Conferenza generale
Tutte le cose per il nostro bene
Conferenza generale di aprile 2024


Tutte le cose per il nostro bene

Nel tempo e nell’eternità, lo scopo della Creazione e la natura di Dio stesso sono riunire ogni cosa per il nostro bene.

Oggi è il 6 aprile, anniversario della Restaurazione da parte di Gesù Cristo della Sua Chiesa negli ultimi giorni e parte del periodo di Pasqua in cui testimoniamo con gioia della vita perfetta, del sacrificio espiatorio e della gloriosa risurrezione di Gesù Cristo.

Un racconto cinese inizia con il figlio di un uomo che trova un bel cavallo.

“Che fortuna”, dice il vicino.

“Vedremo”, risponde l’uomo.

Poi il figlio cade dal cavallo e rimane permanentemente invalido.

“Che sfortuna”, dice il vicino.

“Vedremo”, dice l’uomo.

Arriva un esercito che sta reclutando ma non prende il figlio invalido.

“Che fortuna”, dice il vicino.

“Vedremo”, dice l’uomo.

Spesso percepiamo questo mondo volubile come burrascoso, incerto, a volte fortunato e — troppo spesso — sfortunato. Eppure, in questo mondo di tribolazioni,1 “sappiamo che tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio”2. Di certo, se camminiamo rettamente e ricordiamo le nostre alleanze, “tutte le cose coopereranno per il vostro bene”3.

Tutte le cose per il nostro bene.

Che promessa straordinaria! Una rassicurazione confortante dataci da Dio stesso! In modo miracoloso, lo scopo della Creazione e la natura di Dio sono la conoscenza dell’inizio e della fine4, la realizzazione di tutto ciò che è per il nostro bene, e aiutarci a diventare santificati e santi tramite la grazia e l’Espiazione di Gesù Cristo.

L’Espiazione di Gesù Cristo può liberarci e redimerci dal peccato. Inoltre, Gesù Cristo conosce intimamente tutte le nostre pene, le afflizioni, le malattie,5 i dolori, le separazioni. Nel tempo e nell’eternità, il Suo trionfo sulla morte e sull’inferno può rimettere tutte le cose a posto.6 Egli aiuta a guarire chi è fiaccato e denigrato, a riconciliare chi è arrabbiato e diviso, a confortare chi è solo e isolato, a incoraggiare chi è incerto e imperfetto, e a far avverare miracoli possibili solo grazie a Dio.

Cantiamo alleluia e gridiamo osanna! Con potere eterno e bontà infinita, nel piano di felicità di Dio, tutte le cose possono cooperare per il nostro bene. Possiamo affrontare la vita con fiducia e non con paura.

Lasciati soli, potremmo non sapere qual è il nostro bene. Quando “scelgo me”, sto anche scegliendo i miei limiti, le mie debolezze, le mie inadeguatezze. Alla fine, per fare veramente del bene, dobbiamo essere buoni.7 Dato che nessuno, tranne Dio, è buono8, cerchiamo la perfezione in Gesù Cristo9. Diventiamo il nostro io più vero e migliore solo liberandoci dell’uomo o della donna naturale e diventando figli di Dio.

Grazie alla nostra fiducia e alla nostra fede in Dio, le difficoltà e le afflizioni possono essere consacrate per il nostre bene. Giuseppe, venduto come schiavo in Egitto, ha in seguito salvato la sua famiglia e il suo popolo. La prigionia del profeta Joseph Smith nel carcere di Liberty gli ha insegnato quanto segue: “Queste cose ti daranno esperienza, e saranno per il tuo bene”10. Se vissuti con fede, le difficoltà e i sacrifici che non sceglieremmo mai possono benedire noi e gli altri in modi che non avremmo mai immaginato.11

La nostra fede e la nostra fiducia nel Signore riguardo al fatto che tutte le cose coopereranno per il nostro bene aumentano nella misura in cui acquisiamo una prospettiva eterna;12 comprendiamo che le nostre difficoltà possono essere “un breve momento”13; riconosciamo che le afflizioni possono essere consacrate per il nostro profitto;14 ci rendiamo conto che gli incidenti, la morte prematura, e le malattie e le infermità debilitanti fanno parte della mortalità; e confidiamo nel fatto che il nostro amorevole Padre Celeste non dà le difficoltà per punire o giudicare. Egli non dà una pietra a chi Gli chiede del pane, o un serpente a chi Gli chiede un pesce.15

Quando arriva una prova, spesso ciò che desideriamo di più è qualcuno che ci ascolti e ci stia accanto.16 In quei momenti, le classiche risposte possono non essere utili, per quanto la loro intenzione sia quella di dare conforto. A volte vogliamo qualcuno che si addolori, soffra e pianga con noi; che ci lasci esprimere il dolore, la frustrazione, talvolta persino la rabbia; e che riconosca, insieme a noi, che ci sono cose che non sappiamo.

