Istituto
Capitolo 5: La rivelazione personale e la storia familiare


5

La rivelazione personale e la storia familiare

Introduzione

Cercare ispirazione aumenterà il tuo successo nella storia familiare. Quando ti sforzi di obbedire ai comandamenti, puoi chiedere aiuto al Signore nel lavoro che fai per la storia familiare e puoi confidare nel fatto che sarai aiutato per rivelazione mediante il potere dello Spirito Santo. In certe occasioni, lo Spirito Santo può aiutarti anche ad avvertire il desiderio che i tuoi antenati retti, nel mondo degli spiriti, hanno di stipulare le alleanze del Vangelo.

Il presidente James E. Faust (1920–2007), della Prima Presidenza, spiegò: “Trovare i nostri antenati ad uno ad uno può essere un processo pieno di ostacoli, ma anche emozionante e gratificante. Sentiamo spesso la guida dello Spirito quando utilizziamo le fonti che li identificano. Poiché questa è un’opera molto spirituale, possiamo aspettarci di ricevere aiuto dall’altra parte del velo. Sentiamo che i nostri parenti che attendono che li troviamo ci tirano, affinché possano ricevere le ordinanze” (Liahona, novembre 2003, 55–56).

Studiando questo capitolo, considera gli sforzi che stai compiendo per ricevere aiuto divino dal Signore perché ti assista mentre lavori alla storia familiare.

Commento

Cercare in maniera efficace i nostri parenti defunti richiede che esercitiamo fede in Gesù Cristo [5.1]

La fede è un dono di Dio. [5.1.1]

La fede è un dono di Dio, un dono che si rafforza e aumenta quando ti impegni sinceramente nei giusti scopi. La vera fede viene dimostrata mediante atti di obbedienza. Il presidente Joseph Fielding Smith (1876–1972) spiegò: “Se vogliamo avere una fede ardente e costante dobbiamo essere attivi nell’assolvimento di ogni dovere quali membri di questa Chiesa. Io sono sicuro, come sono di essere qui, che se vivessimo anche soltanto più vicini a queste verità fondamentali, vedremmo più manifestazioni dello Spirito di Dio” (Dottrine di Salvezza, compilato da Bruce R. McConkie, 3 volumi [1955], 2:269).

L’anziano Kevin W. Pearson dei Settanta ha sottolineato ulteriormente l’importanza dell’obbedienza nello sviluppo della fede:

“L’anziano Bruce R. McConkie insegnò: ‘La fede è un dono che Dio concede come ricompensa per la rettitudine personale. Viene sempre concessa in presenza della rettitudine e maggiore è la misura di obbedienza alle leggi di Dio, più grande sarà la fede elargita’ (Mormon Doctrine, 2ª edizione, [1966], 264; [corsivo nell’originale]). Se desideriamo più fede, dobbiamo essere più obbedienti… La fede richiede un atteggiamento di obbedienza rigorosa, anche nelle cose piccole e semplici…

Mentre si sviluppano i modelli di obbedienza, le benedizioni specifiche associate all’obbedienza si realizzano ed emerge la convinzione. Desiderio, speranza e convinzione sono forme di fede, ma la fede come principio di potere deriva da un modello costante di comportamento e atteggiamenti obbedienti. La rettitudine personale è una scelta. La fede è un dono che viene da Dio, e colui che lo possiede può ricevere enorme potere spirituale” Liahona, maggio 2009, 39).

L’impegno che metti nel pregare con maggiore fervore, nell’investigare le Scritture, nell’obbedire ai comandamenti, nell’andare degnamente al tempio, nel digiunare, nel servire il prossimo si traduce in una fede più grande in Gesù Cristo ed esercita un’influenza positiva sulla tua capacità di cercare i documenti dei tuoi parenti defunti. Nell’ambito della ricerca della storia familiare, ciò suggerisce anche che tu impieghi tempo ed energia a trovare i documenti e le storie disponibili.

