione dei consigli dei profeti diminuisce il nostro potere di accettare consigli ispirati in futuro. Il momento migliore per decidere di aiutare Noè a costruire l’arca fu la prima volta che lo chiese. A ogni richiesta successiva, la mancata accettazione avrebbe diminuito la sensibilità allo Spirito. E così ogni volta la sua richiesta sarebbe sembrata più sciocca, sino all’arrivo della pioggia. E allora sarebbe stato troppo tardi” (Conference Report, aprile 1997, 33; oppure vedere La Stella, luglio 1997, 29).

Alma 30:25. Gli anticristo usano spesso mezze verità

  • Una tattica usata comunemente da coloro che cercano di distruggere la fede si chiama la tesi dell’“uomo di paglia”. Si costruisce dando una falsa immagine – l’uomo di paglia – della verità e poi attaccando la falsa immagine per poter convincere gli altri che la vera immagine è falsa. Un semplice esempio di questa teoria è un bambino che accusa i genitori, che non lo lasciano giocare finché non finisce i compiti, di non volerlo mai far divertire. Questo è un ragionamento scorretto, ma viene spesso usato per ingannare gli altri.

    A volte le altre persone sostengono che i Santi degli Ultimi Giorni credono in qualcosa che noi non crediamo. Asseriscono che la falsa credenza è falsa e poi dimostrano che è falsa. Questo non ha nulla a che fare con ciò che crediamo veramente, ma è un tentativo per farci sembrare in errore. Korihor fece questo a Giddona: “Questa è la tesi dell’uomo di paglia. Egli infatti attribuì a Giddona qualcosa che Giddona non credeva – l’idea che i figli ereditano le colpe tramite la trasgressione di Adamo. Korihor sapeva che non poteva lottare onestamente contro la verità e uscirne vittorioso, quindi attribuì una dottrina sbagliata a Giddona, l’uomo di paglia, a cui poter dare una bella batosta verbale” (Joseph Fielding McConkie and Robert L. Millet, Sustaining and Defending the Faith [1985], 90).

Alma 30:29. Evitiamo le dispute e le contese

  • Il profeta Joseph Smith (1805–1844) insegnò che dovremmo evitare la contesa: “Che gli anziani stiano estremamente attenti a non turbare o urtare i sentimenti degli altri. Ricordate che il vostro compito è di predicare il Vangelo in tutta umiltà e mitezza, e di ammonire i peccatori di pentirsi e venire a Cristo. Evitate le contese e le vane dispute con gli uomini dalla mente corrotta, che non desiderano conoscere la verità. Ricordate che ‘questo è un giorno di avvertimento, e non un giorno di molte parole’. Se in un luogo non ricevono la vostra testimonianza, andate in un altro, ricordando di non biasimare nessuno né di dire alcuna parola aspra. Se fate il vostro dovere, starete bene, proprio come se tutti gli uomini avessero abbracciato il Vangelo” (History of the Church,  1:468).

Alma 30:39. Il potere della testimonianza personale

  • L’anziano Jeffrey R. Holland, del Quorum dei Dodici Apostoli, spiegò un modo in cui rispondere agli anticristo:

    “Korihor mise in ridicolo le ‘folli… [e] insensate tradizioni’ che consistevano nel credere in un Cristo che sarebbe venuto.

    Le argomentazioni di Korihor sembrano molto contemporanee al lettore moderno, ma Alma usò un’arma senza tempo e assolutamente innegabile per rispondere – il potere della testimonianza personale. Irritato dal fatto che Korihor e i suoi simili fossero essenzialmente contro la felicità, Alma chiese: ‘Perché insegni a questo popolo che non vi sarà nessun Cristo, per porre termine alla loro allegrezza?’ [Alma 30:22] ‘Io so che vi è un Dio’” (Christ and the New Covenant [1997], 121).

Alma 30:40. “Che prova hai tu che non vi è nessun Dio”

  • L’anziano Gerald N. Lund spiegò l’impossibilità di dimostrare che non vi è alcun Dio:

    “Quando interrogato, Korihor nega categoricamente di credere che vi è un Dio. Poi Alma chiede: ‘Che prova hai tu che non vi è nessun Dio, o che Cristo non verrà? Io ti dico che non ne hai nessuna, salvo la tua parola soltanto’ (Alma 30:40).

