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L’espansione della Chiesa


Capitolo nove

L’espansione della Chiesa

Dal 1901 al 1970 quattro profeti presiedettero alla Chiesa in espansione: Joseph F. Smith, Heber J. Grant, George Albert Smith e David O. McKay. Questi presidenti furono testimoni dello sviluppo dei mezzi di trasporto, dal cavallo e calesse al viaggio nello spazio con i razzi. Due conflitti mondiali e una crisi economica mondiale misero alla prova i santi. Durante questo periodo furono costruiti nove templi. Nel 1901 c’erano circa trecentomila membri della Chiesa divisi in cinquanta pali; nel 1970 la Chiesa contava più di 2.800.000 fedeli raccolti in cinquecento pali sparsi in tutto il mondo.

Il presidente Joseph F. Smith

Joseph F. Smith era nato nel 1838, al culmine delle persecuzioni dei santi nel Missouri, in una piccola capanna di tronchi situata nelle vicinanze dell’appezzamento di terreno sul quale doveva sorgere il Tempio di Far West. Al momento della nascita di Joseph, suo padre, Hyrum Smith, era in carcere a Richmond, nel Missouri, e sua madre Mary Fielding Smith doveva provvedere da sola ai suoi figli.

Il giovane Joseph si trasferì con la famiglia dal Missouri a Nauvoo, nell’Illinois, dove ebbe luogo un avvenimento che egli avrebbe ricordato per il resto della sua vita: l’assassinio di suo padre e di suo zio nel carcere di Carthage. Joseph non dimenticò mai di aver visto suo padre per l’ultima volta quando, mentre stava andando a Carthage a cavallo, prese in braccio suo figlio, lo baciò e lo rimise a terra. Né avrebbe mai dimenticato il terrore provato nell’udire un vicino che picchiava alla finestra nel mezzo della notte per dire a sua madre che Hyrum era stato ucciso. La vista di suo padre e di suo zio nelle loro bare nella Mansion House di Nauvoo non svanì mai dalla sua mente.

Il bambino Joseph diventò uomo quasi dalla sera alla mattina. Quando Mary Fielding Smith e i suoi figli si unirono all’esodo da Nauvoo, Joseph, di appena sette anni, guidava uno dei suoi carri. Joseph aveva tredici anni quando sua madre morì; prima di compiere sedici anni partì in missione per le Isole Sandwich (in seguito chiamate Isole Hawaii). Meno di tre mesi dopo il suo arrivo a Honolulu egli parlava senza difficoltà la lingua del luogo, grazie a un dono spirituale che gli era stato conferito dagli anziani Parley P. Pratt e Orson Hyde, componenti dei Dodici, che lo avevano messo a parte. Quando ebbe ventun’anni partì per un’altra missione, questa volta della durata di tre anni, nelle Isole Britanniche.

Joseph aveva appena ventotto anni quando il presidente Brigham Young sentì di doverlo ordinare apostolo. Negli anni successivi egli servì come consigliere di quattro presidenti della Chiesa. Quando Lorenzo Snow morì, nell’ottobre 1901, Joseph F. Smith diventò il sesto presidente della Chiesa. Egli era molto conosciuto per la sua capacità di esporre e difendere i principi del Vangelo. I suoi sermoni e scritti vennero raccolti in un volume intitolato Dottrina evangelica, che è diventato uno dei testi dottrinali più importanti della Chiesa.

Durante i primi decenni del ventesimo secolo la Chiesa progredì in diverse maniere importanti. Grazie al continuo risalto dato alla decima e alla fedele risposta dei santi, la Chiesa riuscì a estinguere tutti i suoi debiti. Seguì un periodo di prosperità che consentì la costruzione di templi, cappelle e centri visitatori e l’acquisto delle località storiche della Chiesa. La Chiesa costruì anche l’edificio amministrativo di Salt Lake City, che è tuttora la sua sede.