Immagine
La Prima Visione

Nel Bosco Sacro, il giovane Joseph Smith Jr chiese “con fede” a quale chiesa dovesse unirsi.

La Prima Visione è un esempio di come chiedere con fede. [5.1.2]

Pregare con fede non implica solo il fervore con cui preghi, richiede anche che alla tua preghiera seguano le azioni. L’anziano David A. Bednar, del Quorum dei Dodici Apostoli, ha insegnato il principio del chiedere con fede citando l’esempio del profeta Joseph Smith, che agì diligentemente dopo aver chiesto l’aiuto di Dio:

“L’esempio classico del chiedere con fede è Joseph Smith e la Prima Visione. Quando il giovane Joseph stava cercando di scoprire la verità sulla religione, lesse i seguenti versetti del primo capitolo di Giacomo:

‘Se alcuno di voi manca di sapienza, la chiegga a Dio che dona a tutti liberalmente senza rinfacciare, e gli sarà donata.

Ma chiegga con fede, senza star punto in dubbio’ (Giacomo 1:5–6).

Notate il requisito del chiedere con fede, che per me è la necessità non solo di esprimere, ma di fare, il doppio obbligo di supplicare e di compiere, il requisito di comunicare e di agire… 

Da molto tempo ho fatto mio il principio che una preghiera significativa richiede una comunicazione santa e un lavoro consacrato. Le benedizioni richiedono un certo sforzo da parte nostra prima che possiamo ottenerle e la preghiera, come una forma di lavoro, è un mezzo stabilito per ottenere le più elevate di tutte le benedizioni (vedere Bible Dictionary, “Prayer”, 753). È agendo in base a quanto abbiamo espresso al Padre Celeste che ci spingiamo innanzi e perseveriamo nell’opera consacrata della preghiera dopo che diciamo ‘amen’.

Chiedere con fede richiede onestà, sforzo, impegno e perseveranza” (Liahona, maggio 2008, 94–95).

La fede apre ogni porta. [5.1.3]

Immagine
Presidente Harold B. Lee

Il presidente Harold B. Lee (1899–1973) espresse la convinzione che, quando stiamo cercando di fare tutto il possibile per reperire le informazioni necessarie sui nostri parenti defunti, il Signore apra le porte che ci consentono di trovare quelle che stiamo cercando:

“Nella nostra ricerca genealogica il Signore non ci aprirà le porte fino a quando non avremo fatto tutto il possibile. Dobbiamo attraversare quel muro bianco e poi avere abbastanza fede per chiedere al Signore di aiutarci a giungere al gradino successivo. E potete avere informazioni da fonti che rivelano il fatto che i cieli e la terra non sono lontani.

Molti di voi hanno vissuto l’esperienza di perdere una persona cara. Talvolta avete avuto la certezza della vicinanza di coloro che vi sono stati tanto vicino; e a volte essi vi hanno portato delle informazioni che non avreste potuto ottenere diversamente.

Sono convinto per mia esperienza, e ne porto testimonianza, che vi sono delle forze al di là di questa vita che stanno lavorando con noi… 

Ho fede che quando fate tutto il possibile tentando fino all’ultima possibilità, il Signore vi aiuterà ad aprire le porte per continuare la vostra genealogia, e il cielo vi aiuterà, ne sono certo” (Insegnamenti dei presidenti della Chiesa – Harold B. Lee [2000], 104).

Se agiamo con fede, possiamo trarre ispirazione dallo Spirito Santo che ci aiuterà a fare storia familiare [5.2]

Immagine
Confermazione

Quando sei stato confermato membro della Chiesa, sei stato esortato a ricevere lo Spirito Santo.

