2012
La sicurezza e la pace che derivano dall’osservanza dei comandamenti
Dicembre 2012


La sicurezza e la pace che derivano dall’osservanza dei comandamenti

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Vescovo Gary E. Stevenson

I modelli e le verità contenuti nel Libro di Mormon sono semplici e istruttivi, chiari e preziosi. Quando cominciamo qualcosa in rettitudine e obbedienza, alla fine avremo benedizioni e gioia.

Nell’era dell’informazione digitale in cui viviamo, sembra che un ciclo di notizie di 24 ore non passi mai senza raccontare i capitoli di una storia familiare che si ripete più e più volte. I personaggi di questa trama trita e ritrita hanno di solito acquisito celebrità e importanza tramite un talento straordinario nell’essere attori, atleti, politici o uomini d’affari. Anni di pratica o di zelante servizio e sacrificio — i mezzi da loro usati per raggiungere l’apice del successo in un determinato mestiere o professione — sono buttati al vento a causa di uno scandalo che li vede coinvolti.

La scena finale di questa storia è spesso una cupa immagine del personaggio che fa un appello strappalacrime a un giudice, a degli azionisti, a degli elettori, alla famiglia, agli amici o ai fan chiedendo il loro perdono per le sue azioni sbagliate. Il risultato è generalmente una vasta rete di conseguenze involontarie, tra cui il dolore, la vergogna e l’infelicità, che ricadono su di loro, sui loro cari e sui loro colleghi.

Le parole semplici eppure profonde di Alma, l’antico profeta del Libro di Mormon, date a mo’ di esortazione a suo figlio, sembrano tanto adeguate al ventunesimo secolo quanto lo erano 2000 anni fa: “La malvagità non fu mai felicità” (Alma 41:10).

Se le persone coinvolte in uno scandalo oggigiorno conoscessero i comandamenti del vangelo restaurato e vi obbedissero, quasi sicuramente eviterebbero il disastro dal punto di vista individuale e professionale.

La formula della felicità

Una formula insita nel vangelo di Gesù Cristo dimostra qual è il sentiero che porta alla felicità. È una verità chiara e preziosa che percorre tutto il Libro di Mormon. La si trova descritta particolarmente bene negli insegnamenti che il profeta Lehi rivolse ai suoi figli mentre la sua vita stava giungendo al termine. Rivolgendosi a suo figlio Giacobbe, egli insegnò: “Poiché è necessario che ci sia un’opposizione in tutte le cose” (2 Nefi 2:11). Qualche versetto dopo aggiunse: “Gli uomini sono affinché possano provare gioia” (2 Nefi 2:25).

Gli insegnamenti contenuti in questo sermone rivolto a Giacobbe possono essere riassunti semplicementi così: l’obbedienza e la rettitudine portano a ricevere delle benedizioni, che poi portano alla gioia. Per contro, la disobbedienza e la malvagità portano a ricevere un castigo, il quale poi porta dolore. Il Salvatore è il grande Mediatore di tutta l’umanità e il promotore del sentiero che porta alla felicità e alla vita eterna. Il diavolo è il triste padre delle menzogne e il promotore del sentiero che porta alla schiavitù e alla morte.

È chiaro che l’avversario sa che noi non avremmo scelto intenzionalmente la schiavitù e la morte, tuttavia, siccome lui sarà per sempre infelice, cerca di rendere infelici anche tutti gli uomini (vedere 2 Nefi 2:27). Ed egli realizza tale scopo distorcendo le conseguenze del peccato e della disobbedienza. Questo è uno dei motivi per cui viene chiamato il padre delle menzogne.

Il presidente Spencer W. Kimball (1895–1985) insegnò: “Tutti voi… conoscete Satana, il padre delle menzogne. Sapete come riesce a mutare la verità in una menzogna. Egli copre di ornamenti ciò che è malvagio per farlo sembrare bello, piacevole, semplice e perfino buono”.1

Satana vorrebbe farci credere che la formula della felicità comincia con la malvagità e il peccato. Noi veniamo avvertiti del fatto che le sue tentazioni sono mascherate così sapientemente che a volte egli ci sembra “quasi un angelo di luce” (2 Nefi 9:9). Il Signore descrisse la caduta e gli scopi di Satana:

“Pertanto, per il fatto che Satana si ribellò contro di me e cercò di distruggere il libero arbitrio dell’uomo, che io, il Signore Iddio, gli avevo dato, e anche che gli dessi il mio potere; mediante il potere del mio Unigenito, feci sì che fosse gettato giù;

E divenne Satana, sì, proprio il diavolo, il padre di tutte le menzogne, per ingannare e accecare gli uomini, per condurli prigionieri alla sua volontà” (Mosè 4:3–4).

Il sentiero che porta alla felicità comincia con la rettitudine tramite l’obbedienza ai comandamenti. I comandamenti ci sono stati dati come un manuale divino teso ad allontanarci dalla maggior parte delle calamità a cui siamo soggetti come mortali. Il Signore l’ha proclamato agli albori della restaurazione: “Pertanto io, il Signore, conoscendo la calamità che sarebbe venuta sugli abitanti della terra, chiamai il mio servitore Joseph Smith jun. e gli parlai dal cielo e gli diedi dei comandamenti” (DeA 1:17; corsivo dell’autore).

