Liahona
L’invito a seguire il profeta
Gennaio 2024


Messaggio dei dirigenti di area

L’invito a seguire il profeta

A gennaio 2018, quando il presidente Russell M. Nelson è stato presentato ai media come profeta e presidente della Chiesa, una mia collega di allora, che non era membro della Chiesa, mi parlò dell’età del nostro nuovo presidente. “Non ti preoccupare”, le ho detto. Del resto, non poteva sapere che lui si occupava ancora ogni giorno dei suoi doveri ecclesiastici, che viaggiava per il mondo come parte della sua chiamata, che stava imparando il cinese in età avanzata e, da giovane 93enne, scendeva in velocità lungo le piste da sci dello Utah.

Tuttavia, le sue parole contenevano anche una sottile critica, che spesso sentiamo dire da una varietà di voci mondane: come puoi, in una “società moderna”, seguire “ciecamente” una persona? Una tale dichiarazione dimostra che il mondo non comprende ancora il ruolo di un profeta. L’anziano Neil L. Anderson del Quorum dei Dodici Apostoli ha dichiarato: “Il ruolo più importante del profeta del Signore è quello di farci conoscere il Salvatore e di guidarci a Lui. […] Un profeta non si frappone tra [noi] e il Salvatore. Egli sta, invece, al [nostro] fianco e indica la via che conduce al Salvatore”1.

Dunque, un profeta ha sempre la responsabilità di indirizzare i nostri occhi e tutto il nostro cuore verso il Signore Gesù Cristo, l’unica nostra fonte di redenzione e salvezza. Non sorprende che uno dei primi inviti del presidente Nelson dopo essere stato messo a parte è stato il seguente: “Quale sapienza vi manca? Che cosa sentite di aver urgentemente bisogno di sapere o capire? Seguite l’esempio del profeta Joseph Smith. Trovate un posto tranquillo dove poter andare regolarmente. Umiliatevi dinanzi a Dio. Aprite il vostro cuore al vostro Padre Celeste. Rivolgetevi a Lui per ottenere risposte e conforto. Pregate nel nome di Gesù Cristo in merito alle vostre preoccupazioni, alle vostre paure, alle vostre debolezze, sì, ai veri e propri desideri del vostro cuore. Dopodiché ascoltate! Mettete per iscritto i pensieri che vi vengono in mente. Mettete per iscritto i vostri sentimenti ed eseguite le azioni che vi vengono richieste. […] Non c’è bisogno che vi chiediate cosa sia vero. Non c’è bisogno che vi chiediate di chi potete tranquillamente fidarvi. Attraverso la rivelazione personale potete ricevere la vostra testimonianza”2.

Amo questo principio eterno del vangelo di Gesù Cristo che possiamo e dovremmo ricevere rivelazione da noi stessi e ottenere una testimonianza da noi stessi. Non ha nulla a che vedere con l’obbedienza cieca. Anzi è l’opposto: l’obbedienza cieca contraddirebbe questo principio.

In realtà, è stato proprio per questa urgenza di ricevere risposte personali che la Chiesa di Gesù Cristo è stata restaurata. Quando il giovane Joseph Smith ritornò dopo la sua miracolosa Prima Visione e la sua preoccupata madre gli chiese come si sentisse, egli le avrebbe potuto dire molte cose. In quel momento, però, si rese conto che una cosa era di maggiore importanza ed egli voleva condividerla con lei: “Non preoccuparti; va tutto bene; sto abbastanza bene. […] Ho appreso da me stesso”3. Aveva parlato in precedenza con molti insegnanti di religione, studiato le parole dei profeti nella Bibbia, ascoltato il consiglio di familiari e amici. Tuttavia, nel momento in cui ricevette le risposte direttamente dal Signore, fu pronto per il suo grandioso, devoto e meraviglioso ministero.

L’esempio della vita di Joseph Smith come pure la chiamata del presidente Nelson sono un amorevole invito a impegnarci per ricevere la rivelazione personale ogni giorno. Per quanto di primo acchito possa sembrare paradossale, seguire il profeta significa scoprire da noi stessi, ottenere la nostra testimonianza e cercare la guida di Dio nella nostra vita e nei nostri vari doveri.

Ascoltiamo tutti il consiglio del nostro profeta, meditiamoci su, e scopriamo da noi stessi continuamente ciò che il Signore ci invita personalmente a fare, e poi agiamo in base a questo invito con determinazione e con tutto il nostro cuore.