Sii degno di ricevere l’aiuto dello Spirito Santo. [5.2.1]

L’anziano David A. Bednar ha spiegato ciò che dobbiamo fare per ricevere l’aiuto dello Spirito Santo:

“Queste quattro parole — ‘Ricevi lo Spirito Santo’ — non sono dichiarazioni passive, piuttosto costituiscono un’ingiunzione del sacerdozio, un autorevole ammonimento ad agire e non a subire (vedere 2 Nefi 2:26). Lo Spirito Santo non diventa operativo nella nostra vita solamente perché le mani sono state poste sul nostro capo e perché sono state pronunciate quelle quattro parole importanti. Mentre riceve questa ordinanza, ognuno di noi accetta la sacra ed eterna responsabilità di desiderare, cercare, operare e dirigere la sua vita, così da poter ‘ricevere lo Spirito Santo’ e i relativi doni spirituali…

Che cosa dovremmo fare per riuscire a rendere una costante realtà questo ammonimento pronunciato con autorità di cercare la compagnia del terzo membro della divinità? Io suggerisco che abbiamo bisogno di (1) desiderare sinceramente di ricevere lo Spirito Santo, (2) invitare degnamente lo Spirito Santo nella nostra vita, e (3) obbedire fedelmente ai comandamenti di Dio” (Liahona, novembre 2010, 95).

Seguendo il consiglio dell’anziano Bednar, permetti allo Spirito Santo di fornirti l’ispirazione che ti aiuti nel perseguire gli obiettivi della storia familiare.

A volte il dono dello Spirito Santo è chiamato “il dono ineffabile”. [5.2.2]

Noi ci qualifichiamo per ricevere la direzione dello Spirito Santo nella nostra storia familiare soddisfacendo i requisiti di questo sacro dono. L’anziano Joseph B. Wirthlin (1917–2008), del Quorum dei Dodici Apostoli, sottolineò che, quando soddisfiamo tali requisiti, lo Spirito Santo può benedirci in vari modi:

“In Dottrina e Alleanze il Signore chiama il dono dello Spirito Santo ‘il dono ineffabile’ [DeA 121:26]. È la fonte della testimonianza e dei doni spirituali. Illumina la mente, riempie la nostra anima di gioia [vedi DeA 11:13], ci insegna ogni cosa e ci riporta alla memoria conoscenze dimenticate [vedi Giovanni 14:26]. Inoltre lo Spirito Santo ci ‘mostrerà tutte le cose che [dovremo] fare’ [2 Nefi 32:5]…

Il presidente Gordon B. Hinckley insegnò: ‘Quale grande benedizione è avere l’influenza ministrante di un membro della Divinità’ [Teachings of Gordon B. Hinckley (1997), 259]. Pensate a quello che significa la capacità e il diritto di ricevere il ministero di un membro della Divinità; di comunicare con saggezza infinita, conoscenza infinita e potere infinito!” (Liahona, maggio 2003, 26–27).

Immagine
donna che prega

La rivelazione giunge alla mente e al cuore.

La rivelazione giunge in modi diversi. [5.2.3]

Mentre svolgi la ricerca dei documenti dei tuoi parenti defunti, lo Spirito Santo può comunicare con te in vari modi. Siate Fedeli – riferimenti per lo studio del Vangelo elenca alcuni modi in cui puoi ricevere rivelazione dallo Spirito Santo:

Egli parla alla mente e al cuore con una voce dolce e sommessa… Talvolta lo Spirito Santo vi aiuterà a comprendere un principio del Vangelo o vi darà un suggerimento che sembrerà ‘occupare la [vostra] mente e s’impo[rrà] più fortemente sui [vostri] sentimenti’ (DeA 128:1). Anche se tale rivelazione può avere un potente effetto su di voi, quasi sempre essa arriva come una voce ‘dolce e sommessa’ (vedere 1 Re 19:9–12; Helaman 5:30; DeA 85:6).