    Questa è un’intuizione ispirata da parte di Alma. Korihor non è coerente nel suo pensiero. Se potessimo sapere veramente solo le cose per cui abbiamo una prova empirica, allora non potremmo insegnare che non vi è un Dio a meno che non avessimo una prova di tale credenza. E Korihor non aveva prove.

    Korihor considera solo le prove che possono essere raccolte attraverso i sensi. Con un sistema tale, è molto più facile provare che vi è un Dio che provare il contrario. Per provare che vi è un Dio, tutto ciò che basta a una persona è vedere, sentire o avere qualche altra esperienza di Dio, e pertanto l’esistenza di Dio non può essere confutata. Ma ecco qui che cosa serve per provare che non vi è alcun Dio: poiché Dio non è confinato su questa terra, dovremmo cercarLo in tutto l’universo. Noi supponiamo che Dio sia in grado di muoversi, quindi non basterebbe cominciare dal punto A nell’universo e cercare fino al punto Z. Che cosa accadrebbe se una volta lasciato il punto A, Dio si muovesse proprio lì e vi rimanesse per il resto della nostra ricerca?

    In altre parole, per dire che non vi è alcun Dio, in base al criterio da lui stesso stabilito, Korihor dovrebbe cercare in ogni metro cubo dell’universo simultaneamente. Questo crea un paradosso: per provare che non vi è alcun Dio, Korihor dovrebbe essere egli stesso un Dio! Pertanto, nel dichiarare che non vi è alcun Dio, egli sta agendo in base alla ‘fede’, proprio la cosa per cui deride così bruscamente i dirigenti religiosi!” (“Countering Korihor’s Philosophy”, Ensign, luglio 1992, 21).

Alma 30:41. “Io ho tutte le cose a testimonianza che queste cose sono vere”

  • Il presidente Gordon B. Hinckley (1910–2008) parlò del potere delle creazioni di Dio per rafforzare la testimonianza quando disse:

    “Può un uomo che abbia camminato di notte alla luce delle stelle, può chiunque abbia visto il soffio della primavera sulla terra, dubitare della divinità nella creazione? Ammirando le bellezze della terra, non si può non parlare come fece il Salmista: ‘I cieli raccontano la gloria di Dio e il firmamento annunzia l’opera delle sue mani. Un giorno sgorga parole all’altro, una notte comunica conoscenza all’altra’ (Salmi 19:1–2).

    Tutta la bellezza della terra porta l’impronta del Maestro Creatore” (Conference Report, aprile 1978, 90; oppure La Stella, ottobre 1978, 109).

Alma 30:48. I cercatori di segni

  • Il profeta Joseph Smith insegnò: “Ogniqualvolta si veda un uomo cercare un segno, è possibile stabilire che si tratta di un adultero” (History of the Church, 3:385).

    In seguito il Profeta osservò: “Mentre predicavo a Philadelphia, un Quacchero mi chiese un segno. Lo misi a tacere. Dopo il sermone chiese nuovamente un segno. Dissi alla congregazione che quell’uomo era un adultero; che una generazione malvagia e adultera cerca un segno; e che il Signore mi aveva detto tramite rivelazione che qualsiasi uomo volesse un segno era un adultero. ‘È vero’, disse un uomo, ‘poiché l’ho colto sul fatto’, cosa che in seguito l’uomo confessò, quando fu battezzato” (History of the Church, 5:268).

  • Il presidente Joseph F. Smith (1838–1918) spiegò ulteriormente i pericoli derivanti dal far dipendere la nostra fede dai miracoli: “Mostratemi dei Santi degli Ultimi Giorni che devono nutrirsi di miracoli, segni e visioni per poter rimanere saldi nella Chiesa, e io vi mostrerò dei membri della Chiesa che non godono di buona reputazione dinanzi a Dio, e che stanno percorrendo sentieri scivolosi” (Gospel Doctrine, 5a ed. [1939], 7).

Alma 30:52. Menzogne e mentire

  • Per meglio comprendere il male causato dalla menzogna, Robert J. Matthews, ex preside della facoltà di religione a BYU, spiegò che “la gravità della menzogna non si misura soltanto in base alle ferite e al dolore inflitto a colui che viene ingannato. La menzogna ha un effetto devastante anche su chi ne è autore: esso priva il mentitore del rispetto di sé e diminuisce la sua capacità di riconoscere la differenza tra la verità e l’errore. Quando una bugia viene detta abbastanza spesso, anche colui che consapevolmente l’ha diffusa può cominciare a credervi. Questo è il caso dell’anticristo Korihor nel Libro di Mormon (vedere Alma 30:52–53)” (“Non attestare il falso”, La Stella, novembre 1998, 15).