Il presidente Smith era consapevole della necessità che ci fossero dei templi in tutto il mondo. A una conferenza tenuta a Berna, in Svizzera, nel 1906 egli alzò la mano e dichiarò: «Verrà il tempo in cui questo paese sarà punteggiato di templi ai quali potrete andare per redimere i vostri morti».1 Il primo tempio degli ultimi giorni in Europa, il Tempio Svizzero, fu dedicato quasi mezzo secolo dopo in un sobborgo della città in cui il presidente Smith aveva fatto quella profezia. Nel 1913 il presidente Smith dedicò il terreno per la costruzione di un tempio a Cardston, nell’Alberta (Canada), e nel 1915 per un tempio nelle Hawaii.

A cominciare dai primi anni del nuovo secolo i dirigenti della Chiesa incoraggiarono i santi a rimanere nel loro paese invece di radunarsi nell’Utah. Nel 1911 Joseph F. Smith e i suoi consiglieri della Prima Presidenza fecero questa dichiarazione: «è desiderabile che i nostri fedeli rimangano nei loro paesi natii e vi fondino congregazioni di natura permanente per favorire il lavoro di proselitismo».2

Sei settimane prima di morire il presidente Smith ricevette un’importante rivelazione sulla redenzione dei morti. Egli vide in visione il ministero del Salvatore nel mondo degli spiriti e seppe che i santi fedeli hanno la possibilità di continuare ad esporre il Vangelo nel mondo degli spiriti. Questa rivelazione fu aggiunta a Perla di Gran Prezzo nel 1976, e nel 1979 fu trasferita in Dottrina e Alleanze come sezione 138.

Il presidente Heber J. Grant

Poco prima di morire nel novembre 1918 il presidente Joseph F. Smith prese la mano di Heber J. Grant, allora presidente dei Dodici, e disse: «Il Signore ti benedica, ragazzo mio, il Signore ti benedica. Hai una grande responsabilità. Ricorda sempre che questo è il lavoro del Signore e non dell’uomo. Il Signore è più grande di qualsiasi uomo. Egli sa chi vuole alla guida della Sua chiesa e non commette mai errori».3 Heber J. Grant diventò il settimo presidente della Chiesa all’età di sessantadue anni, dopo essere stato apostolo sin dal 1882.

Fin da giovane e per tutta la vita Heber dimostrò un’insolita determinazione nel raggiungere i suoi obiettivi. Come figlio unico allevato dalla madre vedova, era stato tenuto un po’ lontano dalle attività degli altri ragazzi della sua età. Quando cercò di entrare a far parte di una squadra di baseball fu preso in giro per la sua goffaggine e mancanza di capacità, e non fu accettato. Invece di scoraggiarsi egli trascorse molte ore esercitandosi a lanciare la palla, con grande determinazione, e alla fine entrò a far parte di un’altra squadra che vinse diversi campionati locali.

Da bambino voleva diventare contabile, quando seppe che questo impiego era molto più rimunerativo del suo lavoro di lustrascarpe. A quei tempi per essere contabile era necessario saper scrivere bene; ma la sua scrittura era così brutta che due suoi amici dicevano che assomigliava alle impronte lasciate dalle zampe di gallina. Di nuovo non si lasciò scoraggiare, ma dedicò molte ore a esercitarsi in calligrafia. Diventò molto noto per la sua capacità di scrivere bene, e infine tenne un corso di calligrafia in un’università. Spesso era chiamato a scrivere documenti importanti. Egli dava il buon esempio a molte persone, con la sua determinazione di fare del suo meglio nel servire il Signore e il prossimo.

Il presidente Grant era un uomo d’affari saggio e di successo. Le sue capacità lo aiutarono a guidare la Chiesa durante un periodo di grave crisi economica mondiale che causò gravi problemi a tante persone. Egli credeva fermamente che l’uomo deve essere autosufficiente e contare sul Signore e sul proprio duro lavoro, non sul governo. Egli aiutò molte persone con il denaro che guadagnava.

