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Sessione Uno: Principi E Pratica Dell’Educazione Dei Figli


Sessione Uno

Principi E Pratica Dell’Educazione Dei Figli

«I genitori hanno il sacro dovere di allevare i loro figli nell’amore e nella rettitudine… di insegnare loro ad amarsi e ad aiutarsi l’un l’altro».

«La Famiglia: Un Proclama Al Mondo»

Obiettivi della sessione

Durante questa sessione, aiuta i genitori a:

  • Comprendere il loro sacro ruolo nel crescere i figli.

  • Comprendere quei principi evangelici che costituiscono un fondamento per la pratica dell’educazione dei figli.

  • Individuare i modi in cui la società vede i figli con genitori fuorviati e i figli con disagi.

  • Capire come le alleanze possono aiutare i genitori a salvare i loro figli.

  • Conoscere gli insegnamenti dottrinali su come si misura il successo nell’educazione dei figli.

Stare in guardia contro la disgregazione della famiglia

La necessità di genitori amorevoli e validi non è mai stata più grande. Nel 1997, il presidente Gordon B. Hinckley osservò che le famiglie stanno «andando a pezzi in tutto il mondo. I legami che in passato tenevano uniti il padre, la madre e i figli si stanno infrangendo ovunque… I cuori si spezzano; i bambini piangono».1

Satana attacca la famiglia perché è il cardine del piano del Creatore per la felicità e la salvezza dei Suoi figli. Il Signore ha prescritto il Suo rimedio contro gli attacchi di Satana: «Io vi ho comandato di allevare i vostri figli in luce e verità» (DeA 93:40), poiché «La luce e la verità abbandonano quel maligno» (DeA 93:37).

Il presidente Hinckley ribadì fortemente l’urgente necessità di rafforzare, amare e proteggere i nostri figli: «Il mio invito — e vorrei tanto essere più eloquente nel farlo — è un invito a salvare i bambini. Troppi di loro vivono nella sofferenza e nel dolore, nella solitudine e nella disperazione. I bambini hanno bisogno della luce del sole; hanno bisogno di felicità; hanno bisogno di essere amati e curati. Hanno bisogno di bontà, di nutrimento e di affetto. Ogni casa, povera o lussuosa che sia, può offrire un ambiente in cui regna l’amore, un ambiente che porti alla salvezza».2

Case armoniose e felici sono una benedizione per genitori e figli; case così, inoltre, sono preparatorie alla vita eterna. Veramente: «La vita eterna è la vita in una famiglia con il nostro affettuoso Padre in cielo, con i nostri progenitori e i nostri posteri».3

Le posizioni della società sull’educazione dei figli

Gran parte dei comportamenti genitoriali sono influenzati da come la società vede i bambini: (1) naturalmente cattivi; (2) naturalmente buoni; (3) una specie di tabula rasa; (4) modellati da fattori biologici; o (5) capaci di interpretare il loro ambiente, forgiare il proprio comportamento e modificare o abbandonare i valori dei genitori.

  • Naturalmente cattivi. Alcuni hanno ritenuto che i bambini siano innatamente cattivi per via della caduta di Adamo ed Eva. Di conseguenza, sostengono che sia necessario punire duramente i bambini per «far uscire il male» da dentro di loro. I genitori che credono questo raramente si dimostrano affettuosi con i loro figli e possono arrivare a considerare come deleteria la gentilezza. Forse esiste un modo di pensare simile nella mente dei genitori che abusano dei loro figli.4

  • Naturalmente buoni. Un’altra opinione è che i bambini siano innatamente buoni e con buone intenzioni, «corruttibili solo da una società di adulti corrotti». Il filosofo francese Jean-Jacques Rousseau suggeriva che se «si lasciasse fare ai bambini, essi raggiungerebbero il loro più alto potenziale». Di conseguenza, i genitori cercano di lasciare che i figli imparino dalle proprie esperienze e seguano le inclinazioni personali. Psicologi umanisti, come Carl Rogers e Abraham Maslow, hanno punti di vista simili.5