Egli vi ispirerà tramite i sentimenti. Anche se spesso descriviamo la comunicazione dello Spirito come una voce, essa viene percepita più che udita. E mentre diciamo di ‘ascoltare’ i suggerimenti dello Spirito Santo, spesso descriviamo un suggerimento spirituale con le parole ‘ho provato un sentimento’…

Egli porta pace. Lo Spirito Santo è spesso chiamato il Consolatore (vedere Giovanni 14:26; DeA 39:6). Quando rivelerà la volontà del Signore a vostro riguardo, Egli sussurrerà pace alla vostra mente (vedere DeA 6:23). La pace che Egli dà non può essere contraffatta dalle influenze mondane o da falsi insegnamenti” ([2004], 146–147).

Immagine
uomo che medita le Scritture

La guida dello Spirito ci aiuta a fare storia familiare. [5.2.4]

Immagine
Presidente Thomas S. Monson

Il presidente Thomas S. Monson ha parlato del comandamento di fare storia familiare e ha spiegato in che modo la guida dello Spirito può aiutarci ad adempiere tale incarico:

“Il lavoro di ricerca per individuare i nostri antenati e fornire loro le ordinanze dell’esaltazione è svolto in loro favore per mandato del nostro Padre Celeste e del Suo amato Figliolo. Essi non ci lasciano soli ad affrontare questa lotta. Anzi, in maniera a volte drammatica, ci preparano la via e esaudiscono le nostre preghiere… 

Quando ero presidente della Missione Canadese con sede a Toronto, avevamo una sorella di nome Myrtle Barnum, appassionata di genealogia. Svolgeva questo sacro lavoro con grande fede. Aveva accumulato una grande quantità di informazioni genealogiche sulla zona del Fiume San Lorenzo. Era arrivata al punto in cui ogni ulteriore progresso sembrava impossibile. Non sapeva più a chi o dove rivolgersi. Studiava, cercava, pregava, ma non rinunciava mai. E nonostante i lunghi, interminabili mesi di frustrazioni, durante i quali sembrava non compiere alcun progresso, non perse mai la speranza.

Un giorno, mentre passava davanti a un negozio di libri di seconda mano, si sentì spinta ad entrarvi. Scrutando su e giù per gli scaffali fu attirata da una particolare serie di libri. Perché proprio quella serie di libri richiamò la sua attenzione ella non potrebbe mai spiegarlo, se non che il Signore la indirizzò da quella parte. Il titolo di quei due libri era: Pioneer Life on the Bay of Quinte, volumes 1 and 2 [Vita dei pionieri della baia di Quinte. Volume 1 e 2] [NdT]. Sembravano romanzi. Ella prese uno di quei due polverosi volumi e quando lo aprì rimase davvero stupefatta. Erano libri… che contenevano i documenti genealogici di tutte le persone che erano vissute nei pressi della Baia di Quinte dal tempo in cui avevano cominciato a tenere una documentazione di quella zona. Ella si affrettò a scrutare il libro pagina dopo pagina e in esso trovò le informazioni che le riaprirono di nuovo la via alla ricerca genealogica, in modo da poter continuare.

Un quorum degli anziani di quella zona raccolse la considerevole somma necessaria per acquistare i due libri. Furono inviati alla sede centrale della Chiesa a Salt Lake City insieme a una lettera indirizzata a me, nella quale si spiegava che quegli stessi libri erano serviti ad aprire la via che aveva portato a trovare migliaia di nomi di antenati di tanti provenienti da quella zona. Migliaia di persone gioirono per il ritrovamento di questo prezioso tesoro che collegava insieme tante famiglie, compresa quella del presidente Henry D. Moyle [componente della Prima Presidenza dal 1959 al 1963]… Uno dei suoi nonni proveniva proprio di là. E tutto questo avvenne perché una donna che serviva fedelmente il Signore si era rifiutata di lasciarsi scoraggiare. Si era rifiutata di dire: ‘Non c’è altro che posso fare da sola’” (“Pietre d’inciampo, fede e miracoli”, La Stella, giugno 1996, 19; 21).

