2015
Raccontare segreti
Marzo 2015


Raccontare segreti

“Come vi ho amati, abbiate in cuore l’uno per l’altro lo stesso amore” (“Come vi ho amati”, Inni, 197).

Questo era un segreto che Luisa avrebbe dovuto tenere?

Quando la campanella suonò, Luisa chiuse il libro di matematica. Del resto, nell’ultima ora non era riuscita a concentrarsi sui problemi.

Tutti gli altri studenti uscirono in fretta. Era l’ultima classe del venerdì. Di solito anche Luisa si sentiva emozionata per il fine settimana, ma oggi riusciva solo a sentirsi preoccupata. Non fino all’ora di pranzo. Era stato allora che la sua migliore amica, Carlotta, le aveva fatto una domanda: “Sai tenere un segreto?”

In quel momento Luisa si era protesa e aveva annuito ansiosamente. Era brava a tenere i segreti. Pensava che Carlotta le avrebbe sicuramente parlato di qualche ragazzo carino per cui aveva una cotta.

Invece, il segreto di Carlotta non era affatto divertente.

Una voce interruppe i pensieri di Luisa. Batté le palpebre e alzò lo sguardo dal banco. “Hai domande sui compiti per casa, Luisa?”, chiese l’insegnante. Tutti gli altri studenti erano già usciti dalla classe.

“No”, rispose Luisa. Incontrò lo sguardo dell’insegnante. Doveva assolutamente dirlo a qualcuno! Carlotta, però, le aveva fatto promettere di non dirlo a nessuno.

“Devo prendere l’autobus”, disse velocemente Luisa. Si mise il cappotto e corse fuori, nell’aria fredda dell’inverno.

Durante tutto il tragitto, Luisa si sentì talmente nervosa dentro da non riuscire quasi a sopportarlo. Si sentiva stringere il petto, come se respirare fosse difficile.

Luisa non riusciva a smettere di pensare al segreto di Carlotta. A pranzo Carlotta aveva detto che stava facendo una cosa pericolosa. Luisa non riusciva quasi a credere a quello che aveva sentito. Pensava di conoscere la sua migliore amica! Non riusciva a immaginare Carlotta che faceva una cosa spaventosa come quella. Alla fine del pranzo, Carlotta fece promettere a Luisa di non dirlo mai a nessuno.

E se Carlotta si fosse fatta del male?

Luisa cercò di ignorare le risate e le voci attorno a lei sull’autobus quando chiuse gli occhi e pregò in silenzio.

“Per favore, Padre Celeste, aiutami a sapere che cosa devo fare. Non voglio che la mia amica si arrabbi con me, ma non voglio neanche che le succeda qualcosa di brutto. Nel nome di Gesù Cristo. Amen”.

La strada di casa sembrava più lunga del normale. La mamma sarebbe riuscita a capire che qualcosa non andava quando Luisa sarebbe entrata in casa? Che cosa poteva dire?

Guardando la neve che c’era a terra, Luisa ricordò la battaglia a palle di neve che lei e Carlotta avevano iniziato a fare al parco con altri bambini la settimana passata. Era stata così divertente! Pensò alle altre cose che a lei e a Carlotta piaceva fare insieme. Andare in giro. Fare escursioni. Fare i compiti. Praticare sport.

Che cosa sarebbe successo se Luisa avesse raccontato il segreto di Carlotta e lei non avesse più voluto essere sua amica? Quel pensiero chiuse lo stomaco di Luisa con un nodo ancora più stretto.

Poi pensò un’altra cosa. Al momento la cosa più importante era ciò che era meglio per Carlotta, non quello che Carlotta avrebbe potuto pensare di lei. Carlotta aveva bisogno di una vera amica, un’amica che l’avrebbe aiutata a stare al sicuro. Luisa sapeva che Gesù faceva sempre quello che era meglio per gli altri, anche se Lui non piaceva ad alcune persone.

Luisa sapeva che cosa doveva fare. Doveva parlarne con la mamma. Avrebbe anche telefonato a Carlotta per dirle quanto fosse preoccupata e che avrebbero avuto bisogno dell’aiuto di un adulto. Forse allora anche Carlotta avrebbe parlato con sua madre.

Luisa sentì il cuore più leggero mentre si avvicinava alla porta d’ingresso.

“Mamma?”, chiamò mentre entrava. “Possiamo parlare?”

Forse Carlotta si sarebbe arrabbiata, ma Luisa sapeva che quella era la cosa giusta da fare. Voleva essere una vera amica.

Alcuni segreti erano troppo importanti per essere tenuti.