2009
Un missionario voglio diventar
Febbraio 2009


Un missionario voglio diventar

«In qualsiasi luogo proclamerai il mio nome, una porta utile ti sarà aperta, affinché accolgano la mia parola» (DeA 112:19).

Era il crepuscolo quando Micah s’inginocchiò accanto al letto con il fratellino Noah per pregare. Stava ancora pensando al vicino, un vecchietto che si chiamava Sam. Proprio in quel momento la mamma apparve alla porta.

«Sono contenta che voi due stiate per dire la preghiera», disse ai fratelli con un sorriso.

«Stasera pregherò anche per Sam», disse Micah. «Gli chiederò di venire domenica in chiesa con noi e vorrei l’aiuto del Padre celeste quando lo farò».

«Pensi che verrà in chiesa con noi?» chiese Noah. «In Primaria l’insegnante ci ha detto che il Padre celeste si compiace quando invitiamo i vicini a venire in chiesa».

«So che il Padre celeste ti aiuterà a chiederlo a Sam», rispose la mamma.

La mattina dopo, Micah e Noah si svegliarono presto. Erano entusiasti all’idea di parlare con Sam, che viveva nella casa accanto da molto prima che Micah e Noah nascessero. Micah sapeva che Sam si era sentito molto solo dopo che la moglie era morta.

I bambini rifecero il letto senza che fosse loro ricordato, mangiarono la colazione velocemente, si misero il cappotto e i guanti prima di uscire.

«Hai paura?» chiese Noah a Micah.

«No. Penso che Sam dirà di sì», rispose Micah. «Beh, sì… Ho un po’ di paura», aggiunse.

I due corsero verso la casa di Sam. Micah era sicuro che Noah fosse inquieto quanto lui. E se Sam avesse detto di no? E se Sam non avesse voluto essere più loro amico e avesse smesso di portare loro e il papà a pescare?

Camminarono in silenzio sino alla porta della casa di Sam. Proprio mentre bussavano, qualcuno passò a lato della casa. «Ciao, bambini», disse mentre si avvicinava a loro. «Che cosa fate di bello oggi?» Anche se un grande cappello di paglia copriva il volto dell’uomo, i bambini sapevano dalla voce che era Sam. Sapevano anche che stava sorridendo.

«Siamo venuti a trovarti», rispose Micah.

«Si», ribadì Noah e aggiunse in fretta: «Micah ha qualcosa da chiederti».

Il cuore di Micah sobbalzò nel suo petto. Fece un respiro profondo e disse tutto d’un fiato: «Domani verrai con noi in chiesa? Puoi venire in macchina con noi, abbiamo tanto posto, e in chiesa puoi sederti vicino a noi».

«Beh, tutte le domeniche vi vedo andare in chiesa e io è molto che non ci vado», rispose Sam. «Sì, penso che potrei venire con voi in chiesa questa domenica».

«Urrà!» entrambi i bambini esclamarono contemporaneamente.

Noah aggiunse: «Noi partiremo alle 9:30. Ti passeremo a prendere».

Mentre correvano a casa, Micah si voltò e chiamò Sam, che stava ancora sorridendo. «Ci vediamo domani alle 9:30».

Quando entrarono in casa, la mamma e il papà li stavano aspettando.

«Che cosa ha detto Sam?» chiese il papà. «Verrà in chiesa con noi?»

Micah fece un largo sorriso. «Sì. Gli abbiamo detto che lo passeremo a prendere alle 9:30».

Quella sera, quando dissero la preghiera, Noah e Micah si ricordarono di ringraziare il Padre celeste di averli aiutati a domandare a Sam di andare in chiesa con loro.

«Sono molto felice», disse Micah.

«Anch’io», aggiunse Noah.

I due bambini salirono sul letto e Micah ricordò una cosa che il vescovo aveva detto la settimana prima durante la riunione sacramentale: «Ogni membro un missionario».

Illustrazioni di Gregg Thorkelson