  • Il profeta Joseph Smith parlò della tragedia che rappresentano le persone come Korihor: “Niente è di maggior danno per i figliuoli degli uomini dell’essere sotto l’influenza di un falso spirito pensando di avere lo Spirito di Dio” (History of the Church, 4:573).

Alma 30:53. L’inganno del diavolo e la mente carnale

  • Avere la mente carnale significa concentrarsi sui piaceri fisici o sulle cose materiali invece che sulle cose dello Spirito. È difficile per le persone dalla mente carnale provare le cose dello Spirito. L’anziano Neal A. Maxwell fece notare che queste persone non sentono “‘più nulla’ sotto l’influenza del sedativo dei piaceri offerti dalla mente carnale” (Conference Report, aprile 1999, 29; oppure La Stella, luglio 1999, 27).

Alma 31:3, 8–29. La falsa teologia degli Zoramiti

  • Anche se gli Zoramiti uccisero Korihor, sembra che avessero adottato un simile sistema di credenze. Presta attenzione alle seguenti frasi tratte da Alma 31 che descrivono le credenze degli Zoramiti:

    “Erano caduti in grandi errori” (versetto 9).

    Avevano rigettato le tradizioni che ritenevano essere “state tramandate loro per la puerilità dei loro padri” (versetto 16).

    Non volevano essere “sviati secondo le folli tradizioni dei [loro] fratelli, che li assoggettano ad una credenza di Cristo” (versetto 17).

    Rifiutavano di “credere in cose a venire, delle quali essi non sapevano nulla” (versetto 22).

  • L’anziano Jeffrey R. Holland ha commentato l’influenza di Korihor sui falsi insegnamenti degli Zoramiti:

    “Il tipo di insegnamento infamante di Korihor ebbe inevitabilmente la sua influenza tra i meno fedeli che, come i loro vicini Zoramiti, stavano già pervertendo ‘le vie del Signore’.

    Zoram e i suoi seguaci sono uno dei gruppi apostati più memorabili menzionati nel Libro di Mormon, principalmente perché si consideravano così insolitamente retti… Una volta a settimana salivano a pregare su di una torre chiamata Rameumptom e utilizzavano sempre ‘la stessa identica preghiera’, ringraziavano Dio perché erano migliori di chiunque altro, un popolo ‘scelto e santo’, ‘eletto’ da Dio per essere salvato mentre tutti quelli attorno a loro erano altrettanto ‘eletti’ per essere gettati in inferno. Nella rassicurante certezza di tutto ciò, era stato loro risparmiato di credere in tali ‘folli tradizioni’ (qui emerge il retaggio di Korihor) come credere in un Salvatore, poiché era stato loro ‘fatto conoscere’ che non vi sarebbe stato nessun Cristo…

    Alma impiegò poco tempo per replicare a una preghiera talmente sacrilega e alla sua altrettanto profana teologia con la sua preghiera, in cui chiedeva l’aiuto divino contro questa forma di iniquità interessata che lo rese letteralmente sofferente” (Christ and the New Covenant, 121–22).

Alma 31:5. Il potere della Parola

  • La virtù o il potere della parola di Dio è in parte spiegata dal fatto che è accompagnata dalla testimonianza dello Spirito. Il Signore ha detto che quando le Sue parole sono date dal Suo Spirito, sono la Sua voce (vedere DeA 18:34–36). Alma pensò di fare ricorso alla predicazione della parola agli Zoramiti apostati anche se l’avevano già sentita e rifiutata (vedere Alma 31:8–9).

    Il presidente Boyd K. Packer ha spiegato un motivo per cui dobbiamo apprendere le dottrine del regno:

    “La vera dottrina, quando è compresa, fa cambiare atteggiamento e comportamento.

    Lo studio delle dottrine del Vangelo migliorerà il comportamento dell’uomo più rapidamente di quanto possa fare lo studio del suo comportamento stesso… Questo è il motivo per cui sottolineiamo tanto vivamente la necessità di studiare le dottrine del Vangelo” (Conference Report, ottobre 1986, 20; oppure La Stella, gennaio 1987, 15).