Obbedite ai comandamenti

Per alcune persone può sembrare un controsenso che i comandamenti si trovino proprio all’inizio del sentiero che porta alla felicità piuttosto che essere qualcosa da portarsi dietro lungo il percorso. La seguente storia presa dal mio servizio svolto alcuni anni fa come presidente di missione di Nagoya, in Giappone, ben dimostra questo aspetto.

Io e mia moglie Lesa conoscemmo una giovane donna subito dopo che venne in chiesa per partecipare a una classe d’inglese tenuta dai missionari. Era una persona espansiva, piena d’entusiasmo e in pieno controllo della sua vita, che includeva un buon lavoro, un fidanzato di lunga data e la sua famiglia. Il contatto con i missionari e con i membri tramite le classi d’inglese aveva destato il suo interesse nella Chiesa e così cominciò a seguire le lezioni coi missionari. La sua testimonianza della veridicità del vangelo restaurato sembrava sbocciare sempre di più ogni volta che si incontrava con i missionari. Mentre leggeva il Libro di Mormon, meditando e pregando in merito, seppe che era vero e che erano vere anche tutte le altre cose che stava apprendendo.

Quando i missionari cominciarono ad insegnarle i comandamenti, seppe che doveva obbedire. Lasciò il fidanzato e abbandonò il suo lavoro che richiedeva che lavorasse di domenica. Cominciò a osservare la Parola di Saggezza e accettò la legge della decima. La sua fede era così forte che, quando apprese i comandamenti, cominciò a osservarli all’istante.

Quando annunciò alla sua famiglia il suo interesse per la Chiesa e il suo studio del vangelo restaurato, i suoi genitori le dissero che di conseguenza il loro rapporto con lei ne avrebbe sofferto. Nel giro di poche settimane dopo aver accettato i comandamenti, la giovane donna si ritrovò senza lavoro, senza casa e senza il sostegno della sua famiglia. Le conseguenze della sua obbedienza al Vangelo avevano chiaramente influito sulla sua vita in una maniera che poteva apparire davvero devastante.

Ero profondamente preoccupato per la sua situazione. Una sera tardi, alla fine di una giornata molto intensa, io e Lesa lasciammo la casa della missione per fare una passeggiata e trascorrere un po’ di tempo insieme in tranquillità. Fummo sorpresi quando arrivammo a un incrocio trafficato nello stesso momento in cui vi arrivava in bicicletta questa giovane simpatizzante piena d’entusiasmo. Ci salutò con un caldo sorriso e con un abbraccio. Meravigliati che fosse ancora fuori ad un’ora così tarda, le chiedemmo dove era diretta.

“Sto andando al mio nuovo lavoro per il turno di notte alla finestra del drive-in di un ristorante fast-food”, esclamò con gioia.

Questo lavoro rappresentava un notevole passo indietro dal punto di vista della paga, degli incarichi e delle ore lavorative rispetto al suo precedente lavoro. Nonostante avesse subito delle dure prove nella sua vita temporale, emanava felicità da ogni poro. Poi ci annunciò che era stata fissata la data del suo battesimo. Tornando a piedi alla casa della missione, io e Lesa eravamo stupiti di come la sua fede e l’obbedienza ai comandamenti da poco scoperti l’avessero posta sul sentiero che porta alla vera gioia.

Passarono alcune settimane e fu battezzata. Dopo un po’ di tempo si riconciliò con la sua famiglia e trovò un lavoro migliore. Qualche anno dopo il suo battesimo, fu suggellata nel tempio giapponese di Tokyo a un missionario ritornato che aveva incontrato a un’attività per giovani adulti non sposati. Ora sono una famiglia eterna e sono stati da poco benedetti con la nascita di un bellissimo bambino. Un inno descrive con brevità e dolcezza ciò che accadde alla sua vita come conseguenza all’obbedienza ai comandamenti:

Vivi il Vangelo, vivi il Vangelo;

Soltanto così nel tuo cuor pace avrai.

Dice il profeta: “Ama il Signore,

vivi il Vangelo tutta la vita,

e pace avrai nel tuo cuor”.2

I modelli e le verità contenuti nel Libro di Mormon sono chiari e istruttivi, semplici e preziosi. Quando cominciamo qualcosa in rettitudine e obbedienza, alla fine avremo benedizioni e gioia.

Note

  1. Spencer W. Kimball, “The Blessings and Responsibilities of Womanhood”, Ensign, marzo 1976, 70.

  2. “Vivi il Vangelo”, Inni, 192.

Legge

Vedere 2 Nefi 2:11–27

Obbedienza (rettitudine)

Benedizione

Felicità (gioia)

Disobbedienza (malvagità)

Castigo

Infelicità (miseria)

Illustrazioni di Dilleen Marsh