  • Tabula rasa. John Locke propugnò l’idea che i bambini siano molto simili a una sorta di tabula rasa, né buoni né cattivi. Egli pensava che fossero principalmente le esperienze a formare il bambino. Gli psicologi comportamentali, come John B. Watson e B. F. Skinner, sono stati tendenzialmente d’accordo, asserendo che i genitori sono in grado di plasmare un bambino o condizionarlo a diventare il tipo di persona che essi vogliono, controllando e modificando il suo ambiente.6

  • Fattori biologici. Questa corrente di pensiero, che ha preso piede nel corso del ventesimo secolo, mette insieme teorie evoluzionistiche, caratteriali e biologiche. Queste teorie suggeriscono che il bambino alla nascita sia qualcosa di più che una tabula rasa e che le prime differenze tra individui si possano spiegare in qualche misura con i fattori biologici. Molte versioni di questo punto di vista sono deterministiche e tendono a ridurre il ruolo del libero arbitrio individuale.

  • Costruttivista. Questa concezione, sostenuta dallo psicologo svizzero Jean Piaget e da altri, è incentrata sulla capacità dell’individuo di interpretare, o perfino costruire, il proprio ambiente. Più delle altre, questa visione riconosce il libero arbitrio e suggerisce che gli individui possono modificare l’effetto delle influenze biologiche e sociali. Tuttavia, essa non riesce a spiegare da dove provenga questa capacità, né aiuta il genitore o il bambino a sapere che cosa è giusto o sbagliato. I sostenitori di questa teoria credono che il bambino interpreti in modo autonomo quello che gli viene insegnato. Di conseguenza, sovente indicano come i bambini possono naturalmente e inevitabilmente abbandonare o modificare i valori appresi dai genitori e da altri.

Quasi tutte, se non tutte, queste correnti di pensiero contengono alcuni elementi di verità. Ad esempio, benché i bambini siano puri e innocenti, gli esseri umani hanno una natura decaduta, e l’ambiente, i fattori biologici e il libero arbitrio influenzano tutti la nostra vita terrena. Tuttavia, senza la conoscenza che proviene da Dio, ciascuna di queste teorie, o combinazione di teorie, manca della verità completa.

Ancora più importante, nessuna di queste concezioni offre una guida stabile per un comportamento morale. I genitori che considerano i loro figli naturalmente cattivi cercheranno e vedranno in loro il peggio, interpretando erroneamente e condannando azioni innocenti. Questi genitori possono sentirsi autorizzati ad assumere qualunque tipo di comportamento educativo, per quanto deleterio, a causa del loro senso di superiorità morale. La teoria della tabula rasa non solo non tiene conto del libero arbitrio del bambino, suggerendo che sia puramente un prodotto dell’ambiente, ma evita di offrire una direzione morale. I genitori che considerano i figli naturalmente buoni possono sentire poco il bisogno di guidarli e disciplinarli, accettando qualunque comportamento sorga spontaneo in loro. Con questa visione, i genitori possono giustificare e accettare comportamenti che una volta erano considerati devianti o impropri.

I genitori che credono che i fattori biologici determinino il comportamento possono alimentare un clima nel quale il bambino non si sente responsabile delle sue azioni. I genitori fautori del costruttivismo riconoscono al bambino la capacità di operare scelte consapevoli, ma il solo parametro che sono in grado di offrire per stabilire cosa è giusto e cosa è sbagliato si riduce a che cosa sia socialmente accettabile. Per di più, quando i figli abbandonano i valori dei genitori in favore di quelli degli amici, spesso sono visti come capaci di ragionare in modo più maturo. Con questa concezione, qualsiasi compagnia di amici può stabilire le proprie idee di bene e male.

La luce della verità del Vangelo

Mediante la rivelazione, i santi degli ultimi giorni conoscono la divina natura dell’umanità e il modo in cui i genitori devono allevare i figli. Nel proclama sulla famiglia, la Prima Presidenza e il Quorum dei Dodici hanno dichiarato:

«Tutti gli esseri umani—maschi e femmine—sono creati a immagine di Dio. Ognuno di essi è un beneamato figlio o figlia di spirito di genitori celesti e, come tale, ognuno di essi possiede una natura e un destino divini.

