2003
A casa degli Hinckley
Ottobre 2003


A casa degli Hinckley

Quando la sorella Marjorie Pay Hinckley è al pulpito per parlare a una folla di Santi degli Ultimi Giorni, immediatamente ci fa sentire a casa. Con la sua incantevole arguzia e il suo amore sincero, ci porta gentilmente nella sua cerchia familiare. Allora, come se fosse nostra madre o nostra nonna, ci dice che è fiera di noi. C’incoraggia assicurandoci che, con l’aiuto del Signore, possiamo superare le difficoltà della vita e trovare gioia.

Quando suo marito, il presidente Gordon B. Hinckley, parla dal pulpito, spesso assume il ruolo di un padre o nonno affettuoso e c’insegna come diventare figli, genitori, mariti, mogli e familiari migliori.

Ovunque si rechino nella Chiesa, il presidente e la sorella Hinckley sembrano trovare «famiglia», oltre ai loro cinque figli, venticinque nipoti e trentacinque pronipoti. Insegnando lo stile di vita di cui sono stati un esempio per oltre novant’anni di vita e sessantasei di matrimonio, gli Hinckley sono incredibilmente qualificati a darci dei consigli sui ruoli più importanti che mai ricopriremo. Recentemente si sono incontrati con gli editori delle riviste della Chiesa per parlare di come rafforzare il matrimonio e la famiglia.

«Egli Mi Ha Dato Spazio E Mi Ha Lasciato Volare»

Domanda: Da cosa dipende il fatto che il vostro matrimonio sia stato così felice per tanto tempo?

Presidente Hinckley: La base di un buon matrimonio è il mutuo rispetto: il rispetto l’uno dell’altro, la preoccupazione per la serenità e il benessere reciproco. Questa è la chiave. Se i mariti pensassero meno a se stessi e più alle mogli, avremmo famiglie più felici in tutta la Chiesa e nel mondo.

Domanda: Sorella Hinckley, lei ha detto di suo marito: «Mi lascia fare sempre le cose che mi piacciono. Non ha mai insistito perché facessi qualsiasi cosa a modo suo, o in altre maniere. Sin dall’inizio egli mi ha lasciato spazio e mi ha lasciato volare».1Come lo ha fatto?

Sorella Hinckley: Non mi dice mai cosa devo fare. Mi lascia libera. Mi ha fatto sentire una persona vera. Mi ha incoraggiato a fare tutto ciò che mi rende felice. Non cerca di comandare o di dominarmi.

Domanda: Presidente, lei ha affermato: «Alcuni mariti considerano loro prerogativa obbligare la moglie a adeguarsi al modello di quello che è secondo loro la donna ideale. Non funziona mai».2Come ha evitato di fare questo errore con la sorella Hinckley?

Presidente Hinckley: Ho cercato di riconoscere l’individualità, la personalità, i desideri, l’ambiente di provenienza e le ambizioni di mia moglie. Ho cercato di lasciarla volare. Sì, lasciarla volare! Lasciarla sviluppare i suoi talenti. Lasciarla fare le cose a modo suo. Mettermi in disparte e stupirmi per ciò che fa.

Domanda: Quali sono alcune delle cose che ella fa che la stupiscono?

Presidente Hinckley: Oh, molte cose…

Sorella Hinckley (sorridendo): Questa è una domanda difficile per lui.

Presidente Hinckley: Ha mandato avanti la famiglia per tutti questi anni. Quando i nostri figli erano piccoli, per gran parte del tempo ero lontano per via degli incarichi della Chiesa. All’inizio, quando ero responsabile del lavoro in Asia, incarico che ho ricoperto per molto tempo, a volte mancavo da casa fino a due mesi alla volta. A quei tempi non potevamo telefonarci tutti i momenti. Lei si è presa cura di tutto. Ha mandato avanti la famiglia. Ha provveduto ad ogni cosa e si è presa cura dei figli.

Avevamo un orto dietro casa. Quando ritornai a casa dopo uno dei miei viaggi, vidi che era stato tutto trasformato in un prato all’inglese. Mia moglie e i figli avevano vangato il terreno, seminato l’erba e così era diventato un bellissimo prato. Non trascurammo l’orto, poiché ne potemmo coltivare un altro nel terreno che c’era a sud della casa. Tutto il terreno dietro alla casa, però, è diventato un bellissimo prato all’inglese.

Questo è un esempio tipico del modo in cui ha fatto le cose. Era indipendente e aveva occhio per la bellezza.

«Io Preferisco Ridere»

Domanda: Sorella Hinckley, lei ha affermato: «L’unico modo per andare avanti nella vita è di viverla ridendoci sopra. Voi potete ridere o piangere. Io preferisco ridere. Piangere mi fa venire il mal di testa».3

Sorella Hinckley: Se non riusciamo a ridere nella vita, allora ci troviamo veramente nei guai.

Domanda: Le viene in mente un’occasione in cui il fatto di ridere fu la miglior medicina per lei?

