Un sorriso di accettazione

Una sera il nostro rione ha tenuto un’attività per la quale avevamo trascorso ore a prepararci. Dopo l’attività un giovane simpatizzante mi ha salutato, ma pochi minuti dopo è tornato e ha chiesto: “Vescovo, quando devo tornare?”. Gli ho detto domenica e il ragazzo ha detto velocemente: “No, non c’è un’altra attività?”. Si era divertito così tanto con i giovani del nostro rione che voleva ritornare.

Ho anche conversato con una coppia in visita che aveva partecipato all’attività e ho chiesto ai due cosa avevano pensato. Il marito ha detto: “Dal momento in cui siamo arrivati, abbiamo sentito pace e tranquillità”, sua moglie ha confermato con un cenno del capo. Questa affermazione mi ha sorpreso, perché quando erano arrivati c’erano molte persone che parlavano e facevano chiasso. Ma il marito ha continuato e, guardandomi, mi ha chiesto: “Quello è lo Spirito Santo, giusto?”. Sorpreso, sono riuscito solo dire di sì.

C’era stato molto da fare per prepararsi a questa attività, così quella sera, quando tutto è finito, l’unica cosa che volevo era andare a casa e andare a letto. A causa della stanchezza, non ero stato in grado di pensare alle conversazioni con i simpatizzanti. Quando sono rientrato a casa, ho detto le mie preghiere e sono andato a letto, ma non riuscivo a dormire; nella mia mente immaginavo il Signore che sorrideva. Era un sorriso di accettazione. In quel momento ho iniziato a ricordare le cose meravigliose che erano accadute durante l’attività.

Ho capito che la diligenza e l’amore dei membri del rione avevano fatto sì che il cuore di quei tre simpatizzanti fosse toccato. Ho capito che il sorriso dell’accettazione era per quello che stavamo facendo. Non riuscivo a non piangere e mi sentivo così grato per il dono che il Signore ci aveva dato. Ci aveva dato un sorriso di accettazione. Attesto che le parole del Signore sono vere; che quando portiamo anche solo un’anima a Lui, grande sarà la nostra gioia nel regno del Padre (vedere DeA 18:15).