“I figliuoli sono un’eredità che viene dall’Eterno” (Salmi 127:3). I genitori hanno il sacro dovere di allevare i loro figli nell’amore e nella rettitudine, di provvedere alle loro necessità fisiche e spirituali, di insegnare loro ad amarsi e ad aiutarsi l’un l’altro, a osservare i comandamenti di Dio e ad essere cittadini obbedienti alle leggi… Mariti e mogli—madri e padri—saranno ritenuti responsabili dinanzi a Dio dell’assolvimento di questi obblighi».7

Le Scritture ci dicono che i bambini sono puri e innocenti grazie all’espiazione di Gesù Cristo. Il profeta Mormon insegnò che: «I bambini sono sani, poiché non sono capaci di commetter peccato; pertanto la maledizione di Adamo è tolta da loro» (Moroni 8:8). Tuttavia, «quando cominciano a crescere, il peccato concepisce nel loro cuore» (Mosè 6:55). Il presidente David O. McKay osservò: «L’uomo ha una duplice natura: la prima correlata con la vita terrena o animale; l’altra, spirituale, con quella divina. Il corpo dell’uomo non è altro che il tabernacolo in cui dimora il suo spirito».8 I genitori hanno la responsabilità di riconoscere il divino nei loro figli e di insegnare loro a vivere rettamente e a scegliere il bene (vedere DeA 68:25).

Ogni figlio di spirito di Dio è unico. Ogni spirito entra in un corpo mortale, anch’esso unico nella sua composizione genetica. Di conseguenza, ogni bambino mostra interessi, talenti, personalità, desideri e capacità individuali. Anche i genitori, i fratelli e le altre persone influenzano ogni bambino durante la crescita.

La ricerca scientifica suggerisce che le caratteristiche biologiche hanno effetto sul «carattere e la disposizione dei bambini», inclusi «la tendenza a essere… timidi, socievoli, impulsivi…, il livello di attività…, [e] l’emotività». Inoltre, i bambini in qualche misura «scelgono, modificano e perfino creano il loro ambiente secondo la predisposizione dei fattori biologici».9 Ad esempio, un bambino socievole cercherà le occasioni per interagire con gli amici, mentre un bambino timido può voler evitare di stare in gruppo; entrambi i bambini consolidano modelli di comportamento che possono estendersi all’età adulta.

Mentre i fattori sociali e biologici possono influenzare lo sviluppo di un bambino, ciascun figlio di Dio è dotato del libero arbitrio. L’anziano Neal A. Maxwell, del Quorum dei Dodici Apostoli, osservò: «Naturalmente l’eredità genetica, la nostra situazione e l’ambiente in cui viviamo contano molto e quindi esercitano su di noi una grande influenza. Tuttavia rimane in noi una zona interiore sulla quale regnamo sovrani, a meno che non abdichiamo. In questa zona si trova l’essenza della nostra individualità e della nostra responsabilità personale».10

La diversità dei figli può richiedere ai genitori di adottare diversi tipi di risposte. I bambini vivaci possono suscitare preoccupazioni, regole aggiuntive e una dose maggiore di controllo da parte dei genitori. I bambini timidi possono avere bisogno di minore supervisione o vigilanza. Inoltre, i figli rispondono a stili educativi simili secondo una percezione assolutamente personale. Ad esempio, un bambino ansioso può sentire come una minaccia un ordine impartito dal genitore. Il bambino potrà obbedientemente soddisfare la richiesta, ma si sentirà impotente e impaurito. Un altro bambino può percepire lo stesso comando come una provocazione e opporre resistenza o disobbedire.

I genitori devono essere saggi nel modo in cui reagiscono con i loro figli. Brigham Young incoraggiò i genitori a «conoscere la disposizione e il carattere [dei propri figli] e agire di conseguenza».11

Il metodo educativo autorevole

Proprio come i figli hanno caratteri e disposizioni differenti, così i genitori hanno modi diversi di educarli. Alcuni metodi funzionano meglio di altri. I genitori spesso trovano utile studiare, con l’aiuto della preghiera, metodi educativi diversi, stabilendo che cosa funziona meglio e che cosa si rivela meno efficace.