“State svolgendo la missione affidatavi dal Signore?” [5.2.5]

L’anziano John A. Widtsoe (1872–1952), del Quorum dei Dodici Apostoli, scrisse dell’esperienza di essere guidati dallo Spirito nel trovare libri contenenti documenti genealogici importanti:

“Non ricordo di aver svolto nella Chiesa alcun lavoro che fosse colmo di testimonianze della divinità di quest’opera rispetto a quel poco che ho fatto in favore della salvezza dei nostri antenati defunti. Potrei raccontarvi numerose esperienze, ma l’unica che mi ha colpito di più è accaduta alcuni anni fa, quando accompagnai il fratello Reed Smoot in Europa.

Arrivammo a Stoccolma, egli doveva svolgere il suo incarico; io decisi di vedere che cosa potevo fare per poter trovare libri sulla genealogia svedese. Conoscevo i nomi delle due grandi librerie di Stoccolma. Andai nella prima libreria, scelsi alcuni libri e poi attraversai la città per recarmi nell’altra sperando di poter trovare libri più interessanti. Mentre mi affrettavo lungo la via piena di persone, fui fermato all’improvviso da una voce che mi disse: ‘Attraversa la strada e percorri la stradina laterale’. Guardai dall’altra parte della strada e vidi la stradina. Non ero mai stato a Stoccolma prima di allora. Pensai che tutto ciò non avesse senso, che avevo poco tempo a disposizione, che non avrei percorso quella stradina, che dovevo svolgere il mio compito e continuai a camminare.

In quello stesso momento sentii di nuovo la voce in maniera distinta, come qualsiasi altra voce abbia mai sentito. Poi mi chiesi quale affare dovevo sbrigare in quella città. Non dovevo svolgere la missione affidatami dal Signore? Così attraversai; percorsi la stradina e lì, a metà strada, trovai una piccola libreria di cui non sapevo niente. Quando chiesi alcuni libri sulla genealogia la donna disse: ‘No, non trattiamo libri sulla genealogia. Quando li riceviamo, li mandiamo alla libreria’ — e nominò il negozio al quale ero diretto. Poi, mentre stavo per andarmente deluso, disse: ‘Aspetti un attimo. Un importante collezionista di libri, un genealogista, è morto circa un mese fa e noi abbiamo acquistato la sua biblioteca. Molti dei suoi libri genealogici sono nel retro, pronti per essere spediti alla libreria, ma, se vuole comprarli può farlo’.

Così salvaguardammo la fondazione della genealogia svedese nella nostra biblioteca. Potrei raccontare molte esperienze simili” (“Genealogical Activities in Europe”, The Utah Genealogical and Historical Magazine, luglio 1931, 101; divisione per paragrafi aggiunta; citato anche da Boyd K. Packer in The Holy Temple [1980], 245–246).

Immagine
L’anziano John A. Widtsoe nella libreria svedese, 1923

“Una vocina dentro di me mi diceva che potevo fare qualcosa in più”. [5.2.6]

La storia seguente illustra il modo in cui lo Spirito Santo può operare gradualmente dentro di te per motivarti e aiutarti a svolgere la storia familiare:

“Un paio di anni fa, alla Scuola Domenicale, l’insegnante ci invitò a svolgere la ricerca della storia familiare. Egli rivolse il messaggio a tutti i partecipanti, ma a me sembrò fosse diretto a me. Sentivo di aver fatto più che il mio dovere. Ero risalito alle linee familiari per quanto possibile; non c’era altro che potessi fare.

Uscii dalla classe turbato… Sentivo di aver fatto abbastanza, eppure una vocina dentro di me mi diceva che potevo fare qualcosa in più.

Sapevo di non poter trovare una spiegazione logica al mio senso di colpa. Non mi sentivo in pace. Mentre pensavo e ripensavo, mi ricordai di un’amica con la quale avevo servito in un comitato di storia familiare. Mi aveva detto di stabilire un momento specifico ogni settimana da dedicare alla ricerca della storia familiare e che sarei diventato più efficace nelle altre cose che facevo. Questa sorella mi piaceva, ma non volevo credere a quello che mi aveva detto.

