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Capitolo 38: Helaman 13–16


Capitolo 38

Helaman 13–16

Introduzione

Il vangelo di Gesù Cristo offre a tutte le persone l’opportunità di cambiare. Per gran parte del Libro di Mormon, le “azioni [dei Lamaniti] sono state… malvagie”, tuttavia “la predicazione dei Nefiti” (Helaman 15:4) indusse “la maggior parte” a ricevere il Vangelo (Helaman 6:1) e a provare un potente mutamento di cuore. Qui nel Libro di Helaman c’è un ovvio capovolgimento dei ruoli – un popolo che una volta era stato istruito diventa l’insegnante. Molti Nefiti, d’altra parte, erano diventati orgogliosi e ignoravano i loro profeti, così il Signore mandò un profeta lamanita ad ammonirli di pentirsi e di prepararsi per la venuta del Signore. Presta attenzione alla reazione collettiva e individuale dei Nefiti al messaggero lamanita del Signore. Le parole di Samuele furono abbastanza importanti per il Signore da confermarle durante il Suo ministero personale nelle Americhe e da testimoniare che si erano adempiute (vedere 3 Nefi 23:9–13).

Commentario

Helaman 13:3. “Qualunque cosa gli fosse venuta in cuore”

  • Samuele, che era un profeta, non decise da sé che cosa predicare ai Nefiti. In Helaman 13:3 leggiamo che egli insegnava “qualunque cosa gli fosse venuta in cuore”. Riguardo a questo procedimento rivelatorio, il presidente Boyd K. Packer, presidente del Quorum dei Dodici Apostoli, ha descritto in che modo spesso giunge la voce del Signore:

    “La rivelazione ci perviene sotto forma di parole che sentiamo più che udirle. Nefi disse ai suoi fratelli traviati, ai quali era apparso un angelo: ‘Voi eravate insensibili, cosicché non potevate sentire le sue parole’ [1 Nefi 17:45; corsivo dell’autore].

    Le Scritture sono piene di espressioni come ‘Il velo fu tolto dalla nostra mente e gli occhi della nostra comprensione furono aperti’ [DeA 110:1], oppure ‘Io ti parlerò nella tua mente e nel tuo cuore’ [DeA 8:2], oppure ‘Io ho illuminato la tua mente’ [DeA 6:5], o ancora ‘Dite i pensieri che vi metterò nel cuore’ [DeA 100:5]. Vi sono centinaia di versetti che parlano della rivelazione” (Conference Report, ottobre 1994, 77; oppure vedere La Stella, gennaio 1995, 68).

Helaman 13:11–16. Risparmiati grazie a pochi giusti

  • Vi sono stati momenti in cui i malvagi sono stati risparmiati da terribili distruzioni perché tra loro vivevano dei giusti. Il malvagio popolo di Zarahemla doveva ringraziare i giusti per il fatto di essere stato preservato dalla distruzione, anche se ovviamente non lo sapeva. Nel giro di pochi anni Zarahemla perse questa tacita e incompresa protezione, e le parole di Samuele si adempirono (vedere 3 Nefi 9:3). Persino Sodoma e Gomorra sarebbero state risparmiate se tra loro si fossero trovate anche solo dieci persone rette (vedere Genesi 18:23–33).

    Il modo in cui viviamo è davvero determinante. La rettitudine di pochi può diventare una grande benedizione per gli altri, specialmente per coloro che fanno parte della nostra famiglia o comunità locale.

Helaman 13:19–22. Ricchezze e spiritualità

  • L’anziano Dallin H. Oaks, del Quorum dei Dodici Apostoli, ha descritto il rapporto che c’è tra materialismo e spiritualità:

    “Il materialismo, che dà la priorità alle esigenze e alle cose del mondo, è ovviamente il contrario della spiritualità. Il Salvatore dichiarò che non dobbiamo farci ‘tesori sulla terra, ove la tignola e la ruggine consumano, e dove i ladri sconficcano e rubano’ (Matteo 6:19), ma che dobbiamo farci dei tesori in cielo, ‘perché dov’è il tuo tesoro, quivi sarà anche il tuo cuore’ (Matteo 6:21)…

    Non vi è nulla di intrinsecamente malvagio nel denaro. Il buon Samaritano usò per servire un suo simile la stessa moneta che Giuda usò per tradire il Maestro. È ‘l’amor del danaro [che] è radice d’ogni sorta di mali’ (1 Timoteo 6:10; corsivo dell’autore). La differenza decisiva sta nel grado di spiritualità che abbiamo nel considerare, valutare e amministrare le cose di questo mondo e i nostri rapporti con queste.

