2003
Parole di Gesù: Risurrezione e ascensione
Agosto 2003


Parole di Gesù: Risurrezione e ascensione

«Mi sarete testimoni… fino all’estremità della terra» (Atti 1:8).

Nel rimuovere Gesù dalla croce e prepararLo amorevolmente per il seppellimento secondo i costumi ebraici, i Suoi discepoli vollero proteggere il Suo corpo da ogni danno. Avvolsero il corpo nel lino fresco e collocarono una grossa pietra per sigillare l’entrata alla tomba (vedere Matteo 27:57-60). Tre giorni più tardi Gesù risorse vittorioso sulla morte dalla tomba. Per i quaranta giorni che seguirono Gesù istruì e ammaestrò i Suoi discepoli riguardo a quella che deve essere stata un’esperienza intensa e possente, preparandoli per la Sua ascesa nei cieli.

Le parole del Signore nel corso di questi quaranta giorni ci forniscono una mappa straordinaria per rivolgere lo sguardo al Suo sicuro ritorno trionfale sulla terra. Il Signore diede almeno tre messaggi altamente significativi ai Suoi discepoli in Gerusalemme: (1) la Sua risurrezione era vera e tutti sono eredi di tale meraviglioso dono; (2) la Sua espiazione era completa, ma c’erano dei requisiti perché noi potessimo godere a pieno di questa benedizione; e (3) i Suoi discepoli erano incaricati di portare il messaggio del Suo vangelo nel mondo.

La veridicità della Risurrezione

Sia al credente che all’incredulo, la prova nel mattino del terzo giorno fu lampante. La pietra era stata spostata. Il Cristo morto non si trovava più nella tomba. Tuttavia, nonostante questa prova, il Signore decise di confermare la Sua risurrezione con numerose visite gloriose. La prima fu a Maria Maddalena, la quale piangeva fuori dalla tomba. Due angeli le apparvero e chiesero: «Donna, perché piangi? Ella disse loro: perché han tolto il mio Signore, e non so dove l’abbiano posto.

Detto questo, si voltò indietro, e vide Gesù in piedi; ma non sapeva che era Gesù.

Gesù le disse: Donna, perché piangi? Chi cerchi? Ella, persando che fosse l’ortolano, gli disse: Signore, se tu l’hai portato via, dimmi dove l’hai posto, e io lo prenderò.

Gesù le disse: Maria! Ella rivoltasi, gli disse in ebraico: Rabbuni! Che vuol dire: Maestro!» (Giovanni 20:13-16).

Nell’esperienza di Maria Maddalena con il Signore risorto vi è una grande lezione. Impariamo che se noi Lo cerchiamo realmente, se veramente Lo vogliamo conoscere, Lo troveremo e Lo conosceremo come Egli è realmente. Maria era diventata un discepolo attraverso la conversione e aveva seguito fedelmente il Salvatore fino alla Sua morte. Tramite esperienza personale, seppe poi che Egli era vivo.

Dopo questa conferma della risurrezione di Cristo, altre seguirono. Il Signore risorto camminò con due discepoli sulla via di Emmaus. Parlarono delle notizie diffuse di angeli apparsi e del corpo scomparso del Salvatore. «Non bisognava egli che il Cristo soffrisse queste cose ed entrasse quindi nella sua gloria?» Chiese Egli ai due discepoli. «E cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture le cose che lo concernevano» e che concernevano la Sua risurrezione (Luca 24:26-27). Il Salvatore apparve poi a Simon Pietro e in seguito agli undici apostoli e ad altri. «Pace a voi!», Egli disse. «Guardate le mie mani ed i miei piedi, perché son ben io; palpatemi e guardate; perché uno spirito non ha carne e ossa come vedete che ho io» (Luca 24:36, 39).

Sebbene tutte queste conferme della Sua risurrezione hanno grande valore, forse la più significativa è l’apparizione del Salvatore a Toma e ad altri otto giorni più tardi. Toma aveva dubitato che Gesù fosse il Signore risorto. «Porgi qua il dito, e vedi le mie mani», lo invitò Gesù, «e porgi la mano e mettila nel mio costato; e non essere incredulo, ma credente. Toma gli rispose e disse: Signor mio e Dio mio!» (Giovanni 20:27–28). Con questa conferma, a Toma fu anche dato il mite ma chiaro rimprovero: «Perché m’hai veduto, tu hai creduto: beati quelli che non han veduto, e hanno creduto!» (versetto 29).

L’esperienza di Toma racchiude un particolare messaggio per noi. Se vogliamo conoscere cose sacre e godere di tutte le ricche benedizioni connesse con tali sacre esperienze, la nostra fede deve essere più forte della nostra curiosità.

Seguirono altre importanti conferme della risurrezione del Signore, incluse la Sua apparizione, i suoi insegnamenti e il pasto consumato con sette dei Suoi discepoli sulle rive della Galilea. «M’ami tu?», fu la sua domanda a Pietro (vedere Giovanni 21:15–17). «Tu, seguimi» (Giovanni 21:22), fu il Suo ordine. Al tempo della Sua ascensione, non vi erano più increduli della Sua immortalità tra i Suoi fedeli discepoli.

La Sua espiazione completata

Il Salvatore era desideroso di aiutare i Suoi discepoli a capire che mentre la risurrezione sarebbe stata estesa a tutti i figlioli del Padre celeste, c’era una differenza tra diventare immortali ed ereditare la vita eterna. In Giovanni 14, il Salvatore gli aveva già spiegato la differenza:

«Nella casa del Padre mio ci son molte dimore;1se no, ve l’avrei detto; io vo a prepararvi un luogo…

e quando sarò andato e v’avrò preparato un luogo, tornerò, e v’accoglierò presso di me, affinché dove son io, siate anche voi;

e del dove io vo sapete anche la via.