In quel momento, mentre ero seduto tutto agitato, ricevetti una rivelazione intima e semplice: per svolgere la storia familiare non dovevo smettere di scrivere o dipingere. Dovevo soltanto trascorrere ogni lunedì mattina dalle 08:00 a mezzogiorno a dedicarmi a quell’opera. Ciò mi avrebbe lasciato il tempo di dipingere, di scrivere, di svolgere il mio lavoro come suggellatore e di partecipare a una sessione di investitura al tempio ogni settimana.

Decisi che era giunto il momento di arrendermi e di liberarmi di quel persistente senso di colpa. Guardai dall’altra parte della stanza e vidi il fratello Ricks, uno dei consulenti di storia familiare del nostro rione. Aveva una certa esperienza nella ricerca e si era offerto molte volte di aiutarmi.

Gli parlai dei miei sentimenti e dei miei desideri ed egli acconsentì ad aiutarmi ogni lunedì mattina. Mentre tornavo a casa quella domenica, ricordai che una volta mia madre aveva spedito del denaro a un ricercatore che si trovava in Inghilterra affinché lavorasse alla linea familiare di lei, quella della famiglia Mayne, ma egli non era riuscito a trovare il matrimonio o il luogo di nascita del trisavolo di mia madre. Quindi decisi di iniziare la ricerca da lì, determinato a dare il meglio.

Durante il nostro primo incontro, mostrai al fratello Ricks la linea della famiglia Mayne. Quando iniziammo a svolgere la ricerca, sapevamo che il mio trisavolo George aveva vissuto a lungo a Wath, nello Yorkshire, in Inghilterra, ma lì non esistevano documenti riguardanti la sua nascita o il suo matrimonio. I registri parrocchiali riportavano che il padre del mio bisnonno William si chiamava George, la cui moglie si chiamava Mary, ma non sapevamo il cognome di lei.

Approssimammo la data di matrimonio intorno al 1785. Avviammo una ricerca generale per George Mayne e trovammo un elenco che indicava un certo George Mayen sposato con Mary Holdridge nel 1781. Siccome Mayen è un errore ortografico comune per Mayne, andammo avanti. Il documento attestava che si erano sposati a Northallerton, nello Yorkshire. Consultammo la cartina e scoprimmo che Northallerton si trovava a trentadue chilometri da Wath. Ci affascinava il fatto che sapevamo che George era sposato con una certa Mary.

Poi trovammo Mary Holdridge nell’International Genealogical Index, era stata battezzata a Wath e ci rendemmo conto che forse avevamo trovato i nostri George e Mary.

Scoprimmo che i registri parrocchiali di Northallerton non erano stati ancora indicizzati, quindi il lunedì successivo ci recammo alla Biblioteca genealogica di Salt Lake City e cercammo le microfiche relative ai registri, dove ero emozionato di trovare il matrimonio di George Mayen e Mary Holdridge. Il fratello Ricks svolse una ricerca tra i certificati di battesimo e trovò i certificati di nascita di George e di quattro dei suoi fratelli, nati da George Mayen e Catherine Aston. E poi trovai il certificato del loro matrimonio!

Penso che queste persone siano quelle che mi facevano sentire in colpa quando rifiutai di partecipare! Adesso che li ho trovati, ci saranno probabilmente altri antenati che mi faranno sentire un po’ irrequieto. Ma io continuerò a dedicare i miei lunedì mattina alla ricerca della storia familiare. In un certo senso mi sento meglio riguardo alla vita e alla mia autostima. Il mio senso di colpa è stato spazzato via, sostituito dall’entusiasmo e dall’amore” (George D. Durrant, “My Guilt Was Swept Away”, Ensign, gennaio 2009, 34–35).