Se abbiamo fiducia in Dio e nel Suo amore per noi, anche le più grandi sofferenze alla fine possono cooperare per il nostro bene.

Ricordo il giorno in cui ho ricevuto la notizia di un grave incidente d’auto che aveva coinvolto i miei cari. In momenti simili, con angoscia e fede, possiamo solo dire, come Giobbe: “L’Eterno ha dato, l’Eterno ha tolto; sia benedetto il nome dell’Eterno”17.

In questa Chiesa mondiale, circa 3.500 pali e distretti e circa 30.000 rioni e rami offrono rifugio e sicurezza.18 Ma all’interno dei nostri pali e dei nostri rioni, molte famiglie e persone fedeli affrontano grandi difficoltà, pur sapendo che (senza ancora sapere come) le cose coopereranno per il nostro bene.

A Huddersfield, in Inghilterra, al fratello Samuel Bridgstock è stato diagnosticato un tumore al quarto stadio poco prima che fosse chiamato un nuovo presidente di palo. Data la sua diagnosi disperata, chiese a sua moglie, Anna, se era addirittura il caso di presentarsi per l’intervista.

“Certo”, disse la sorella Bridgstock, “perché sarai chiamato come presidente di palo”.

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La famiglia Bridgstock.

All’inizio gli avevano dato uno o due anni di vita, ma il presidente Bridgstock (che è qui oggi) sta servendo da quattro anni. Ci sono giorni buoni e giorni duri. Il suo palo cresce nella fede, nel servizio e nella gentilezza. Non è facile, ma sua moglie e la sua famiglia vivono con fede, gratitudine e comprensibile tristezza che, confidano, diventerà una gioia eterna grazie all’Espiazione restauratrice di Gesù Cristo.19

Quando siamo tranquilli, aperti e riverenti, possiamo percepire la bellezza, lo scopo e la serenità dell’appartenenza all’alleanza che ci offre il Signore. Nei momenti sacri, Egli può lasciarci intravedere la più grande realtà eterna di cui la nostra vita quotidiana fa parte, in cui le cose piccole e semplici cooperano per il bene di chi dona e di chi riceve.

Rebekah, la figlia del mio primo presidente di missione, ha raccontato come il Signore abbia risposto alla sua preghiera di ricevere conforto tramite un’occasione inaspettata di rispondere alla preghiera di qualcun altro.

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Rebekah diede alla donna la macchina per l’ossigeno di sua madre.

Una sera tardi, Rebekah, soffrendo per la recente morte di sua madre, ebbe la forte sensazione di dover andare a fare il pieno alla sua macchina. Arrivata al distributore, incontrò una donna anziana che aveva difficoltà a respirare con una grossa bombola d’ossigeno. In seguito, Rebekah diede alla donna la macchina per l’ossigeno portatile di sua madre. Questa sorella, con gratitudine, le disse: “Mi hai ridato la mia libertà”. Le cose cooperano per il bene, quando ministriamo come farebbe Gesù Cristo.

Un padre che aveva come collega ministrante il figlio, che deteneva l’ufficio di insegnante, ha spiegato: “Ministrare è quando da vicini che portano dei biscotti diventiamo amici fidati, primi soccorritori spirituali”. L’appartenenza all’alleanza in Gesù Cristo conforta, collega e consacra.

Anche nella tragedia, la preparazione spirituale può ricordarci che il Padre Celeste sapeva quando ci sentivamo più vulnerabili e soli. Per esempio, una famiglia il cui figlio è stato portato all’ospedale, in seguito ha trovato conforto nel ricordare che lo Spirito Santo aveva suggerito in anticipo cosa aspettarsi.

A volte la più grande realtà eterna che il Signore ci permette di percepire include la famiglia al di là del velo. Una sorella ha trovato la gioia nella conversione al vangelo restaurato di Gesù Cristo. Eppure due traumi avevano segnato profondamente la sua vita: vedere un incidente in barca e perdere tragicamente la madre, che si era tolta la vita.

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Questa sorella ha superato la sua paura ed è stata battezzata.

Eppure questa sorella è riuscita a superare la paura dell’acqua abbastanza da essere battezzata per immersione. E, in quello che è diventato un giorno veramente felice, ha potuto vedere una persona farsi battezzare per procura nel tempio per sua madre deceduta. “Il battesimo al tempio ha guarito mia madre e liberato me”, ha detto la sorella. “È stata la prima volta, dalla morte di mia madre, che ho provato pace”.