Tre metodi educativi

In linea di massima, i metodi educativi rientrano in una di queste categorie: autoritario, permissivo e autorevole.12

Autoritario. «I genitori autoritari tentano di plasmare, controllare e valutare il comportamento e le inclinazioni del bambino secondo una norma di condotta prestabilita». Nel loro tentativo di dirigere il comportamento del bambino, questi genitori non invitano il figlio a partecipare alla discussione delle regole e delle aspettative, «credendo che i figli dovrebbero prendere per buona la parola dei loro genitori». Questi genitori danno molta importanza al controllo del comportamento dei figli e spesso si dimostrano poco affettuosi. Raramente incoraggiano i figli a esprimere i propri sentimenti o punti di vista, particolarmente nell’esercizio della disciplina.13

Permissivo. I genitori permissivi solitamente si dimostrano affettuosi e amorevoli verso i figli, ma offrono scarsa guida o direzione. Essi «cercano di tenere un comportamento non punitivo, consenziente e positivo… Essi si presentano come risorse da utilizzare secondo i desideri dei loro figli, non come soggetti attivi, responsabili per la formazione o la correzione del comportamento presente e futuro dei loro figli. Essi permettono ai figli di regolare quanto più possibile da soli le loro attività, evitano di esercitare alcun controllo e non pretendono che i figli obbediscano a norme stabilite dall’esterno». Questi genitori «evitano aperte dimostrazioni di potere», ma possono cercare di regolare il comportamento dei figli in modi meno evidenti. Essi evitano i confronti.14

Autorevole. I genitori autorevoli mostrano le stesse elevate aspettative per i loro figli dei genitori autoritari, ma si dimostrano anche assai affettuosi e sensibili. Sono amorevoli e di sostegno. Nel guidare i figli essi «incoraggiano la comunicazione verbale e spiegano ai loro figli il ragionamento che sta dietro alle politiche che adottano». Questi genitori «esercitano un fermo controllo nelle situazioni di conflitto con i figli, ma non li limitano con qualche restrizione. I genitori autorevoli sono esigenti nel senso che guidano la vita dei figli con fermezza e coerenza e richiedono loro di contribuire all’andamento della casa svolgendo alcuni lavori domestici. Per ottenerne l’obbedienza sono disposti a confrontarsi con i figli, enunciano con chiarezza i loro valori e si aspettano che i figli rispettino le loro norme». Nei suoi studi pluridecennali, la psicologa Diana Baumrind ha scoperto che di solito i bambini cresciuti in famiglie autorevoli sono sicuri di sé in mezzo agli altri, amichevoli, autodisciplinati, collaborativi e impegnati nel raggiungimento di obiettivi.15

I principi educativi insegnati in questo corso si avvicinano maggiormente a quelli del modello autorevole. Questo metodo è il più coerente con le Scritture e gli insegnamenti dei dirigenti della Chiesa.

In accordo con questo modello, i genitori educano e guidano i loro figli per persuasione, con pazienza e amore (vedere DeA 121:41–44). Sono disponibili a discutere con i figli le loro decisioni e a spiegare le ragioni di quelle decisioni. Sono anche pronti a riprendere i loro figli, quando suggerito dallo Spirito, e offrire loro la guida di cui hanno bisogno.

I principi per educare i figli con successo

La Prima Presidenza e il Quorum dei Dodici hanno dato ai padri e alle madri nove principi per guidarli nella loro responsabilità di educare i figli: «Il successo del matrimonio e della famiglia è fondato e mantenuto sui principi della fede, della preghiera, del pentimento, del perdono, del rispetto, dell’amore, della compassione, del lavoro e delle sane attività ricreative».16 I genitori hanno molti modi in cui insegnare e applicare questi principi.

  • Fede. I genitori dovrebbero insegnare ai figli ad avere fede in Gesù Cristo e a usare la loro crescente fede nei principi del Vangelo per governare la loro vita (vedere Matteo 17:20; Ebrei 11:6; 3 Nefi 18:20; DeA 68:25).

  • Preghiera. I bambini dovrebbero imparare a pregare da soli e come famiglia. I bambini possono imparare fin dai primi anni a conoscere il potere della preghiera (vedere Enos 1:1–5; Mosia 27:8–14; Alma 34:17–27; 37:37; 3 Nefi 18:21).

  • Pentimento. I genitori devono riconoscere, confessare e abbandonare i loro peccati per poter godere dell’influenza e della guida dello Spirito Santo. Possono aiutare i loro figli a comprendere e applicare questi principi nella loro vita (vedere Alma 34:33; 3 Nefi 9:22; Moroni 10:32–33; DeA 6:9; 58:42–43).

