Il cielo mandò la pioggia

Mentre ero nella presidenza dell’Area Isole del Pacifico feci l’esperienza meravigliosa di conoscere gli abitanti delle isole, che sono persone di grande fede. Nell’osservare e incontrare gli adulti e i bambini ho imparato in fretta che, per essere felici, non occorrono tutte le trappole del benessere mondano.

Una volta, mentre mi trovavo a Tonga, stavo viaggiando tra le isole per partecipare a una conferenza di distretto. Con me c’era mia moglie, un traduttore, il presidente di missione e la sua consorte. Le persone si spostano da un’isola all’altra via mare e la nostra imbarcazione impiegò quattro ore tra Ha’apai e Ha’afeva. Quando arrivammo a Ha‘afeva, i santi erano disposti lungo la spiaggia e cantavano per noi. Ci rimboccammo i pantaloni, ci togliemmo le scarpe e camminammo in acqua fino a riva.

Apprendemmo subito che le persone del luogo erano provate a causa della siccità. Nelle isole, la pioggia che cade sui tetti viene raccolta in barili e gli isolani la usano come acqua potabile. Se non piove, l’acqua potabile si esaurisce e i raccolti non crescono. La siccità perdurava da tanto che non avevano più acqua e, quella sera, per cena ci offrirono l’ultimo cibo rimasto. Pensai tra me: «Che fede!» Avevano digiunato e ci chiesero se ci fossimo potuti unire a loro e pregare per la pioggia, cosa che facemmo.

Al termine della conferenza mentre ci apprestavamo a partire, gli isolani non pregarono solo per la pioggia, ma pregarono affinché il bel tempo fosse durato fino al nostro arrivo a destinazione. Salimmo sulle nostre barche e viaggiamo con il bel tempo, tuttavia, appena arrivammo, i cieli si aprirono e le isole furono benedette con la pioggia.

Questa è la fede di molti polinesiani e il tipo di miracoli che essa fa avverare. Essi hanno una fede semplice e profonda; non hanno bisogno di prove; non dubitano affatto che il Signore viva e li ami. Quando odono la verità e la sentono, l’accettano, poi edificano su tale testimonianza.