Negli anni ’30 i santi, come molte altre persone nel mondo, lottavano contro la disoccupazione e la povertà causate dalla grande crisi economica. Nel 1936, quale conseguenza di una rivelazione del Signore, il presidente Grant istituì il programma di benessere della Chiesa per assistere coloro che si trovavano nel bisogno e aiutare tutti i fedeli a diventare autosufficienti. La Prima Presidenza disse di questo programma: «Il nostro scopo principale era quello di istituire, per quanto fosse possibile, un sistema che avrebbe consentito l’eliminazione della piaga dell’indolenza, dei mali dei sussidi e di ristabilire di nuovo fermamente tra i nostri fedeli l’indipendenza, la laboriosità, la parsimonia e il rispetto di sé. L’obiettivo della Chiesa è quello di aiutare le persone ad aiutare se stesse. Il lavoro deve essere riportato al suo ruolo di principio guida nella vita dei membri della nostra chiesa».4

Il presidente J. Reuben Clark jun., che fu Consigliere della Prima Presidenza per ventotto anni, mise in risalto il seguente concetto: «Il vero obiettivo a lungo termine del piano di benessere è il rafforzamento del carattere dei membri della Chiesa, sia di coloro che danno che di coloro che ricevono, di recuperare tutto quanto vi è di bello nell’animo di ognuno di loro e di far fiorire e fruttificare la ricchezza latente dello spirito».5

Nel 1936 fu istituito un Comitato generale dei servizi di benessere per dirigere gli sforzi della Chiesa in tal senso. Harold B. Lee, presidente del Palo Pioneer, fu nominato direttore generale del comitato. In seguito furono istituiti i magazzini delle Deseret Industries per aiutare i disoccupati e i disabili, e furono organizzati progetti per coltivare la terra e produrre altri beni al fine di aiutare i bisognosi. Il programma dei servizi di benessere continua ad assistere migliaia di persone oggi, sia membri della Chiesa bisognosi, sia altre persone che si trovano in difficoltà in tutto il mondo.6

Mentre il lavoro missionario continuava a un livello sempre crescente, il presidente Grant fu lo strumento per compiere una conversione molto insolita. Vincenzo di Francesca, un pastore protestante italiano, un giorno stava percorrendo una strada di New York diretto alla sua chiesa quando vide un libro senza copertina in un barile pieno di cenere. Prese quel libro, ne voltò le pagine e vide per la prima volta i nomi di Nefi, Mosia, Alma e Moroni. Sentì l’impulso di leggere il libro, anche se non conosceva né il suo nome né la sua origine, e di pregare per convincersi della sua veridicità. Lo fece e disse di aver provato «un senso di felicità, quale si prova alla scoperta di qualcosa di prezioso e di straordinario… che la lingua degli uomini non ha parole per descrivere». Egli cominciò a predicare i principi esposti nel libro ai fedeli della sua chiesa. I suoi dirigenti lo punirono per questo e arrivarono a comandargli di bruciare il libro, cosa che egli rifiutò di fare.

In seguito tornò in Italia, dove nel 1930 seppe che quel libro era pubblicato dalla Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni. Scrisse una lettera alla Chiesa nell’Utah, che fu inoltrata al presidente Grant. Il presidente Grant gli mandò una copia del Libro di Mormon in italiano e comunicò il suo nome al presidente della Missione Europea. Le difficoltà conseguenti alla guerra per molti anni impedirono a Vincenzo di farsi battezzare, ma alla fine poté diventare membro della Chiesa il 18 gennaio 1951, prima persona battezzata in Sicilia. Cinque anni dopo ricevette l’investitura nel Tempio Svizzero.

Il 6 maggio 1922 il presidente Grant dedicò la prima emittente radio della Chiesa. Due anni dopo l’emittente cominciò a trasmettere le sessioni della conferenza generale, consentendo a un numero molto più grande di membri della Chiesa di udire i messaggi delle Autorità generali. Qualche anno dopo, nel luglio 1929, il Coro del Tabernacolo mandò in onda per la prima volta il programma La parola e la musica, trasmissione settimanale di musica e parole ispirate. Questo programma continua tuttora ad essere trasmesso ogni settimana.

Il presidente Grant morì il 14 maggio 1945. I suoi ventisette anni di servizio come presidente della Chiesa sono superati per durata soltanto dagli anni di servizio di Brigham Young.