  • Il presidente Spencer W. Kimball (1895–1985) parlò del potere delle Scritture per aiutarci ad avvicinarci a Dio: “Mi accorgo che, quando trascuro il mio rapporto con la divinità, e quando mi sembra che nessun orecchio divino mi stia ascoltando e che nessuna voce divina stia parlando, sono io che sono lontano, molto lontano da Dio. Se mi immergo nelle Scritture, la lontananza diminuisce e la spiritualità ritorna. Mi rendo conto allora di amare ancor più intensamente coloro che già amo con tutto il cuore, tutta la mente e tutta la forza. Amandoli di più riesco meglio ad ascoltare i loro consigli” (“What I Hope You Will Teach My Grandchildren and All Others of the Youth of Zion” [discorso tenuto per gli insegnanti di religione del Sistema Educativo della Chiesa, 11 luglio 1966], 4).

  • Il presidente Ezra Taft Benson spiegò in che modo le Scritture possono essere uno strumento possente per benedirci e rispondere alle difficili domande della vita: “Spesso dedichiamo grandi sforzi per cercare di accrescere i livelli di attività dei nostri pali. Operiamo diligentemente per aumentare la percentuale di coloro che partecipano alle riunioni sacramentali. Ci sforziamo di ottenere una percentuale più alta di giovani che vanno in missione. Ci sforziamo per aumentare il numero di coloro che si sposano nel tempio. Tutti questi sono sforzi lodevoli e importanti per il progresso del Regno. Ma quando i singoli membri e le famiglie si immergono nelle Scritture regolarmente e coerentemente, questi altri aspetti della nostra attività si realizzeranno automaticamente. Le testimonianze cresceranno, gli impegni saranno rafforzati. Le famiglie saranno fortificate e la rivelazione personale scorrerà in abbondanza” (“Il Potere della parola”, La Stella, luglio 1986, 81).

Alma 31:9–11. Come evitare le cause dell’apostasia

  • Ad Antionum, la forza missionaria di Alma e dei suoi compagni si confrontò con un gruppo di Nefiti dissidenti noti come Zoramiti. Mormon non solo scrisse che gli Zoramiti avevano in precedenza sentito la predicazione della parola di Dio, ma identificò inoltre la causa della loro apostasia: non osservavano i comandamenti, non si rivolgevano al Signore in preghiera ogni giorno, pervertivano le vie del Signore e le preghiere che offrivano al Signore erano vane e senza significato. Essi ignoravano i principi fondamentali, come l’abitudine importante di pregare e di leggere le Scritture.

    L’anziano Donald L. Staheli, dei Settanta, ha sottolineato l’importanza di essere coerenti ogni giorno con i principi fondamentali del Vangelo:

    “Le preghiere ferventi innalzate tutti i giorni alla ricerca del perdono, di un aiuto e guida divini sono fondamentali per noi e per nutrire la nostra testimonianza. Quando abbiamo fretta, siamo ripetitivi, distaccati o noncuranti, tendiamo a perdere contatto con lo Spirito, che è essenziale nella guida continua di cui abbiamo bisogno per affrontare le difficoltà della vita di ogni giorno. Le preghiere familiari rivolte di mattina e di sera aggiungono benedizioni e potere a quelle dette individualmente e alla nostra testimonianza.

    Lo studio impegnato e sincero delle Scritture produce fede, speranza e porta le soluzioni alle difficoltà giornaliere. La frequente lettura, meditazione e applicazione delle lezioni apprese nelle Scritture, unite alla preghiera, assumono una parte insostituibile nell’ottenimento e nel rafforzamento di una testimonianza forte e vibrante” (Conference Report, ottobre 2004, 40; oppure Liahona, novembre 2004, 39).

Alma 31:6–38. Gli Zoramiti apostati

  • Alma 30:59 segnala che gli Zoramiti erano stati dissidenti dei Nefiti sotto la guida di un uomo di nome Zoram. Segue un riassunto di quanto sappiamo delle loro credenze e pratiche apostate:

    Non osservavano la legge di Mosè (vedere Alma 31:9).

    Avevano abbandonato la preghiera quotidiana (vedere versetto 10).

    Avevano pervertito le vie del Signore (vedere versetto 11).