  • Perdono. I genitori possono essere un esempio nel perdono, perdonando se stessi, il coniuge e i figli quando sbagliano (vedere Matteo 6:14–15; Efesini 4:32; Mosia 26:29–31; DeA 64:8–10).

  • Rispetto. I membri della famiglia devono imparare a rispettarsi l’un l’altro. Genitori e figli possono imparare a trattarsi a vicenda con cortesia e tenerezza, dimostrando il massimo rispetto reciproco (vedere Marco 9:42; DeA 121:41–46). I genitori devono provare a eliminare i pensieri e le parole di critica tra loro e con i figli.

  • Amore. I genitori devono amare i loro figli nella maniera descritta da Paolo, Alma e Mormon: con pazienza, dolcezza, gentilezza, altruismo e umiltà (vedere 1 Corinzi 13; Alma 7:23–24; Moroni 7:45–48).

  • Compassione. I genitori possono mostrare compassione l’uno verso l’altro e verso i figli. Devono sentirsi dispiaciuti per le avversità incontrate dai membri della famiglia e cercare di comprendere e sostenere i loro cari quando si trovano in difficoltà (vedere Ruth 1:11–17; Zaccaria 7:8–10; Luca 15:11–32).

  • Lavoro. Svolgere dei compiti in famiglia offre ai bambini delle opportunità di imparare ad apprezzare il lavoro e provare la soddisfazione di avere realizzato qualcosa (vedere DeA 42:42; 58:27–28), soprattutto quando genitori e figli lavorano insieme. Per alimentare il senso di soddisfazione e autostima, il lavoro deve essere adattato all’età e alle capacità del bambino.

  • Sane attività ricreative. Le famiglie si rafforzano e si rivitalizzano quando i componenti svolgono delle attività sane e divertenti.

Il più grande di questi principi è l’amore (vedere Matteo 22:36–40; 1 Corinzi 13:13; Moroni 7:46). La cosa più importante che i genitori possano fare per i loro figli è amarli cristianamente. Quando i bambini sentono e sanno di essere amati, ascoltano più facilmente gli insegnamenti dei genitori, seguono il loro esempio e accettano la loro disciplina. È l’amore che dovrebbe motivare e guidare tutta l’azione educativa dei genitori.

Le norme evangeliche per l’influenza dei genitori

Tramite il profeta Joseph Smith, il Signore ha dato un consiglio che definisce le norme per l’influenza esercitata dai genitori:

«Nessun potere, o influenza, può o dovrebbe essere mantenuto in virtù del sacerdozio, se non per persuasione, per longanimità, per gentilezza e mitezza, e con amore non finto;

Con benevolenza e conoscenza pura, che allargheranno grandemente l’anima senza ipocrisia e senza frode;

Rimproverando prontamente con severità, quando sospinti dallo Spirito Santo; e mostrando in seguito un sovrappiù di amore verso colui che hai rimproverato, per timore che ti consideri un suo nemico;

Affinché sappia che la tua fedeltà è più forte delle corde della morte» (DeA 121:41–44).

In accordo con queste norme, i genitori educano e guidano i loro figli per persuasione, con pazienza e amore. Sono disponibili a discutere con i figli le loro decisioni e a spiegare le ragioni di quelle decisioni. Offrono ai loro figli la guida di cui hanno bisogno e li riprendono quando guidati dallo Spirito. Dopo che i genitori avranno rimproverato i loro figli, dimostreranno una dose maggiore di amore così che i figli sappiano di essere amati.

Il potere delle alleanze

I genitori non sono soli nell’impegno di salvare i propri figli. Il Padre celeste ci ha dato sacre alleanze tramite cui i Suoi figli possono ricevere benedizioni. Quando le coppie entrano nell’alleanza del matrimonio eterno e osservano i termini di quella alleanza, il Padre promette loro la vita eterna (vedere DeA 132:20). Joseph Smith, Brigham Young e Joseph Fielding Smith hanno tutti insegnato che ai figli di genitori suggellati nell’alleanza del matrimonio al tempio pervengono benedizioni aggiuntive, per aiutarli a ritornare al Padre celeste.17 Brigham Young disse che i figli di questa alleanza matrimoniale divengono «eredi legittimi del Regno e di tutte le sue benedizioni e promesse».18