Il presidente George Albert Smith

George Albert Smith succedette a Heber J. Grant come presidente della Chiesa. Il presidente Smith, la cui vita è un esempio della felicità che si trova nel vivere il Vangelo, dichiarò: «Ogni felicità e ogni gioia degna di questo nome sono il risultato dell’osservanza dei comandamenti di Dio e dell’obbedienza ai Suoi consigli».8

Obbedire ai comandamenti di Dio e ai consigli dei dirigenti della Chiesa era uno schema seguito da generazioni nella famiglia del presidente Smith. Gli era stato dato il nome del nonno paterno, George A. Smith, cugino del profeta Joseph e consigliere di Brigham Young. Il padre di George Albert, John Henry Smith, fece parte della Prima Presidenza sotto Joseph F. Smith. All’età di trentatré anni George Albert Smith fu chiamato al Quorum dei Dodici. Dal 1903 al 1910 John Henry e George Albert servirono insieme nel Quorum dei Dodici, e questo fu l’unico periodo in questa dispensazione in cui un padre e un figlio abbiano fatto parte insieme di detto Quorum.

I quarantadue anni trascorsi da George Albert Smith nel Quorum dei Dodici furono pieni di nobile servizio, nonostante alcuni periodi di cattiva salute. Aveva subito una lesione agli occhi a causa del sole mentre effettuava i rilievi per il tracciato di una linea ferroviaria nel sud dell’Utah. I ripetuti interventi chirurgici non erano riusciti a migliorare la sua condizione di quasi completa cecità. I continui impegni e le pressioni conseguenti ai suoi compiti indebolivano il suo fragile fisico, sino a che, nel 1909, subì un collasso. L’ordine del medico di assoluto riposo minarono la sua fiducia nelle proprie capacità, crearono in lui sentimenti di scoraggiamento e aggravarono la tensione alla quale era sottoposto.

Durante quel difficile periodo George ebbe un sogno in cui vide un bellissimo bosco accanto a un grande lago. Dopo aver percorso una certa distanza attraverso il bosco vide una persona che riconobbe come il suo amato nonno George A. Smith, che veniva verso di lui. George si affrettò ad andargli incontro, ma il nonno quando gli fu vicino si fermò e disse: «Vorrei sapere quello che hai fatto con il mio nome». Un riepilogo della sua vita passò attraverso la mente di George, ed egli rispose con umiltà: «Non ho fatto nulla con il tuo nome di cui tu debba vergognarti». Quel sogno rinvigorì lo spirito di George e gli restituì le forze, e ben presto poté tornare al lavoro. In seguito descrisse spesso quell’esperienza come un’importante pietra miliare nella sua vita.9

Durante l’amministrazione del presidente George Albert Smith, che durò dal 1945 al 1951, il numero dei membri della Chiesa raggiunse il milione; fu dedicato il Tempio di Idaho Falls nell’Idaho e il lavoro missionario fu ripreso dopo la seconda guerra mondiale. Furono anche organizzati gli sforzi per soccorrere i santi dell’Europa che avevano perso tutti i loro averi a causa della guerra. I membri della Chiesa degli Stati Uniti furono incoraggiati a offrire indumenti e altri beni di consumo. Il presidente Smith s’incontrò con Harry S. Truman, presidente degli Stati Uniti, per ricevere l’approvazione all’invio in Europa del cibo, degli indumenti e delle coperte raccolti. Il presidente Smith descrisse così il loro colloquio:

«Il presidente Truman chiese: ‹Perché vuole mandare là tutta quella roba? Il loro denaro non vale nulla›.

Gli dissi: ‹Non vogliamo il loro denaro›. Mi guardò e chiese: ‹Intende dire che la darete via gratuitamente?›

Io dissi: ‹Certo. Proprio così. Sono nostri fratelli e sorelle che si trovano nel bisogno. Dio ci ha dato un’eccedenza di beni; e noi saremo felici di inviarli a loro se abbiamo la collaborazione del governo›.