    Se permettiamo che il denaro diventi per noi oggetto di adorazione e abbia sempre la precedenza, esso può renderci egoisti e superbi ‘gonfi delle cose vane del mondo’ (Alma 5:37). Al contrario, se viene usato per far fronte ai nostri obblighi e per pagare le decime e le offerte, il denaro può dimostrare l’onestà e sviluppare l’altruismo. L’uso dei beni materiali dettato da principi spirituali ci può aiutare a prepararci per osservare una legge superiore propria della gloria celeste” (Conference Report, ottobre 1985, 78; oppure vedere La Stella, gennaio 1986, 51–52).

Helaman 13:23–29. Seguiamo il profeta vivente

  • L’anziano M. Russell Ballard, del Quorum dei Dodici Apostoli, ha insegnato l’importanza di seguire i profeti e gli apostoli viventi: “Fratelli e sorelle, prestate attenzione alle cose che i dirigenti della Chiesa hanno insegnato… Mettete in pratica gli insegnamenti che aiuteranno voi e la vostra famiglia. Qualsiasi siano le circostante in cui si trova la nostra famiglia, lasciamo entrare nella nostra casa gli insegnamenti dei profeti e degli apostoli per rafforzare i nostri rapporti familiari e nei confronti del Padre Celeste e del Signore Gesù Cristo. Vi prometto nel nome del Signore che se darete ascolto non solo con le orecchie, ma anche col cuore, lo Spirito Santo vi manifesterà la veridicità dei messaggi del presidente [della Chiesa], dei suoi consiglieri, degli apostoli e degli altri dirigenti della Chiesa. Vi aiuterà a sapere cosa dovete fare, come singoli e come famiglie, per seguire i nostri consigli, affinché la vostra testimonianza possa essere rafforzata e voi possiate avere pace e gioia” (Conference Report, aprile 2001, 86; oppure Liahona, luglio 2001, 82).

Helaman 13:38. L’iniquità è contraria alla natura della felicità

  • Samuele ammonì i Nefiti che essi avevano cercato la felicità commettendo iniquità, il che è contrario alla natura della felicità. Parlando di questo problema e di come giunge la vera felicità, l’anziano Richard G. Scott, del Quorum dei Dodici Apostoli, ha spiegato che la felicità giunge solo con la rettitudine:

    “Avete notato come Satana lavori per catturare la mente e le emozioni con immagini lampeggianti, musica a tutto volume e la stimolazione agli eccessi di ogni senso fisico? Egli cerca con diligenza di riempire la vita d’azione, divertimenti e stimoli in modo che una persona non ponderi sulle conseguenze dei suoi inviti allettanti. Pensateci. Alcune persone sono tentate a violare i comandamenti più elementari di Dio come se fosse un gesto accettabile, attraente, persino desiderabile. Non sembrano esservi conseguenze serie, piuttosto un’apparente gioia e felicità durevoli. Rendetevi conto, tuttavia, che queste scene dipendono da copioni e attori. Il risultato delle decisioni prese è altrettanto manipolato affinché rispecchi il volere del produttore.

    La vita non è così. Sì, il libero arbitrio morale vi consente di scegliere come vi aggrada, ma non potete controllare l’esito delle scelte fatte. A differenza delle creazioni fittizie dell’uomo, il nostro Padre Celeste determina le conseguenze delle vostre scelte. L’obbedienza porterà alla felicità, mentre la trasgressione dei Suoi comandamenti no” (Conference Report, aprile 2004, 105; oppure Liahona, maggio 2004, 102).