“Il nome è praticamente saltato fuori dalla pagina”. [5.2.7]

Immagine
donna che guarda un lettore di microfilm

A questa storia di estrazione dei nomi — ora chiamata “indicizzazione” — nell’ambito della storia familiare è legato l’esempio di qualcuno che riceve un sostanzioso aiuto dal Signore dopo aver esercitato la fede:

“La pagina era sbiadita e ingiallita, i bordi erano frastagliati e il testo sottilissimo era disseminato di buchi irregolari. Era il documento di un battesimo avvenuto in Spagna il 19 febbraio di cinquecentoundici anni fa.

Decifrare la data era stato abbastanza semplice. Uno sforzo coordinato, sostenuto da anni di esperienza e da una fervente preghiera, alla fine aveva consentito all’addetta all’estrazione di ricavare il nome del padre e poi della madre, ma del nome della bambina non c’era traccia. Gli anni, la muffa e i topi e gli insetti famelici avevano gradualmente rovinato la pagina, rendendola illeggibile.

L’addetta all’estrazione aveva incontrato il documento nel microfilm il giorno prima ed era andata a casa dopo essersi impegnata diligentemente, decisa a riprenderlo dopo un giorno di preghiera e di digiuno. Ma il giorno dopo era ancora impossibile leggere il documento. L’addetta era andata avanti, ma era stata spinta a riprenderlo spesso durante il pomeriggio. Alla fine aveva deciso di dargli un’ultima possibilità prima di sforzarsi di togliersi dalla mente il documento che la metteva a disagio.

Quando girò la manopola del microfilm, il nome saltò praticamente fuori dalla pagina. Rimase a fissare incredula il nome scritto a chiare lettere.

‘Elena Gallegos, si chiama Elena Gallegos’, disse a voce alta, emozionata. Un gruppo di estrattori, conoscendo la situazione, le si fece intorno meravigliato alla vista del nome chiaramente visibile sul lettore.

Mentre si affrettava a copiare il nome, fu pervasa da una calorosa intimità. ‘Avevo la sensazione di essere stata abbracciata’, spiegò in seguito. Più tardi, quando tornò sul documento per controllare il lavoro svolto, le parole furono di nuovo illegibili” (Derin Head Rodriguez, “More than Names”, Ensign, gennaio 1987, 12).

Immagine
raggi di sole attraverso le nuvole

I giusti desideri dei nostri antenati nel mondo degli spiriti possono influenzare la nostra storia familiare [5.3]

Possiamo ricevere indicazioni dagli antenati defunti. [5.3.1]

L’anziano Melvin J. Ballard (1873–1939), del Quorum dei Dodici Apostoli, parlò di un’influenza ispiratrice, esercitata dai nostri antenati, che può aiutarci a raggiungere le mete relative alla storia familiare: “Ve ne sono migliaia, centinaia di migliaia e milioni nel mondo degli spiriti che aspettano di ricevere questo Vangelo e aspettano da secoli la loro liberazione. Aspettano voi. Pregano che il Signore risvegli il vostro cuore nel loro interesse. Essi sanno dove si trovano i loro documenti, e io rendo testimonianza che lo spirito e l’influenza dei vostri parenti defunti guiderà coloro che sono interessati a trovare tali documenti. Se esiste qualche fonte sulla terra che parli di loro, la troverete. Questa è una promessa, ma dovete iniziare a lavorare. Dovete iniziare a chiedere informazioni sui vostri antenati defunti. E lo spirito per cui il vostro cuore si volge a loro scenderà su di voi, e la via si aprirà in maniera meravigliosa, e se esiste sulla terra un frammento di prova che li riguarda, lo troverete. Quando avremo fatto tutto ciò che possiamo fare da soli, il Signore verrà in nostro aiuto… Se abbiamo fatto del nostro meglio, abbiamo svolto la ricerca e abbiamo scoperto tutto quanto è disponibile, allora verrà il giorno in cui Dio aprirà il velo e i documenti… saranno rivelati” (Bryant S. Hinckley, Sermons and Missionary Services of Melvin Joseph Ballard [1949], 230).