Egli rispose: ‹Siete sulla strada giusta›. Quindi aggiunse: ‹Saremo felici di aiutarvi in ogni maniera possibile›.10

Mentre gli oggetti raccolti venivano selezionati e imballati nell’Utah per essere spediti oltremare, il presidente Smith fece una visita ai magazzini per assistere a quella operazione. Quando vide la grande quantità di beni raccolti, indice della generosità dei fedeli, le lacrime gli bagnarono le guance. Dopo alcuni minuti si tolse il soprabito nuovo che indossava e disse: «Per favore, mandate anche questo». Anche se alcune persone che gli stavano vicino gli dissero che aveva bisogno del soprabito in un freddo giorno d’inverno come quello, egli insistette che fosse mandato in Europa.11

L’anziano Ezra Taft Benson, membro del Quorum dei Dodici, fu incaricato di riaprire le missioni dell’Europa, di sovrintendere alla distribuzione dei soccorsi e di provvedere alle necessità spirituali dei santi. Una delle prime visite fatte dall’anziano Benson fu quella fatta a una conferenza dei santi tenuta a Karlsruhe, una città tedesca sul Reno. L’anziano Benson narrò così quella esperienza:

«Trovammo infine il luogo in cui si teneva la riunione, un edificio parzialmente distrutto dalle bombe all’interno di un isolato. I santi là riuniti aspettavano da due ore sperando che saremmo arrivati, poiché erano stati informati che forse avremmo partecipato alla conferenza. E allora, per la prima volta nella mia vita, vidi quasi un’intera congregazione in lacrime mentre salivamo sulla piattaforma, ed essi si resero conto che finalmente, dopo sei o sette lunghi anni, dei rappresentanti di Sion, così come ci descrissero, erano finalmente tornati da loro… E quando guardai i loro volti pallidi e magri, quando vidi che molti di quei santi erano vestiti di stracci, alcuni addirittura a piedi nudi, vidi anche la luce della fede nei loro occhi e li ascoltai portare testimonianza della divinità di questa grande opera degli ultimi giorni ed esprimere la loro gratitudine per le benedizioni del Signore».12

Tra i suoi molti compiti l’anziano Benson diresse la distribuzione di centoventisette carri ferroviari pieni di cibo, indumenti, coperte e medicinali in tutta Europa. Anni dopo, quando il presidente Thomas S. Monson andò a dedicare una cappella a Zwickau, in Germania, un anziano fratello si fece avanti, e con le lacrime agli occhi chiese di essere ricordato al presidente Ezra Taft Benson. Egli disse: «Gli dica che mi ha salvato la vita, come quella di decine e decine di fratelli e sorelle del mio paese natio, grazie al cibo e ai vestiti che ci ha portato, dono dei membri della Chiesa dell’America».13

I santi olandesi ebbero l’occasione di svolgere un servizio veramente cristiano soccorrendo i santi della Germania che stavano letteralmente morendo di fame. I santi olandesi avevano sofferto molto durante la guerra e quindi avevano ricevuto aiuto dai membri della Chiesa degli Stati Uniti. Nella primavera del 1947 fu chiesto loro di organizzare a loro volta dei progetti di benessere, cosa che essi fecero subito con grande entusiasmo. Piantarono soprattutto patate e si aspettavano un abbondante raccolto.

A quel tempo il presidente Walter Stover, della Missione della Germania Est, venne in visita in Olanda e, con le lacrime agli occhi, parlò della fame e della desolazione sofferte dai membri della Chiesa della Germania. Il presidente Cornelius Zappey della Missione Olandese chiese ai membri se erano disposti a donare le patate che stavano coltivando ai Tedeschi, che pure erano stati loro nemici durante la guerra. I fedeli acconsentirono volentieri e cominciarono a osservare la crescita delle loro patate con maggiore interesse. Il raccolto fu di gran lunga più abbondante di quanto si aspettavano, e i santi dell’Olanda poterono inviare settantacinque tonnellate di patate ai loro fratelli e sorelle in Germania. Un anno dopo i santi olandesi mandarono altre novanta tonnellate di patate e nove tonnellate di aringhe ai santi della Germania.14

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missionaries in the Netherlands

Il presidente Cornelius Zappey e i missionari della Missione Olandese preparano le patate prodotte dai Servizi di benessere per inviarle ai santi della Germania nel 1947.