I nostri inni sacri fanno eco alla Sua rassicurazione che tutte le cose possono cooperare per il nostro bene.

Anima mia, confida nel Signor

come già un dì, al fianco tuo Lo avrai.

Se speri in Lui sicur sarà il tuo passo,

a ogni mister risposta troverai.20

Santi, venite senza alcun timor,

lieto è il cammin.

Anche se duro è questo nostro errar,

verso il ciel noi andrem. […]

E se la morte ci cogliesse un dì […]

tutto ben, tutto ben!21

Il Libro di Mormon è una prova, che possiamo tenere in mano, che Gesù è il Cristo e che Dio adempie le Sue profezie. Scritto da profeti ispirati che videro i nostri giorni, il Libro di Mormon inizia con un vero dramma: una famiglia che affronta profonde differenze. Eppure, studiando e meditando da 1 Nefi 1 a Moroni 10, veniamo attirati a Gesù Cristo con una ferma testimonianza che ciò che accadde lì allora può benedirci qui adesso.

Mentre il Signore, tramite il Suo profeta vivente, porta sempre più case del Signore più vicino in più luoghi, le benedizioni del tempio cooperano per il nostro bene. Veniamo a Dio, nostro Padre, e a Gesù Cristo mediante le alleanze e le ordinanze, ottenendo una prospettiva eterna sulla mortalità. Una per una, nome per nome, offriamo ai nostri amati familiari — antenati — sacre ordinanze e benedizioni dell’alleanza secondo lo schema del Signore relativo ai liberatori sul monte Sion.22

Ora che i templi sono sempre più vicini a noi in molti luoghi, un sacrificio del tempio che possiamo offrire è quello di cercare la santità nella casa del Signore più spesso. Per molti anni abbiamo risparmiato, fatto piani e sacrifici per andare al tempio. Ora, se le circostanze lo permettono, fate in modo di venire ancora più spesso al Signore nella Sua santa casa. Lasciate che il culto e il servizio resi nel tempio con regolarità benedicano, proteggano e ispirino voi e la vostra famiglia — quella che avete o quella che avrete e diventerete un giorno.

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Una nonna fuori dal tempio.

Inoltre, se le circostanze lo permettono, pensate alla benedizione di avere abiti del tempio vostri.23 La nonna di una famiglia umile ha detto che la cosa che voleva di più al mondo era avere abiti del tempio propri. Suo nipote ha detto: “La nonna ha sussurrato: ‘Servirò con abiti del tempio miei e, quando morirò, verrò sepolta indossandoli’”. E, quando è arrivato il momento, è stato così.

Come insegna il presidente Russell M. Nelson: “Tutto ciò in cui crediamo e ogni promessa che Dio ha fatto al Suo popolo dell’alleanza confluiscono nel tempio”24.

Nel tempo e nell’eternità, lo scopo della Creazione e la natura di Dio stesso sono riunire ogni cosa per il nostro bene.

Questo è lo scopo eterno del Signore. È la Sua prospettiva eterna. È la Sua promessa eterna.

Quando la vita è complicata e lo scopo non è chiaro, quando volete vivere meglio, ma non sapete come, vi prego, venite a Dio, nostro Padre, e a Gesù Cristo. Abbiate fiducia nel fatto che Essi vivono, vi amano e vogliono che tutto sia per il vostro bene. Rendo testimonianza che è così, all’infinito e in eterno. Nel sacro e santo nome di Gesù Cristo. Amen.

Note

  1. Vedere Giovanni 16:33.

  2. Romani 8:28.

  3. Dottrina e Alleanze 90:24. La famosa espressione “Va tutto bene” spesso implica che le cose vanno bene e sono in ordine, senza necessariamente voler dire che sono effettivamente per il nostro bene.

  4. Vedere Mosè 1:3.

  5. Vedere Alma 7:11.

  6. Vedere 2 Nefi 9:10–12. Dio rispetta l’arbitrio morale, a volte permettendo anche che gli atti malvagi degli altri abbiano un effetto su di noi. Ma se siamo disposti a fare tutto ciò che possiamo, la grazia di Gesù Cristo e il Suo potere capacitante ed espiatorio possono purificarci, guarirci, legarci, riconciliarci con noi stessi e con gli altri, da entrambi i lati del velo.