Sorella Hinckley: Penso che sia stato così la maggior parte delle volte. Una volta, quando i figli erano piccoli, cucinai un pasticcio di carne. Feci veramente una cosa ben fatta. Quando tirai fuori dal forno la casseruola, nostro figlio Dick disse: «Come mai hai messo in forno la spazzatura?»

Domanda: Quanti anni aveva suo figlio a quel tempo?

Sorella Hinckley: Quattordici anni: abbastanza grande da capire le situazioni!

«Tutti Stanno Bene Con Tutti»

Domanda: Cosa fate voi due per tenere unita la famiglia?

Presidente Hinckley: Oh, abbiamo fatto molte cose in tutta la nostra vita, moltissime. In estate, sin dal tempo in cui i bambini erano molto piccoli, abbiamo cercato di viaggiare, di visitare diversi luoghi. Abbiamo continuato a farlo sin quando erano grandi, dopo che si erano sposati.

Mia moglie una volta disse che uno dei suoi sogni era di passeggiare per le strade di Hong Kong con i figli. Così, una volta, siamo andati tutti in Asia. Un’altra volta disse che le sarebbe piaciuto passeggiare con i figli per Gerusalemme. Così abbiamo risparmiato e siamo andati tutti a Gerusalemme. Abbiamo trascorso dei bellissimi momenti.

Desidero dire questo a mia moglie: i nostri figli stanno bene insieme. Ci riuniamo ancora. Una volta al mese facciamo una serata familiare con tutta la nostra famiglia allargata, vale a dire con tutti i nostri figli, nipoti e pronipoti che sono disponibili in città. Ciò è semplicemente un proseguimento di ciò che abbiamo fatto quando i figli erano piccoli. Tenevamo la serata familiare e quando ero assente, era mia moglie a tenerla, portando avanti anche le altre cose importanti. Lei ha fatto sì che ogni cosa andasse avanti.

Domanda: Ci descriva una serata familiare con la vostra famiglia allargata.

Presidente Hinckley: Mangiamo e parliamo insieme. Trascorriamo dei momenti bellissimi insieme e parliamo di una o due cose. Tutti stanno bene con tutti. In questi giorni questo è veramente meraviglioso.

Domanda: Lei ha menzionato le serate familiari tenute a casa dei suoi genitori quando era piccolo.

Presidente Hinckley: Sì, a partire dal 1915, quando il presidente Joseph F. Smith annunciò il programma. Mio padre disse: «Faremo la serata familiare». Abbiamo provato e all’inizio non fu un’esperienza molto riuscita. Col tempo, però, è migliorata e noi abbiamo fatto sempre la serata familiare: a casa di mio padre, a casa mia e i figli la tengono a casa loro.

«Fate del Vostro Meglio»

Domanda: Cosa vorrebbe dire ai genitori che hanno ascoltato il consiglio e hanno tenuto la serata familiare, hanno vissuto al meglio delle loro capacità secondo le alleanze, però hanno un figlio o una figlia che si sono allontanati?

Presidente Hinckley: Beh, fate del vostro meglio e una volta fatto, rimettete la questione nelle mani del Signore. Continuate con fede.

Sorella Hinckley: Non arrendetevi mai. Non si perde mai la speranza per i figli.

Presidente Hinckley: Nessuno è perso fino a quando qualcuno non si arrende. Rimanetegli accanto. Per fortuna, sono grato di poter dire che non abbiamo mai fatto questo tipo d’esperienza nella nostra famiglia. Secondo me la nostra famiglia è venuta su incredibilmente bene. Tutto il merito di questo lo attribuisco a questa piccola signora.

Sorella Hinckley: Grazie.

Domanda: Che consiglio vorrebbe dare ai figli che vivono in una famiglia in cui non si tiene la serata familiare, anche se essi lo desidererebbero moltissimo?

Presidente Hinckley: I figli possono fare moltissimo. È spiacevole che ci siano queste situazioni, ma sono reali. I figli possono fare del loro meglio. A volte possono avere un’influenza sui loro genitori. Molte famiglie sono state portate ad avere una qualità di vita migliore, grazie al fatto che i figli hanno pregato per questo e l’hanno chiesto ai genitori. Alcuni figli che si trovano in circostanze difficili possono vivere delle esperienze edificanti a casa dei loro amici nella Chiesa. In ogni caso, è triste quando i figli non possono avere le benedizioni e il beneficio di essere in una famiglia in cui ci sia il desiderio di vivere secondo il Vangelo e seguire il programma della Chiesa.

Domanda: Lei ha affermato che suo padre non è mai ricorso a punizioni corporali con alcuno dei suoi figli per disciplinarlo.4

Presidente Hinckley: Sì. Non ritengo che i figli abbiano bisogno di essere picchiati, o cose del genere. Essi possono essere disciplinati con amore. Possono ricevere consigli, se i genitori trovano il tempo di sedersi con tranquillità e parlare con loro. Spiegate loro le conseguenze del cattivo comportamento, del non fare le cose nel modo giusto. I figli starebbero meglio e penso che tutti sarebbero più felici.