Queste dimostrazioni di amore cristiano da parte dei santi erano una caratteristica del presidente George Albert Smith, che emanava in grado straordinario l’amore di Cristo. Egli diceva: «Posso dire a voi, miei fratelli e sorelle, che le persone più felici del mondo sono quelle che amano il loro prossimo e loro stesse e manifestano la loro gratitudine per le benedizioni di Dio mediante la loro condotta in questa vita».15

Il presidente David O. McKay

David O. McKay era consigliere del presidente George Albert Smith nella Prima Presidenza. Nella primavera del 1951, quando sembrò che le condizioni di salute del presidente Smith fossero migliorate, il presidente McKay e sua moglie Emma Rae decisero di lasciare Salt Lake City per una vacanza in California molte volte rimandata. Si fermarono per la notte a St. George, nell’Utah. Quando il presidente McKay si svegliò presto il mattino dopo, ebbe la distinta impressione di dover ritornare alla sede della Chiesa. Pochi giorni dopo l’arrivo del presidente McKay a Salt Lake City il presidente Smith ebbe un infarto che lo portò alla morte il 4 aprile 1951. David O. McKay diventò quindi il nono presidente della Chiesa.

Il presidente McKay era stato ben preparato a guidare la Chiesa. All’età di otto anni si era assunto le responsabilità di capo famiglia quando suo padre fu chiamato in missione nelle Isole Britanniche. Due delle sue sorelle maggiori erano morte da poco, sua madre aspettava un altro bambino, e suo padre pensava che il compito di mandare avanti la fattoria fosse troppo gravoso per la moglie. In quella situazione fratello McKay disse a sua moglie: «Naturalmente mi è impossibile andare». Sorella McKay lo guardò e disse: «Naturalmente devi accettare; non devi preoccuparti di me. Io e David manderemo avanti la fattoria senza difficoltà!»16 La fede e la dedizione dei genitori inculcarono nel giovane David il desiderio di servire il Signore per tutta la vita. Fu chiamato a far parte del Consiglio dei Dodici nel 1906, all’età di trentadue anni, e fece parte di detto consiglio e della Prima Presidenza (come consigliere del presidente Heber J. Grant e del presidente George Albert Smith) per quarantacinque anni, prima di diventare presidente della Chiesa.

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president McKay as a child

Il presidente David O. McKay da bambino con la sua famiglia, sedutosulle ginocchia di suo padre.

Il presidente McKay dette inizio a un vasto programma di viaggi che lo portò a visitare i membri di una chiesa che era diventata universale. Visitò i santi della Gran Bretagna e dell’Europa, Sud Africa, America Latina, Pacifico del Sud e altre località. Durante la sua permanenza in Europa stese i progetti preliminari per la costruzione di templi in Inghilterra e in Svizzera. Prima di portare a termine la sua missione sulla terra egli aveva visitato quasi ogni paese del mondo per sostenere e ispirare i membri della Chiesa.

Il presidente McKay dette un rinnovato risalto al lavoro missionario, esortando ogni membro a prendere l’impegno di portare almeno una persona nella Chiesa ogni anno. Diventò noto per l’ammonimento che ripeteva continuamente: «Ogni membro un missionario».

Nel 1952, in uno sforzo per aumentare l’efficacia dei missionari a tempo pieno, ai missionari di tutto il mondo fu inviato il primo programma ufficiale di proselitismo. Era intitolato Programma sistematico per insegnare il Vangelo. Comprendeva sette lezioni missionarie che davano risalto alla necessità di insegnare tramite lo Spirito e spiegavano chiaramente la natura della Divinità, il piano di salvezza, l’Apostasia e la Restaurazione e l’importanza del Libro di Mormon. Il numero delle persone convertite alla Chiesa in tutto il mondo crebbe sensibilmente. Nel 1961 i dirigenti della Chiesa tennero il primo seminario per tutti i presidenti di missione, che furono esortati a incoraggiare le famiglie ad accogliere i loro amici e vicini e quindi farli istruire dai missionari nella loro casa. Nel 1961 fu istituito un programma di addestramento nelle varie lingue per i missionari chiamati al lavoro, e in seguito fu costruito un centro per l’addestramento dei missionari.