Qualche volta i figli si allontanano dal sentiero. L’anziano Orson F. Whitney, del Quorum dei Dodici Apostoli, sollecitò i genitori a non abbandonare le speranze riguardo ai figli ribelli:

«Voi, genitori di figli ribelli e traviati, non rinunciate a redimerli! Non mandateli via! Essi non sono mai del tutto perduti. Il Pastore troverà le Sue pecore. Erano Sue prima che diventassero vostre, molto tempo prima che Egli le affidasse alle vostre cure; e voi non riuscireste mai ad amarle come Egli le ama. Esse si sono allontanate per ignoranza dal sentiero della rettitudine, ma Dio è misericordioso nei confronti dell’ignoranza. Soltanto la pienezza della conoscenza porta la pienezza della responsabilità. Il nostro Padre celeste è molto più misericordioso, infinitamente più caritatevole del migliore dei Suoi servitori, e il Vangelo eterno è più efficace nel salvare di quanto la nostra mente ristretta possa comprendere.

Il profeta Joseph Smith disse, e non predicò mai dottrina più confortante, che il suggellamento eterno dei fedeli genitori e le divine promesse fatte loro per il valoroso servizio prestato nella causa della verità, salveranno non soltanto essi stessi, ma anche i loro posteri. Anche se alcune pecorelle possono allontanarsi, l’occhio del Pastore è su di loro, e prima o poi esse sentiranno… la Divina Provvidenza che le raggiunge e le riporta nel gregge. In questa vita o in quella a venire, essi torneranno. Dovranno pagare il loro debito con la giustizia; dovranno soffrire per i loro peccati, dovranno forse percorrere un sentiero cosparso di spine; ma se questo, come nel caso del figliuol prodigo pentito, li condurrà alla fine a casa da un padre affettuoso e pronto a perdonare, allora la dolorosa esperienza non sarà stata inutile. Pregate per i vostri figli negligenti e disobbedienti; teneteli vicini a voi con la vostra fede. Continuate a sperare, ad avere fede, fino a che vedrete la salvezza di Dio».19

Il presidente James E. Faust, membro della Prima Presidenza, offrì questo chiarimento dell’insegnamento dell’anziano Whitney:

«Un principio contenuto in questa dichiarazione, che spesso viene sottovalutato, è che essi devono pentirsi completamente, “soffrire per i loro peccati” e “pagare il loro debito con la giustizia”…

Il potere del suggellamento dei genitori fedeli reclamerà i figli traviati solo a condizione che si pentano e attraverso l’espiazione di Cristo. I figli caparbi che si pentono godranno della salvezza e di tutte le benedizioni che l’accompagnano, ma altra cosa è l’esaltazione. Essa deve essere guadagnata completamente. Sarà il Signore, nella Sua misericordia, a decidere chi dovrà essere esaltato.

Ci sono davvero poche persone la cui ribellione e azioni malvagie sono così grandi che hanno “peccato oltre ogni possibilità di pentirsi” (Alonzo A. Hinckley, Conference Report, ottobre 1919, 161). Anche questo giudizio deve essere lasciato al Signore. Egli ci dice: “Io, il Signore, perdonerò chi voglio perdonare, ma a voi è richiesto di perdonare tutti” (DeA 64:10)».20

Nello stesso discorso, il presidente Faust suggerì che in questa vita possiamo non comprendere appieno «quanto si estende il potere di suggellamento di genitori retti verso i figli». Egli insegnò che potrebbe darsi che ci siano «più forze che correranno in aiuto di quante ne conosciamo» per riportare al Padre celeste i figli traviati, incluse quelle dei nostri antenati al di là del velo.21 Le dichiarazioni profetiche indicano che il potere più grande per salvare i figli si ha quando i genitori fanno e mantengono le promesse dell’alleanza.