Mio padre non ci ha mai toccati. Aveva una sua propria saggezza nel parlarci pacificamente. Ci faceva girare quando stavamo andando nella direzione sbagliata, senza picchiarci, frustarci o cose del genere. Non ho mai creduto nel punire fisicamente i figli. Non ritengo sia necessario.

Domanda: Sorella Hinckley, lei ha affermato: «Non insegni a un figlio a non picchiare, picchiandolo».5

Sorella Hinckley: Quando mia figlia Jane era piccola, mi disse un giorno che aveva un’amica che era in punizione e non poteva uscire. Dissi: «Punita a casa? Cosa significa?» Abbiamo lasciato che i nostri figli capissero le cose da soli. Essi sapevano quando stavano sbagliando e si correggevano da soli. Una delle nostre figlie decise di non venire in chiesa una domenica. La lasciammo quindi a casa. Si sentì molto sola. Tutti erano in chiesa eccetto lei, che finì per sedersi sul prato. Non ci riprovò una seconda volta. Aveva compreso che non era una cosa divertente ma che ci si sentiva soli.

«Il Risultato È Stato Migliore Di Quanto Mi Aspettassi»

Domanda: Sorella Hinckley, lei dilettò gli ascoltatori con il commento che fece quando suo marito divenne presidente della Chiesa e si domandò: «Come ha fatto una brava ragazza come me a cacciarsi in un pasticcio simile?»6Può spiegarci questo commento ora che è stata sposata per sessantasei anni con questo bravo uomo?

Sorella Hinckley: Beh, il risultato è stato migliore di quanto mi aspettassi. È stata una buona vita.

Presidente Hinckley: Abbiamo trascorso veramente una vita bella. Veramente. Non abbiamo molti rimpianti nella nostra vita. Abbiamo certamente commesso degli errori, un po’ qui, un po’ là, ma niente che comportasse delle gravi conseguenze. Penso che ce la siamo cavata bene.

Domanda: Pensa che i giovani che si sposano oggi affrontino le vostre stesse difficoltà o che siano diverse?

Presidente Hinckley: Essenzialmente affrontano le stesse difficoltà. Noi ci sposammo nel periodo della grande crisi economica. Tanto per dire, non avevamo nulla quando ci sposammo. Nessuno aveva nulla. A me sembrava che tutti fossero poveri.

Sorella Hinckley: Non sapevamo di essere poveri.

Presidente Hinckley: Abbiamo iniziato in una maniera modesta. Il Signore ci ha grandemente benedetti. Non so in che modo chiunque altro potrebbe essere stato più grandemente benedetto di quanto lo siamo stati noi. Abbiamo avuto i nostri problemi. Abbiamo dovuto superare tutte quelle cose che i genitori devono affrontare: figli malati e cose del genere. In realtà, però, quando si tirano le somme, se puoi vivere accanto a una donna brava per tutta la tua vita e vedi che i tuoi figli crescono e maturano diventando persone felici e capaci, in grado di apportare un contributo, allora puoi considerare la tua vita un successo. Non dipende da quante automobili possiedi, dalle dimensioni della tua casa o cose del genere. Ciò che fa la differenza è la qualità della vita che hai trascorso.

Domanda: Come avete affrontato le differenze d’opinione?

Presidente Hinckley: Siamo andati avanti cercando di essere gentili l’uno con l’altro. Come ho detto, il mutuo rispetto fa tutta la differenza al mondo: rispettarsi a vicenda come persone, senza cercare di cambiare il coniuge secondo il proprio modello. Lasciandola vivere la sua vita a modo suo, incentivando i suoi talenti e interessi. Allora andrete molto più d’accordo.

Se c’è qualcosa che mi preoccupa, è il fatto che alcuni uomini cerchino di dirigere la vita della moglie e le dicano tutto ciò che dovrebbe fare. Non funzionerà. Non ci sarà felicità nella vita dei figli, né dei genitori, quando l’uomo cerca di dirigere tutto e di tenere sotto controllo sua moglie. Essi sono soci. Sono compagni in quest’avventura che noi chiamiamo matrimonio e vita familiare.

Sorella Hinckley: Mi sono sposata bene, eh?

Presidente Hinckley (ridendo): Abbiamo trascorso una vita positiva. Ci apprezziamo tuttora a vicenda.

Questa intervista è stata condotta da Marvin K. Gardner e Don L. Searle.

Note

  1. Citato in Sheri L. Dew, Go Forward with Faith: The Biography of Gordon B. Hinckley (1996), 141.

  2. Le pietre angolari di una casa felice (opuscolo), 5.

  3. Citato in Virginia H. Pearce, editore, Glimpses into the Life and Heart of Marjorie Pay Hinckley (1999), 107.

  4. Vedere «L’atmosfera che regna nelle nostre case», La Stella, ottobre 1985, 3.

  5. Citato in Glimpses, 53.

  6. Vedere Glimpses, 108.