  7. Vedere Moroni 7:6, 10–12. Il professor Terry Warner scrive in modo perspicace su questo argomento.

  8. Vedere Romani 3:10; Moroni 10:25.

  9. Vedere Moroni 10:32.

  10. Vedere Dottrina e Alleanze 122:4, 7.

  11. Impariamo grazie alle esperienze che non avremmo mai scelto. A volte, portare i fardelli con l’aiuto del Signore può accrescere la nostra capacità di portare quei fardelli; Mosia 24:10–15 illustra la promessa del Signore di visitare il Suo popolo “nelle loro afflizioni” e di “[fortificarli] cosicché potessero portare agevolmente i loro fardelli”. Alma 33:23 insegna che i nostri “fardelli [possono essere] leggeri, tramite la gioia in suo Figlio”. Mosia 18:8 ci ricorda che se siamo “disposti a portare i fardelli gli uni degli altri”, questi possono “essere leggeri”.

  12. Il profeta Isaia parla del Messia: “Lo spirito del Signore, dell’Eterno, è su di me, perché l’Eterno mi ha unto per recare una buona novella agli umili; mi ha inviato per fasciare quelli che hanno il cuore spezzato, […] per consolare tutti quelli che fanno cordoglio; per mettere, per dare a quelli che fanno cordoglio in Sion, un diadema in vece di cenere, l’olio della gioia in vece di lutto, il manto della lode in vece di uno spirito abbattuto” (Isaia 61:1–3). Allo stesso modo il salmista offre la promessa prospettiva del Signore: “La sera alberga da noi il pianto; ma la mattina viene il giubilo” (Salmi 30:5). Questo comprende le gloriose promesse alle persone rette nel mattino della Prima Risurrezione.

  13. Dottrina e Alleanze 122:4. Credere che le afflizioni riguardino quello che nell’eternità è solo “un breve momento” non vuol dire minimizzare o ritenere meno dolorose o difficili le pene o le sofferenze lancinanti che potremmo provare giorno dopo giorno in questa vita, le insopportabili notti insonni o le strazianti incertezze di ogni nuovo giorno. Forse la promessa di poter guardare indietro e vedere la nostra sofferenza terrena alla luce della compassione di Dio e di una visione eterna aggiunge una prospettiva alla nostra comprensione della mortalità e alla nostra speranza di perseverare con fede e fiducia in Lui fino alla fine. Inoltre, se abbiamo occhi per vedere, vediamo che c’è spesso del bene nel presente; non dobbiamo necessariamente aspettare un tempo futuro per notarlo.

  14. Vedere 2 Nefi 2:2.

  15. Vedere Matteo 7:9–10. Lasciar prevalere Dio nella nostra vita non è accettare passivamente quello che ci succede. È credere attivamente che il Padre Celeste e il nostro Salvatore, Gesù Cristo, vogliono solo e sempre il meglio per noi. Quando succedono le tragedie, possiamo chiederci con fede non “Perché a me?”, ma “Cosa posso imparare?”. E possiamo piangere con un cuore spezzato e uno spirito contrito sapendo che, a Suo tempo e modo, benedizioni e opportunità giungeranno a compensazione.

  16. Abbiamo fatto alleanza di piangere con quelli che piangono e confortare quelli che hanno bisogno di conforto (vedere Mosia 18:9).

  17. Giobbe 1:21.

  18. Vedere Dottrina e Alleanze 115:6.

  19. La fede nell’affrontare le difficoltà è l’opposto dell’angoscia e della disperazione esistenziale descritte dal Libro di Mormon riguardo a coloro che “maledicevano Dio e desideravano morire” ma che “nondimeno avrebbero lottato con la spada per la loro vita” (Mormon 2:14).

  20. “Anima mia”, Inni, 72.

  21. “Santi, venite”, Inni, 21. Riflettete anche su:

    Iddio ebbe carità, saggezza ed amor […]

    disegno redentor,

    Giustizia e amore in armonia

    con la mercè del ciel.

    (“Iddio ebbe carità”, Inni, 105).

    Tra le incertezze della vita, noi sappiamo che il “disegno redentor” riunirà la giustizia, l’amore e la misericordia per il nostro bene.

  22. Vedere Abdia 1:21. Il profeta Joseph Smith ha insegnato: “Ma come possono essi [i santi degli ultimi giorni] diventare liberatori sul monte Sion? Edificando i templi, erigendo i fonti battesimali e adoperandosi per ricevere tutte le ordinanze […] in favore dei loro progenitori che sono morti” (Insegnamenti dei presidenti della Chiesa – Joseph Smith [2007], 484).

  23. I membri che vanno al tempio per la prima volta possono acquistare gli indumenti del tempio con uno sconto significativo.

  24. Russell M. Nelson, “Il tempio e le vostre fondamenta spirituali”, Liahona, novembre 2021, 94.