Durante l’amministrazione del presidente McKay i semi del progresso della Chiesa in Asia furono piantati dai membri della Chiesa che prestavano servizio nelle forze armate. Un giovane soldato di American Fork, nell’Utah, di stanza nella Corea del Sud, notò che i soldati degli Stati Uniti che incontravano i civili coreani li obbligavano a farsi da parte quando passavano. Il giovane membro della Chiesa, al contrario, era lui a spostarsi per lasciare il passo ai Coreani. Egli si sforzava anche di imparare i loro nomi e li salutava con cortesia quando li incontrava. Un giorno entrò nella mensa con cinque suoi amici. La coda ai banchi era molto lunga, così decise di sedersi e aspettare. Subito dopo apparve un dipendente coreano della mensa con un vassoio pieno di cibo. Indicando l’unica striscia sulla sua manica, il soldato disse: «Non puoi servire me. Sono solo un soldato semplice». Il coreano rispose: «Sì, certo che ti servo. Sei il cristiano numero uno».17

Entro il 1967 i missionari e i militari avevano avuto tanto successo nel diffondere il Vangelo in Corea che il Libro di Mormon fu tradotto in coreano, e pali e rioni presto si diffusero in quel paese.

I missionari ebbero anche grande successo in Giappone. Dopo la seconda guerra mondiale i membri della Chiesa in Giappone per molti anni avevano avuto rari contatti con i rappresentanti della Chiesa. Ma i membri di stanza in Giappone dopo la guerra aiutarono la Chiesa a diventare più forte. Nel 1945 Tatsui Sato rimase favorevolmente impressionato dai militari della Chiesa che rifiutavano di bere il tè; egli fece loro alcune domande, e queste domande portarono al suo battesimo, come l’anno successivo a quello di numerosi suoi familiari. Elliot Richards battezzò Tatsui e Boyd K. Packer, un militare che in seguito sarebbe diventato membro del Quorum dei Dodici, battezzò sorella Sato. La casa dei Sato divenne il luogo in cui molti giapponesi udirono per la prima volta il messaggio del Vangelo restaurato. Ben presto altri missionari, che durante la seconda guerra mondiale avevano combattuto contro i Giapponesi, aprirono le città di quel paese al lavoro missionario.

Anche se la presenza della Chiesa nelle Filippine può essere fatta risalire agli sforzi compiuti dai militari americani e da altre persone dopo la seconda guerra mondiale, il vero progresso della Chiesa in quel paese iniziò nel 1961. Una giovane donna filippina che non apparteneva alla Chiesa sentì parlare del Libro di Mormon e fece la conoscenza di numerosi Santi degli Ultimi Giorni. Come conseguenza sentì di doversi rivolgere ad alcuni funzionari del governo che conosceva per chiedere loro di concedere ai missionari dei Santi degli Ultimi Giorni di entrare nel paese. L’approvazione fu concessa, e appena pochi mesi dopo l’anziano Gordon B. Hinckley, membro del Quorum dei Dodici, dedicò le Filippine al lavoro missionario.

Per rispondere al rapido progresso avvenuto nella Chiesa durante gli anni ’50, il presidente McKay annunciò il programma di correlazione del sacerdozio. Un comitato diretto dall’anziano Harold B. Lee, membro del Quorum dei Dodici, fu incaricato di effettuare un attento e devoto studio di tutti i programmi della Chiesa per vedere con quale efficacia essi raggiungevano gli obiettivi più importanti. Nel 1961, con l’approvazione della Prima Presidenza, l’anziano Lee annunciò che sarebbero state sviluppate delle linee di condotta per governare la programmazione, la stesura e l’attuazione di tutti i corsi di studio della Chiesa. Molti dei testi erano stati sviluppati in precedenza dalle organizzazioni ausiliarie della Chiesa. Queste nuove direttive avrebbero evitato duplicazioni non necessarie dei programmi e dei libri di testo, in modo che il Vangelo potesse essere più efficacemente insegnato ai membri di ogni età e di ogni lingua in una chiesa universale.