Helaman 14. La profezia di Samuele sulla venuta del Salvatore

Helaman 14:11. “Affinché possiate conoscere le condizioni del pentimento”

  • L’anziano Richard G. Scott ha insegnato le condizioni del pentimento:

    “Nel libro Il miracolo del perdono, il presidente Spencer W. Kimball ci dà una stupenda guida verso il perdono tramite il pentimento. Questo libro ha aiutato molti a ritrovare la via di casa. Egli individua i cinque elementi essenziali del pentimento:

    Dolore per il peccato. Studiate e meditate per stabilire quanto il Signore considera grave la vostra trasgressione. Questo vi porterà il dolore e il rimorso che guariscono. Vi porterà anche il sincero desiderio di cambiare e la disponibilità a sottomettervi a ogni requisito necessario per ricevere il perdono…

    Abbandono del peccato. Questo deve essere una ferma e costante determinazione a non ripetere la trasgressione. Mantenendo fede a questo impegno, non è più necessario sentire in bocca l’amaro sapore di quel peccato…

    Confessione del peccato. Dovete sempre confessare i vostri peccati al Signore. Se si tratta di trasgressioni gravi come l’immoralità, esse devono essere confessate al vescovo o al presidente del palo. Vi prego di rendervi conto che la confessione non è il pentimento. È un passo indispensabile, ma in sé non sufficiente. Una confessione parziale, fatta menzionando gli errori minori, non vi aiuterà a superare una trasgressione più grave e non rivelata…

    Riparazione per il peccato. Dovete riparare il più possibile per quello che avete rubato, danneggiato o contaminato. La restituzione volontaria è per il Signore una prova concreta che siete impegnati a fare tutto il possibile per pentirvi.

    Obbedienza a tutti i comandamenti. L’obbedienza assoluta richiama nella nostra vita tutto il potere del Vangelo e ci darà la forza di concentrarci sull’abbandono di determinati peccati. Comprende cose che inizialmente potete pensare non abbiano nulla a che fare con il pentimento, come, ad esempio, partecipare alle riunioni, pagare la decima, servire il prossimo e perdonare gli altri…

    Voglio aggiungere un sesto passo: riconoscimento del Salvatore. Tra tutti i passi necessari per il pentimento porto testimonianza che il più importante in senso assoluto è avere la convinzione che il perdono si ottiene grazie al Redentore. È indispensabile sapere che soltanto alle Sue condizioni possiamo essere perdonati” (Conference Report, aprile 1995, 102; oppure La Stella, luglio 1995, 90).

  • In aggiunta agli elementi importanti insegnati dal presidente Kimball e dall’anziano Scott, il pentimento deve anche includere il cambiamento. L’anziano Jeffrey R. Holland, del Quorum dei Dodici Apostoli, ha spiegato: “Dobbiamo cambiare tutto quello che possiamo cambiare che può essere parte del problema… Ringraziamo il nostro Padre nei cieli perché ci è consentito di cambiare, ringraziamo Gesù perché possiamo cambiare e in definitiva lo facciamo solo con la Loro divina assistenza. Senza dubbio non tutto ciò per cui lottiamo è il risultato delle nostre azioni. Spesso è il risultato delle azioni degli altri o solo un evento della vita terrena. Ma dovremmo cambiare qualsiasi cosa che noi possiamo cambiare, e dobbiamo perdonarci il resto. In questo modo il nostro accesso all’espiazione del Salvatore diventa tanto libero quanto noi possiamo renderlo, con le nostre imperfezioni. Egli subentrerà da lì” (Conference Report, aprile 2006, 70–71; oppure Liahona, maggio 2006, 70).

Helaman 14:11–12. Lo scopo di Samuele nell’insegnare

  • In Helaman 14:11–12 il profeta Samuele elenca quattro principi di verità che voleva che il popolo sapesse grazie ai suoi insegnamenti:

    Conoscere i giudizi di Dio

    Conoscere le condizioni del pentimento

    Sapere della venuta di Gesù Cristo

    Conoscere i segni della Sua venuta

Helaman 14:15–19. L’Espiazione vince la morte

  • Samuele il Lamanita descrisse la differenza tra la morte fisica, la prima morte spirituale e la seconda morte spirituale – come pure in che modo l’Espiazione del Salvatore ci aiuta a vincere queste morti.

    Morte fisica. L’anziano Earl C. Tingey, membro della presidenza dei Settanta, ha dato una definizione di morte fisica e di chi la subirà: “La morte fisica è la separazione dello spirito dal corpo fisico. A causa della caduta di Adamo, tutta l’umanità dovrà soffrire la morte fisica” (Conference Report, aprile 2006, 74; oppure Liahona, maggio 2006, 73).