In un’altra occasione l’anziano Ballard disse: “Voglio dirvi che è con un’intensità maggiore che il cuore dei padri e delle madri che si trovano nel mondo degli spiriti si volge ai propri figli rispetto a quanto il nostro si volga a loro” (Hinckley, Sermons and Missionary Services of Melvin Joseph Ballard, 249).

L’opera si svolge su entrambi i lati del velo. [5.3.2]

Il presidente Spencer W. Kimball (1895–1985) confermò che, poiché la fede viene esercitata in entrambi i lati del velo, i modi per liberare coloro che si trovano nella prigione degli spiriti saranno resi possibili: “Mio nonno, facendo parte di una famiglia, cercò di raccogliere i suoi documenti genealogici per tutta la vita; e quando morì, nel 1868, non era riuscito a risalire oltre la seconda generazione prima di lui. Sono sicuro che la maggior parte dei miei familiari si senta come me — che c’era un velo sottile tra lui e la terra, dopo il suo passaggio dall’altra parte, e che quello che non era riuscito a fare da vivo, forse poteva farlo dopo che era entrato nell’eternità. Dopo la sua morte, lo spirito che invita alla ricerca è sceso sugli uomini — sulla sua famiglia nell’Ovest e su due parenti lontani, non appartenenti alla Chiesa, nell’Est. Per sette anni questi due uomini — Morrison e Sharples — che non si conoscevano, e che non conoscevano i parenti dell’Ovest, raccolsero materiale genealogico. Dopo sette anni capitò loro di incontrarsi e poi lavorarono insieme per tre anni. La famiglia ha la netta sensazione che lo spirito di Elia stesse operando dall’altra parte del velo e che nostro nonno abbia potuto ispirare gli uomini che si trovavano da questa parte affinché cercassero questi documenti; e, come risultato, possediamo due enormi volumi che contengono circa diciassettemila nomi” (The Teachings of Spencer W. Kimball, ed. Edward L. Kimball [1982], 543).

“Ho tre volumi di nomi che sono pronti”. [5.3.3]

A. J. Graham registrò il seguente racconto di una visita ricevuta da parte dei suoi genitori deceduti che mostra la fede esercitata da chi aspetta che il lavoro sia svolto in suo favore:

“Una sera, mentre mi trovavo in ospedale a seguito di un’operazione ed ero intento a pregare, sentii una presenza nella stanza. Aprii gli occhi e la stanza era luminosa, la porta era chiusa e accanto al mio letto c’era mia madre. Sorrise e disse:

‘Sono contenta di vedere che stai meglio’. Aveva un libro in mano. Le chiesi che cosa fosse. Rispose che era un libro contenente genealogie. Quindi apparve mio padre con tre libri in mano, dicendo: ‘Sono contento che tu stia meglio.

Devi stare bene perché ho tre libri pieni di nomi che sono pronti perché il lavoro di tempio sia svolto per loro. Abbiamo collegato la nostra famiglia così puoi celebrare le ordinanze. Se lo farai non ti mancheranno i modi e i mezzi’.

Chiesi come dovevo trovare quei documenti. Egli disse: ‘Se lavorerai nel tempio lo saprai, ma ti serviranno soldi’. Dissi: ‘Papà, non ho soldi e non lavoro dal primo maggio’.

Egli rispose: ‘Non preoccuparti, figliolo, i soldi arriveranno se sarai determinato a lavorare nel tempio per questa povera gente che è trattenuta e non può progredire. Essi pregano per te con insistenza, che tu possa avere il denaro e quello che ti serve nella vita, e che il tuo cuore si intenerisca affinché tu svolga quest’opera per loro, con la stessa sincerità con cui preghi per le cose che ti servono. Non dimenticarlo, essi non possono progredire finché le ordinanze non sono celebrate per loro’.

Sorridendo con fiducia e gioia scomparvero entrambi dalla mia visione terrena” (“Bishop Graham Recounts Rare Genealogical Experience”, Church News, giugno 25, 1932, 2).