Toma gli disse: Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo saper la via?

Gesù gli disse: Io son la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me» (versetti 2–6).

La domanda di Toma (vedere Giovanni 20:25) pervade ancora i cuori di molti figli del nostro Padre e la risposta del Salvatore rimane a oggi l’unica: Nessun figlio o figlia del nostro Padre celeste può far ritorno a casa da Lui senza prendere parte all’espiazione di Cristo. Quando il Signore risorto istruì i discepoli in Galilea, precisò il motivo per cui tutto il mondo deve udire il Vangelo: «Chi avrà creduto e sarà stato battezzato, sarà salvato» (Marco 16:16).

Matteo riporta ulteriormente le parole del Salvatore in questa occasione:

«Andate dunque, ammaestrate tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figliuolo e dello Spirito Santo,

insegnando loro d’osservare tutte quante le cose che v’ho comandate» (Matteo 28:19-20).

Dobbiamo dunque dedurre che prendere parte all’espiazione di Cristo per il peccato ha delle condizioni; implica che noi siamo battezzati, che accettiamo il Suo volere e viviamo i Suoi comandamenti. Dal Nuovo Testamento apprendiamo che il Suo volere comincia con una fede vivente in Gesù Cristo come Redentore del mondo.

Questo tipo di fede ci porta all’alleanza del battesimo, in cui prendiamo su di noi il Suo nome e promettiamo di osservare i comandamenti. Seguono altre alleanze. Impariamo, come provato dai Suoi primi discepoli, che la nostra vita deve essere coerente con le nostre alleanze. Soltanto allora riceveremo quella quieta sicurezza dallo Spirito Santo che possiamo beneficiare dell’espiazione del Salvatore. «Giovanni battezzò sì con acqua, ma voi sarete battezzati con lo Spirito Santo», Gesù disse ai Suoi discepoli (Atti 1:5). Alla fine tutte le ordinanze devono essere convalidate dal Santo Spirito di Promessa (vedere DeA 132:7). È soltanto una volta che l’espiazione del Signore viene applicata a noi individualmente che diventiamo liberi dai peccati e degni di entrare alla presenza del nostro Padre nei cieli.

Portare il messaggio del Vangelo nel mondo

Sulle rive della Galilea e sul Monte degli Ulivi, il Salvatore diede il compito o la chiamata ai Suoi Apostoli (e ad altri che essi avrebbero chiamati) di portare il messaggio della risurrezione e redenzione al mondo. Dapprima il Signore presentò il compito con un’inchiesta, facendo riferimento al pasto che aveva offerto ai discepoli: «Gesù disse a Simon Pietro: Simon di Giovanni, m’ami tu più di questi? Ei gli rispose: Sì, Signore, tu sai che io t’amo. Gesù gli disse: Pasci i miei agnelli» (Giovanni 21:15). Gesù chiese di nuovo e ricevette una risposta simile. Poi domandò: «per la terza volta: Simon di Giovanni, m’ami tu? Pietro fu attristato ch’ei gli avesse detto per la terza volta: M’ami tu? E gli rispose: Signore tu sai ogni cosa; tu conosci che io t’amo. Gesù gli disse: Pastura le mie pecorelle» (versetto 17).

Questi primi discepoli dovettero prendere una decisione impegnativa. Possono il pesce o il pane, o altri beni terrestri avere la priorità su aspetti del cuore e dell’anima che sono richiesti per coloro che cercano la vita eterna? Se essi avessero permesso alle cose del mondo di occupare il primo posto, sarebbe stato difficile portare a termine un compito molto più gravoso, ovvero insegnare ai figlioli del Padre celeste in tutto il mondo, il nutrimento spirituale delle Sue pecorelle.

Poi, proprio prima della Sua ascensione nei cieli, il Signore ripetè la chiamata: «mi sarete testimoni in Gerusalemme, in tutta la Giudea, la Samaria, e tutte le estremità della terra» (Atti 1:8).

Come membri della Chiesa e discepoli di Cristo, dobbiamo oggi imparare ad affrontare le difficoltà. In un’epoca in cui i profeti di Dio hanno chiamato tutti i fedeli a essere missionari per il prossimo, per i familiari, e per coloro in terre lontane, sceglieremo di pascere le pecore del Salvatore, o opteremo per il ruolo buono ma minore? Il crescente numero di giovani uomini, giovani donne e coppie preparati, impegnati in una missione a tempo pieno, sono una testimonianza rasserenante che ci sono molte persone che capiscono e sentono la chiamata a servire. I molti fedeli che rimangono in patria stanno gradualmente aggiungendosi alle schiere di coloro che capiscono che insegnare il Vangelo in patria è altrettanto importante che all’estero. Stiamo imparando che i discepoli di Cristo cercano continuamente i modi di condividere questo grandioso messaggio.

Preparandoci per quel giorno futuro in cui il Salvatore ritornerà per regnare come Re dei re e Signore dei signori, questi insegnamenti particolari richiedono la priorità. Studiando il Nuovo Testamento e pregando per ricevere luce e saggezza, saremo rassicurati riguardo alle nostre origini divine. Proveremo grande gioia nella veridicità della risurrezione, della redenzione ed esaltazione attraverso il Signore Gesù Cristo. Cercheremo di portare il messaggio a tutti, cosicché la nostra e la loro gioia possa essere completa e per poter condividere la vita eterna tramite il Signore Gesù Cristo.

Nota

  1. Vedere Insegnamenti del profeta Joseph Smith, a cura di Joseph Fielding Smith, (1976), 331.