    La prima morte spirituale. La morte spirituale avviene quando una persona è “recisa dalla presenza del Signore” (Alma 42:9).

    Il presidente Spencer W. Kimball (1895–1985) spiegò che entrambe queste morti sono il risultato della caduta di Adamo ed Eva: “I nostri primi genitori, Adamo ed Eva, disobbedirono a Dio, e divennero mortali mangiando il frutto proibito. Di conseguenza, essi e tutti i loro discendenti diventarono soggetti sia alla morte fisica che a quella spirituale (morte fisica è la separazione del corpo e dello spirito; morte spirituale è l’allontanamento dello spirito dalla presenza di Dio e morte per quanto riguarda le cose dello spirito)” (Conference Report, aprile 1978, 7; oppure La Stella, ottobre 1978, 9).

    Per noi, questa morte spirituale avvenne quando lasciammo la presenza di Dio e nascemmo nella mortalità. Samuele il Lamanita definì “prima morte” l’essere recisi dalla Sua presenza (Helaman 14:16).

    Samuele il Lamanita insegnò che tutti i figli del Padre Celeste che sono vissuti nella mortalità vinceranno la morte fisica e la morte spirituale tramite i poteri dell’Espiazione di Gesù Cristo (vedere Helaman 14:17). Molti altri passi scritturali attestano questo fatto (vedere 2 Nefi 2:9–10; 9:15, 22, 38; Alma 11:43–44; 12:12–15, 24; 42:23; 3 Nefi 26:4).

    La seconda morte spirituale. La seconda morte è una morte spirituale definitiva o finale che sopraggiunge non per l’aver lasciato la presenza di Dio per nascere nella mortalità, ma sopraggiunge a causa del peccato personale di cui non ci si è pentiti.

    Il Salvatore ci fornì aiuto anche per superare questa seconda morte spirituale. Patendo per i nostri peccati, Egli ci offre l’opportunità di pentirci. Ma per colui che non si pente “sopraggiunge di nuovo su di lui la morte spirituale, sì, una seconda morte, poiché vien di nuovo reciso quanto alle cose che appartengono alla giustizia” (Helaman 14:18). Questo significa che una persona con un peccato irrisolto non può rimanere alla presenza di Dio dopo essere stato riportato a Lui per essere giudicato.

    L’anziano Russell M. Nelson, membro del Quorum dei Dodici Apostoli, ha descritto questa condizione:

    “Se la morte fisica dovesse colpirci prima che i torti siano stati riparati, non avremo la possibilità di pentirci. Pertanto, ‘il [vero] dardo della morte è il peccato’ (1 Corinzi 15:56).

    Neanche il Salvatore può salvarci nei nostri peccati. Egli ci redimerà dai nostri peccati, ma soltanto a condizione del nostro pentimento. Noi siamo responsabili della nostra sopravvivenza spirituale o della nostra morte spirituale (vedere Romani 8:13–14; Helaman 14:18; DeA 29:41–45)” (Conference Report, aprile 1992, 102; oppure La Stella, luglio 1992, 87).

Helaman 15:3–4. Il divino amore di Dio

  • Il Signore ama tutti ma non può tollerare il peccato. Anche se Helaman 15:4 dichiara che il Signore ha odiato i Lamaniti “perché le loro azioni sono state continuamente malvagie”, Samuele è un esempio dei molti Lamaniti a cui fu insegnato il messaggio evangelico e che ottennero favore agli occhi di Dio quando furono convertiti.

    L’anziano Russell M. Nelson ha trattato l’argomento dell’amore di Dio per coloro che peccano: “Questo significa che il Signore non ama i peccatori? Ovviamente no. Il divino amore è infinito e universale. Il Salvatore ama sia i santi che i peccatori. L’apostolo Giovanni affermò: ‘Noi amiamo perché Egli ci ha amati il primo’ [1 Giovanni 4:19]. E Nefi, dopo aver visto in visione il ministero terreno del Signore, dichiarò: ‘… Sì, gli sputeranno addosso, ed egli lo sopporterà a motivo della sua amorevole bontà e della sua longanimità verso i figlioli degli uomini’ [1 Nefi 19:9; corsivo dell’autore]. Conosciamo il prezzo dell’amore del Salvatore poiché Egli morì affinché noi tutti potessimo vivere di nuovo” (“Il divino amore”, Liahona, febbraio 2003, 16).