    Avevano costruito delle sinagoghe allo scopo di adorare una volta la settimana (vedere versetto 12).

    Anche oggi vi sono coloro che sono caduti in simili false pratiche. Se non facciamo attenzione guardandoci da queste cose, anche noi potremmo cadere nelle stesse trappole della preghiera di routine giornaliera, di adorare solo settimanalmente nelle tre ore di riunioni domenicali e senza pensare di nuovo a Dio durante la settimana, pregando solo in un luogo stabilito o diventando materialisti e orgogliosi.

Alma 31:26–35. La preghiera di Alma in favore degli Zoramiti

  • Alma riconobbe che le anime degli Zoramiti apostati erano preziose per Dio. Pertanto Alma pregò per avere il potere e la saggezza di riportarli al Signore. La preghiera di Alma esemplifica l’atteggiamento che tutti i membri e i missionari devono sviluppare. Tutte le persone sono di grande valore, e tramite il potere di Dio possono essere a Lui riportate.

    Mentre serviva quale membro dei Settanta, l’anziano Carlos E. Asay (1926–1999) insegnò che tutte le persone sono preziose per Dio e dovrebbero esserlo per noi:

    “Le anime dei nostri fratelli e sorelle che sembrano essere più infermi e meno onorevoli sono preziose. La Chiesa ha bisogno di loro. Noi dovremmo fare ogni sforzo per conoscerle e aiutarle a reclamare le piene benedizioni e la gioia che derivano dal Vangelo di Gesù Cristo. Le nostre preghiere dovrebbero essere come quelle di Alma: ‘dacci dunque, o Signore, potere e saggezza affinché possiamo portare di nuovo a te questi nostri fratelli’ (vedere Alma 31:35).

    Dobbiamo ricordare che la nostra salvezza è intrecciata alla salvezza degli altri. Dobbiamo preoccuparci di più di coloro che sembrano preoccuparsi di meno della loro fede” (“Nurturing the Less Active”, Ensign, ottobre 1986, 15).

Alma 31:31–33. Conforto nelle afflizioni

  • Il presidente Lorenzo Snow (1814–1901) parlò delle benedizioni che giungono tramite le tribolazioni:

    Immagine
    President Lorenzo Snow

    “Suppongo di parlare ad alcuni che hanno incontrato difficoltà, guai, sofferenze e persecuzioni, e a volte possono aver pensato di non aver mai sospettato di poter sopportare tanto. Ma per tutto ciò che avete patito, per tutto ciò che vi è accaduto e che a quel tempo ritenevate essere negativo, riceverete quattro volte tanto, e tali sofferenze avranno la tendenza a rendervi migliori e più forti e a sentire di essere stati benedetti. Quando vi volterete per guardare alle vostre esperienze, vedrete che avete fatto molti progressi e che siete saliti di molti scalini verso l’esaltazione e la gloria…

    Che sia individualmente o collettivamente, abbiamo sofferto e dovremo soffrire ancora, e perché? Perché il Signore ce lo richiede per la nostra santificazione ” (The Teachings of Lorenzo Snow, a cura di Clyde J. Williams [1984], 117–18).

Punti su cui riflettere

  • Perché gli insegnamenti di Korihor sembrano attraenti per certe persone? Quali sono alcuni esempi di tali insegnamenti oggi?

  • Alma sembrava essere motivato a recuperare gli Zoramiti per via dell’amore per Dio e per gli Zoramiti. Come possiamo sviluppare lo stesso tipo di amore?

  • Qual era la differenza tra la preghiera di Alma e quella degli Zoramiti? In che modo le nostre preghiere possono essere simili a quelle degli Zoramiti? (Vedere Alma 31:15–18). Come possono essere simili alle preghiere di Alma? (Vedere Alma 31:30–35).

Compiti suggeriti

  • Quali erano alcuni dei falsi insegnamenti di Korihor? Spiega a un amico perché tali argomentazioni alla fine verranno meno (vedere Alma 30:13–18).

  • Quando Korihor chiese un segno dell’esistenza di Dio, quali segni evidenziò Alma come prova che Dio vive? (Vedere Alma 30:44). Come queste dimostrazioni ti hanno aiutato a rafforzare la tua fede? Scrivi un paragrafo che spieghi brevemente in che modo lo schema e l’ordine dell’universo sono una dimostrazione dell’esistenza di Dio.