2002
«Perché sei così diversa?»
Settembre 2002


«Perché sei così diversa?»

La mia conversione al Vangelo avvenne quando ero molto giovane. Durante la mia gioventù ebbi diverse chiamate in chiesa e sarebbe impossibile descrivere la gioia derivante da esse. Ma una delle esperienze più belle che ho avuto da ragazza avvenne la settimana prima che partissi per la missione.

Preparai le carte per la missione nel gennaio del 1976. Dopo qualche tempo, un periodo che a me sembrò lunghissimo, ricevetti una lettera con cui venivo chiamata ad andare nella Missione di Monterrey, in Messico.

Dal momento che il mio presidente di palo stava per essere rilasciato, mi mise a parte una settimana prima che partissi per la mia missione. Mi mise in guardia su come avrei dovuto comportarmi, ora che ero stata messa a parte, ma sapeva che avrei dovuto continuare a lavorare normalmente in quella settimana, così come era stato programmato. Volevo lavorare quanto più possibile per mettere da parte i soldi per la mia missione e per aiutare la mia famiglia. Quando lasciai la casa del presidente del palo, quella domenica sera in cui fui messa a parte, sentii un meraviglioso senso di calore riempire tutto il mio essere.

Il mattino seguente mi alzai per andare al lavoro come sempre. Quando entrai nell’edificio in cui lavoravo, salutai l’addetto all’ascensore e gli dissi a che piano dovevo salire. Costui non rispose e continuava a fissarmi. Poi entrarono nell’ascensore anche i miei capi e ci salutammo. Quando le porte dell’ascensore si chiusero notai che anche i miei superiori mi stavano fissando. Mi chiesero cosa fosse successo. Risposi che non era successo niente.

Quando entrai nel mio ufficio, i miei colleghi smisero di parlare e presero a guardarmi. Non riuscivo a capire cosa stesse succedendo.

Poco dopo, i miei capi mi chiamarono nel loro ufficio. Mi chiesero di suggerire il nome di qualcuno che potesse prendere il mio posto. Poi mi chiesero perché fossi così diversa. Gli parlai della mia religione e della mia missione. Si congratularono con me e si rifiutarono di accettare le mie dimissioni. Mi dissero che mi avrebbero concesso un anno e mezzo di permesso, così da non farmi perdere tutti i vantaggi legati al mio lavoro. Poi mi chiesero di tornare a lavorare lì al termine della mia missione.

Quando guardai i miei colleghi, in quell’ultimo giorno di lavoro, mi resi conto di quanto li amassi nonostante i loro principi fossero ben diversi dai miei. Maria, una collega, chiese: «Che ti sta succedendo? Perché sei così diversa?» Disse di vedere una luce nel mio volto. «Di cosa si tratta?», chiese.

Finalmente cominciai a vedere l’importanza del lavoro missionario sotto una luce diversa. Ero stata chiamata a servire il Signore e l’influenza dello Spirito Santo stava irradiando attraverso di me.

Sono grata al mio Padre nei cieli per quella settimana di preparazione prima della missione. Sono grata anche per i miei colleghi. Rafforzarono la mia testimonianza del Vangelo aiutandomi a vedere, attraverso i loro occhi, l’importanza della mia chiamata.

Juana Rivero de González è membro del Rione di Juárez, Palo di Arbolillo di Città del Messico.