Helaman 15:7–8. Un durevole mutamento di cuore

  • Il presidente Ezra Taft Benson (1899–1994) comprese il potere delle Scritture, specialmente del Libro di Mormon, per cambiare la nostra vita. Egli sottolineò l’importanza di avere profondamente nei nostri cuori le dottrine insegnate nelle nostre Scritture moderne, se vogliamo restare “fermi e costanti nella fede” (Helaman 15:8). Il presidente Benson insegnò: “I convertiti alle dottrine sociali, etiche, culturali o educative non sopravvivranno nel giorno di fuoco, se le loro radici non affondano nella sapienza contenuta nel Libro di Mormon” (Conference Report, aprile 1975, 96; oppure La Stella, settembre 1975, 49).

Helaman 16:2–3, 6–8. La protezione divina

  • La protezione che ricevette Samuele mentre portava il suo messaggio di pentimento non è insolita. Le Scritture includono diversi esempi di profeti che furono minacciati ma la cui vita fu miracolosamente salvaguardata in modo che potessero portare a termine la loro missione. Prendi in considerazione i seguenti esempi e pensa a come furono messi in condizione di dire le parole del Signore mentre erano sotto minaccia di pericolo o di morte: Noè (vedere Mosè 8:18), Abrahamo (vedere Abrahamo 1:5, 12, 15–19), Lehi (vedere 1 Nefi 1:19–20; 2:1–4), Nefi (vedere 1 Nefi 17:48–55) e Abinadi (vedere Mosia 13:1–5). A volte i servitori del Signore alla fine perdono la vita, ma non finché hanno “comunicato il messaggio che il Signore [li] mandò a comunicare” (Mosia 13:3), come dichiarò Abinadi.

    L’anziano Robert D. Hales, del Quorum dei Dodici Apostoli, ci ha ricordato:

    “I profeti di tutte le dispensazioni hanno volontariamente messo la loro vita in pericolo e, con coraggio, hanno fatto la volontà e proclamato la parola di Dio…

    Seguiamo l’esempio del nostro Signore Gesù Cristo e dei Suoi profeti passati e presenti. Forse non ci sarà chiesto di dare la vita subendo il martirio, come avvenne per molti profeti. Quello che ci è chiesto è di obbedire ai comandamenti del Signore e di essere fedeli alle alleanze che abbiamo fatto con Lui” (Conference Report, aprile 1996, 49; oppure La Stella, luglio 1996, 37).

Helaman 16:2–20. Le reazioni nei confronti del profeta

  • Helaman 16 riporta i modi in cui i malvagi reagirono al profeta Samuele e al suo messaggio. Il presidente Ezra Taft Benson parlò del modo in cui i malvagi reagiscono ai profeti dei nostri giorni:

    “Il Profeta non godrà necessariamente di popolarità presso il mondo o presso coloro che si interessano al mondo.

    Quando un profeta rivela la verità, questa divide il popolo. Gli onesti di cuore prestano ascolto alle sue parole, ma gli ingiusti ignorano il profeta o lottano contro di lui. Quando il profeta fa notare i peccati del mondo, coloro che vi appartengono vogliono chiudergli la bocca o agire come se il profeta non esistesse, piuttosto che pentirsi dei loro peccati. La popolarità non è mai una dimostrazione di verità. Molti profeti sono stati uccisi o scacciati. Man mano che ci avviciniamo alla seconda venuta del Signore, possiamo aspettarci che, mentre i popoli del mondo diventeranno più malvagi, il profeta sarà meno popolare tra loro” (“Fourteen Fundamentals in Following the Prophet”, 1980 Devotional Speeches of the Year [1981], 29; vedere anche The Teachings of Ezra Taft Benson [1988], 133).