La Chiesa fece anche altri cambiamenti per correlare più efficacemente tutti i programmi e attività, fra i quali i servizi di benessere, l’attività di proselitismo e il lavoro genealogico, per meglio compiere la sua missione. Negli anni ’60 fu dato un nuovo risalto all’insegnamento familiare, svolto nella Chiesa sin dai tempi di Joseph Smith, come maniera in cui provvedere alle necessità spirituali e materiali di tutti i membri della Chiesa. Furono istituite le biblioteche delle case di riunione per migliorare la qualità dell’insegnamento e fu anche istituito un programma per l’addestramento degli insegnanti. Nel 1971 la Chiesa cominciò a pubblicare tre riviste in lingua inglese sotto la supervisione delle Autorità generali: Friend per i bambini, New Era per i giovani e Ensign per gli adulti. Circa nello stesso tempo la Chiesa unificò le riviste in lingue diverse dall’inglese che in precedenza erano state pubblicate indipendentemente dalle varie missioni. Una sola rivista viene ora tradotta in molte lingue e inviata ai membri della Chiesa in tutto il mondo.

Il presidente David O. McKay aveva da sempre sottolineato l’importanza della vita familiare come fonte di felicità e come la difesa più sicura contro le prove e le tentazioni della vita moderna. Egli parlava spesso dell’affetto che sentiva per la sua famiglia e per il costante sostegno che riceveva da sua moglie Emma Rae. Durante l’amministrazione del presidente McKay l’usanza di tenere ogni settimana la serata familiare ricevette un nuovo forte impulso come mezzo mediante il quale i genitori potevano tenere più vicini i loro figli e istruirli nei principi del Vangelo.

La Società di Soccorso sostenne il profeta nel sottolineare l’importanza di rafforzare la famiglia. Dalla sua fondazione avvenuta a Nauvoo, la Società di Soccorso si era sviluppata sino a comprendere centinaia di migliaia di donne in tutto il mondo, che ricevevano personalmente, come i loro familiari, tanti benefici grazie agli insegnamenti ricevuti dalla Società di Soccorso e ai legami stabiliti con altre sorelle grazie ad essa. Dal 1945 al 1974 la presidentessa generale della Società di Soccorso fu Belle S. Spafford, una capace dirigente, che ricevette anche un riconoscimento a livello nazionale quando, dal 1968 al 1970, fu presidentessa del Consiglio nazionale delle donne degli Stati Uniti.

Il presidente McKay morì nel gennaio 1970 all’età di novantasette anni. Egli aveva presieduto alla Chiesa per quasi vent’anni. Durante questo periodo il numero dei membri della Chiesa era quasi triplicato e grandi passi erano stati compiuti per diffondere il messaggio del Vangelo in tutto il mondo.

Note

  1. Citato da Serge F. Ballif, Conference Report, ottobre 1920, 90.

  2. James R. Clark, Messages of the First Presidency of The Church of Jesus Christ of Latter-day Saints, 6 voll. (1965-1975), 4:222.

  3. «Editorial», Improvement Era, novembre 1936, 692.

  4. Prima Presidenza, Conference Report, ottobre 1936, 3.

  5. J. Reuben Clark Jr., riunione straordinaria per i presidenti di palo, 2 ottobre 1936.

  6. Per ulteriori notizie vedi Glen L. Rudd, Pure Religion: The Story of Church Welfare Since 1930 (1995).

  7. Vincenzo di Francesca,»Non brucerò questo libro!» La Stella, giugno 1988, 15.

  8. George Albert Smith, Conference Report, aprile 1948, 162.

  9. George Albert Smith, Sharing the Gospel with Others, a cura di Preston Nibley (1948), 110-112.

  10. George Albert Smith, Conference Report, ottobre 1947, 5-6.

  11. Vedi Glen L. Rudd, Pure Religion, 248.

  12. Ezra Taft Benson, Conference Report, aprile 1947, 154.

  13. Citato da Gerry Avant, «War Divides, but the Gospel Unites», Church News, 19 agosto 1995, 5.

  14. Per ulteriori notizie vedi Glen L. Rudd, Pure Religion, 254-261.

  15. George Albert Smith, Conference Report, aprile 1949, 10.

  16. Citato da Llewelyn R. McKay, Home Memories of President David O. McKay (1956), 5-6.

  17. George Durrant, «No. 1 Christian», Improvement Era, novembre 1968, 82-84.