Come misurare il successo nell’educazione dei figli

Alcuni genitori cercano dei parametri che indichino quanto bene stiano facendo. Il presidente Howard W. Hunter dette questa indicazione: «Il genitore che ha successo nel suo compito è colui che ha amato, colui che si è sacrificato, colui che si è preoccupato, ha ammaestrato e ha provveduto alle necessità dei suoi figli. Se avete fatto tutte queste cose, e nonostante questo vostro figlio è attirato lo stesso dalle cose del mondo e ad esse si dedica, può darsi che abbiate svolto lo stesso con successo il vostro compito di genitori. Forse vi sono figli venuti nel mondo per mettere a dura prova i loro genitori in qualsiasi circostanza. Per lo stesso motivo possono esservi altri figli che rappresentano invece una vera benedizione e gioia per quasi ogni padre o madre».22

Il presidente Faust insegnò che i buoni genitori sono «coloro che hanno provato con amore, con spirito di preghiera e con costanza a insegnare ai figli attraverso l’esempio e il precetto “a pregare e a camminare rettamente dinanzi al Signore”(DeA 68:28). Questo vale anche se alcuni dei loro figli disobbediscono e seguono il mondo… I genitori di successo sono quelli che hanno fatto sacrifici e si sono impegnati per fare del loro meglio nell’ambito delle proprie possibilità familiari».23

I genitori che hanno cresciuto con successo i loro figli devono essere sensibili verso quelli che possono pensare di avere fallito. I genitori che pensano di avere avuto successo devono sentirsi grati senza vantarsene, affinché gli altri non si sentano ancora più afflitti. Il presidente Faust consigliò:

«È davvero ingiusto e scortese giudicare genitori coscienziosi e fedeli per il fatto che alcuni figli si ribellano o si allontanano dagli insegnamenti e dall’amore dei genitori. Fortunate sono quelle coppie che hanno figli e nipoti che danno loro conforto e soddisfazioni. Dovremmo pensare a quei genitori degni e retti che soffrono e hanno a che fare con figli disobbedienti.

Un mio amico era solito dire: “Se non hai mai avuto problemi con i figli, aspetta solo un po’”».24

Con rispetto per i genitori che credono di sbagliare, il presidente Kimball ha dato questa raccomandazione: «Ove vi sono sfide [con i membri della famiglia] ed ostacoli da superare, ricordate che fallite soltanto se rinunciate a combattere».25 I genitori non devono condannare se stessi quando insorgono problemi e vengono fatti errori, ma cercare di imparare da questi e provare a fare meglio. Essere genitori è una responsabilità che continua anche quando i figli lasciano la casa per allevare a loro volta dei figli. I genitori non dovrebbero mai perdere la speranza con i figli. Devono continuare ad amarli, pregare per loro e usare saggiamente ogni opportunità di aiutarli.

Il presidente Faust ci ha offerto questa consolazione: «A quei genitori col cuore infranto che sono stati retti, diligenti e che in spirito di preghiera hanno educato i loro figli disobbedienti, a voi tutti diciamo che il Buon Pastore si sta prendendo cura di loro. Dio conosce e comprende il vostro profondo dolore. C’è speranza. Lasciatevi confortare dalle parole di Geremia: “L’opera [vostra] sarà ricompensata” e i vostri figli potranno “ritorn[are] dal paese del nemico” (Geremia 31:16)».26

Note

  1. Conference Report, ottobre 1997, 94; o La Stella, gennaio 1998, 82.

  2. Conference Report, ottobre 1994, 74–75; o La Stella, gennaio 1995, 66.

  3. Dallin H. Oaks, Conference Report, aprile 1995, 115; o La Stella, luglio 1995, 101

  4. Vedere Craig Hart e altri, «Proclamation-Based Principles of Parenting and Supportive Scholarship», in Strengthening Our Families: An In-Depth Look at the Proclamation on the Family, edito da David C. Dollahite (Salt Lake City: Bookcraft, 2000), 101.

  5. Vedere «Proclamation-Based Principles», 103.

  6. Vedere «Proclamation-Based Principles», 102.

  7. «La famiglia: un proclama al mondo», La Stella, giugno 1996, 10.

  8. Conference Report, aprile 1967, 6; o Improvement Era, giugno 1967, 24–25.

  9. «Proclamation-Based Principles», 104–105.

  10. Conference Report, ottobre 1996, 26; o La Stella, gennaio 1997, 21.

  11. Discourses of Brigham Young, compilati da John A. Widtsoe (Salt Lake City: Deseret Book, 1954), 207.

  12. Vedere Diana Baumrind, «Effects of Authoritative Parental Control on Child Behavior», in Child Development, dicembre 1966, 889–892.

