2002
Una fede improvvisa
Settembre 2002


Una fede improvvisa

Avevo solamente 15 anni quando incontrai per la prima volta i missionari a tempo pieno, due giovani sul cui volto c’era qualcosa di diverso. Sebbene non ricordassi molto di quello che avessero detto durante la prima lezione, non riuscivo a dimenticare i buoni sentimenti che avevo provato nel parlare con loro.

Ero presidente del locale gruppo di giovani della mia chiesa e non avevo intenzione di cambiare religione. Infatti, quando mio fratello maggiore e mia sorella decisero di essere battezzati, mi sentii tradito. Nonostante non approvassi ciò che stavano facendo, andai al loro battesimo per sostenerli. Per me fu difficile ammetterlo, ma al battesimo provai di nuovo quella bella sensazione.

Con il passare del tempo diventai sempre più amico dei missionari. Poi abbandonai la mia posizione di presidente del gruppo di giovani della mia chiesa, ma non ero ancora sicuro di voler essere battezzato.

Poi, un giorno, uno degli anziani venne a casa mia con un membro del rione. Gli dissi: «Anziano, anche a me piacerebbe lavorare con lei qualche volta». Mi rispose: «Mi dispiace, ma per essere un missionario bisogna prima essere membri della Chiesa».

Giorni dopo, presi gli opuscoli che gli anziani avevano lasciato a casa mia. Li lessi uno per uno, lessi le Scritture di riferimento nella Bibbia e nel Libro di Mormon. Poi, feci come Moroni indicava e pregai per sapere se il Libro di Mormon fosse vero. Lo Spirito mi portò testimonianza che era vero e fui battezzato, a sei mesi dal mio primo incontro con i missionari.

La prima cosa che feci dopo essere stato battezzato fu di chiedere ai missionari se ora potevo lavorare con loro. «Deve aspettare di ricevere il Sacerdozio di Aaronne», risposero. Due settimane più tardi ricevetti il sacerdozio. Quello stesso giorno uscii a lavorare con gli anziani e mentre camminavo insieme a loro decisi che anche io, un giorno, sarei stato un missionario a tempo pieno.

Negli anni che seguirono, potei godere di tutte le benedizioni di cui godono i giovani Santi degli Ultimi Giorni. Partecipai al seminario e alle attività dei Giovani Uomini, benedissi e distribuii il sacramento ed infine ricevetti il Sacerdozio di Melchisedec. Sfortunatamente, mia madre osteggiò la mia partecipazione alle attività, dicendo che passavo troppo tempo in chiesa. Quando compii 19 anni e cominciai a preparare le carte per la missione, mia madre mi chiese di non farlo. Decisi di assecondarla e di servire il Signore in qualunque altro modo possibile.

Nei quattro anni che seguirono, svolsi l’incarico di archivista di palo e vi impegnai tutta la mia forza, mente e facoltà. Lavorai spesso anche con i missionari a tempo pieno. Sognavo di poter un giorno diventare un missionario a tempo pieno.

Poi fui chiamato come insegnante del seminario. Questa opportunità, insieme alla chiamata di archivista del palo, mi teneva così impegnato che almeno sentivo che stavo servendo il Signore, anche se non stavo svolgendo una missione.

Poi un giorno, un mese prima del mio ventiquattresimo compleanno, mia sorella venne a farci visita con le sue due bellissime figlie. C’era poco tempo e sapevo di dover decidere della mia vita. Quel giorno una della mie nipotine si addormentò tra le mie braccia. Quando la guardai mi resi conto che anche io un giorno avrei avuto dei figli e che mi avrebbero chiesto: «Papà, perché non sei andato in missione?» Fu quello il momento in cui presi la mia decisione.

Non fu facile per mia madre accettare quella decisione. I miei genitori erano separati ed io ero l’unico figlio che viveva con lei. Tuttavia sapevo che ciò che stavo facendo era giusto e quindi preparai e spedii le carte per la missione. Quando giunse la chiamata per la Missione di Comayaguela, in Honduras, mia madre era talmente arrabbiata che si ammalò. Ma con il tempo cominciò ad accettare la mia scelta e mi aiutò addirittura nella preparazione.

Il giorno in cui partii per il Centro di addestramento per missionari, diedi a mia madre una benedizione del sacerdozio. Con il servizio venne una maggiore comprensione della promessa del Signore: «Io, il Signore, sono vincolato quando fate ciò che dico» (DeA 82:10). Provai una immensa gioia quando finalmente arrivò la tanto agognata chiamata ad essere un rappresentante a tempo pieno del Signore e della Sua chiesa. Ancor più grande fu la mia gioia quando, ad un anno dalla mia partenza per la missione, seppi che mia madre aveva accettato la verità ed era stata battezzata. Quanto sono grato di aver avuto quella fede improvvisa!

Walfre Ricardo Garrido è membro del Rione di Atiquizaya, Palo di Atiquizaya (El Salvador).