    Il seguente elenco riporta alcuni motivi per cui il popolo descritto in Helaman 16:2–21 rifiutò di prestare ascolto alle parole del profeta:

    1. Ira personale (vedere il versetto 2)

    2. Le persone si fidano di più della loro forza e capacità (vedere il versetto 2)

    3. I profeti semplicemente indovinano occasionalmente alcune delle loro profezie (vedere il versetto 16)

    4. Spesso gli insegnamenti non sono ragionevoli (vedere il versetto 18)

    5. Gli insegnamenti dei profeti sono tradizioni confuse e non possono essere provati (vedere il versetto 20)

    6. I profeti ci ingannano invece di operare veri miracoli (vedere il versetto 21)

Helaman 16:15, 18, 20. In base alla propria forza e saggezza

  • L’anziano Dallin H. Oaks ci ha ammoniti di non fare affidamento solo sullo studio personale o sulla ragione per stabilire le verità spirituali:

    “Il Libro di Mormon descrive l’atteggiamento esistente tra un popolo che si fidava solamente ‘della sua forza e della sua saggezza’ e di ciò che poteva ‘vedere coi [suoi] occhi’ (Helaman 16:15, 20). Basandosi sulla ragione, queste persone rigettarono le profezie dicendo: ‘Non è ragionevole che venga un tale essere come il Cristo’ (Versetto 18). Applicando lo stesso atteggiamento, un illustre professore bandì il Libro di Mormon affermando: ‘Non si ricevono libri dagli angeli. Semplice’.

    Coloro che ricercano una conoscenza evangelica solo con lo studio e la ragione sono particolarmente soggetti alla presunzione e all’eccessiva sicurezza di sé che a volte caratterizzano i risultati accademici. Come osservò l’apostolo Paolo ai suoi tempi: ‘La conoscenza gonfia’. Egli avvertì i dotti: ‘Ma badate che questo vostro diritto [la conoscenza] non diventi un intoppo per i deboli… E così, per la tua conoscenza, perisce il debole, il fratello per il quale Cristo è morto’ (1 Corinzi 8:1, 9, 11)” (The Lord’s Way [1991], 46–47).

Helaman 16:22. Satana diffonde contese

  • Perché è importante evitare di contendere con gli altri? L’anziano Russell M. Nelson ha spiegato che la risposta riporta alla vita premortale:

    “Per comprendere il motivo per cui il Signore ci ha comandato di non contendere gli uni con gli altri, dobbiamo conoscere la vera origine della contesa. Un profeta del Libro di Mormon rivelò questo importante concetto prima ancora della nascita di Cristo… [Vedere Helaman 16:22]…

    La contesa esisteva prima che la terra fosse formata. Quando il piano di Dio per la Creazione e la vita sulla terra fu annunciato, i figli e le figlie di Dio gridarono di gioia. Il piano aveva come cardine il libero arbitrio dell’uomo, la sua successiva caduta dalla presenza di Dio e il dono misericordioso di un Salvatore che avrebbe redento l’umanità. Le Scritture rivelano che Lucifero cercò violentemente di emendare il piano, annullando il libero arbitrio dell’uomo…

    Gli sforzi egoistici di Satana per alterare il piano di Dio portarono alla grande contesa nei cieli…

    Questa guerra nei cieli non fu combattuta con spargimento di sangue. Fu una guerra di idee contrastanti: fu l’inizio della contesa.

    Le Scritture ci avvertono ripetutamente che il padre della contesa si oppone al piano del nostro Padre Celeste. Il metodo di Satana confida nel contagioso cancro della contesa. Il fine di Satana è quello di conquistare l’acclamazione generale, al di sopra dello stesso Iddio” (Conference Report, aprile 1989, 85–86; oppure La Stella, luglio 1989, 61–62).

Punti su cui riflettere

  • Immagina, se fossi vissuto ai tempi di Samuele, se avresti accettato questi profeti e se ti saresti posto contro le masse a loro difesa. In che modo ritieni di seguire il profeta vivente nella tua vita?

  • Helaman 15:7 descrive cosa portò i Lamaniti al loro possente mutamento. Hai conosciuto qualcuno che ha vissuto un’esperienza che gli ha cambiato la vita dopo essere stato condotto alle Scritture?

  • Leggi Helaman 16:22. Quale ritieni essere lo strumento più utile per mantenere la pace e l’armonia in famiglia e con le persone che ti stanno vicino?

Compiti suggeriti

  • Scrivi una lettera a un missionario. In essa includi una descrizione di un principio che hai appreso dagli insegnamenti di Samuele. Spiega in che modo pensi che si applichi alla tua vita.

  • Tieni una lezione della serata familiare sulla differenza tra un cuore indurito e un cuore spezzato. Puoi pensare di utilizzare i passi scritturali contenuti in Helaman 16:13–23 e 3 Nefi 9:20.