  13. Diana Baumrind, «Rearing Competent Children», in Child Development Today and Tomorrow, a cura di William Damon (San Francisco: Jossey-Bass Publishers, 1989), 353.

  14. Baumrind, «Rearing Competent Children», 354, 356.

  15. Baumrind, «Rearing Competent Children», 353–354.

  16. «La famiglia: un proclama», La Stella, giugno 1996, 10.

  17. Vedere Conference Report, aprile 1929, 110; Discourses of Brigham Young, 208; Dottrine di salvezza, a cura di Bruce R. McConkie, 3 volumi (Salt Lake City: Publishers Press, 1954–1956), 2:84.

  18. Discourses of Brigham Young, 195.

  19. Conference Report, aprile 1929, 110.

  20. Conference Report, aprile 2003, 68; o Liahona, maggio 2003, 62.

  21. Liahona, maggio 2003, 62.

  22. Conference Report, ottobre 1983, 94; o La Stella, aprile 1984, 124.

  23. Liahona, maggio 2003, 61.

  24. Liahona, maggio 2003, 67.

  25. Conference Report, ottobre 1980, 5; o La Stella, aprile 1981, 8.

  26. Liahona, maggio 2003, 68.

Modo In Cui Le Alleanze Indirizzano Il Comportamento

I membri della Chiesa spesso fanno alleanze con il Signore. Il seguente elenco indica le cose che i membri della Chiesa si impegnano a fare quando entrano in alleanza con il Signore. Coloro che osservano queste alleanze ricevono benedizioni, tra le quali la compagnia dello Spirito Santo, per rafforzarli quotidianamente.

L’impatto potenziale di queste alleanze è grandissimo. Se solo i genitori osservano l’alleanza battesimale, riusciranno a risolvere molti dei problemi che nascono in famiglia.

Battesimo

(Vedere 2 Nefi 31:17–21; Mosia 18:8–10; DeA 20:37; Articoli di fede 1:4).

  • Prendere su di noi il nome di Gesù Cristo.

  • Stare come testimoni di Gesù Cristo.

  • Osservare sempre i comandamenti.

  • Portare i fardelli degli altri; piangere con coloro che piangono; confortare coloro che hanno bisogno di conforto.

  • Mostrare disponibilità a servire Dio per tutta la vita.

  • Mostrare pentimento per i peccati.

Sacramento

(Vedere 3 Nefi 18:28–29; Moroni 4; 5; DeA 20:75–79; 27:2; 46:4).

  • Rinnovare le alleanze battesimali.

  • Impegnarsi nuovamente a prendere su di sé il nome di Cristo, ricordarsi sempre di Lui e obbedire ai Suoi comandamenti.

Giuramento e alleanza del sacerdozio

(Vedere Giacobbe 1:19; DeA 84:33–44; 107:31).

  • Portare a termine il proprio incarico adempiendo le responsabilità del sacerdozio.

  • Insegnare la parola di Dio e lavorare con diligenza per far progredire gli scopi del Signore.

  • Essere obbediente; ottenere una conoscenza del Vangelo e vivere in base a quella conoscenza.

  • Servire gli altri e adoperarsi per benedire la loro vita.

L’investitura nel tempio

«Le ordinanze dell’investitura comportano determinati obblighi da parte dell’individuo, quali il patto di osservare la legge della più stretta virtù e castità; di essere caritatevole, benevolo, tollerante e puro; di mettere sia le proprie capacità che i propri mezzi materiali al servizio della propagazione della verità e dell’elevazione della razza umana; di mantenersi fedeli alla causa della verità e di cercare infine di contribuire in ogni maniera alla grande opera di preparare la terra a ricevere degnamente il suo Re, il Signore Gesù Cristo» (James E. Talmage, The House of the Lord [1968], 84).

Il matrimonio celeste

  • Amare il proprio coniuge e rimanere fedeli l’uno all’altra e a Dio per tutta l’eternità.

  • Vivere in modo da contribuire ad avere una vita familiare felice e adoperarsi per il bene del coniuge e dei figli.

  • Crescere, moltiplicarsi e riempire la terra (vedere Genesi 1:28).