Manuali e chiamate
Metti in pratica quello che insegni


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Metti in pratica quello che insegni

Parlando a un gruppo di insegnanti di religione, il presidente Spencer W. Kimball dette loro questo ammonimento: «Farete tutto quello che insegnate ai vostri studenti a fare: digiunare, portare testimonianza, pagare la decima, partecipare a tutte le riunioni prescritte, andare al tempio a tempo debito, osservare la santità della domenica, servire volentieri nella Chiesa, tenere la serata familiare e la preghiera familiare, pagare tutti i vostri debiti ed essere onesti e integri» (Men of Example [discorso tenuto agli insegnanti di religione il 12 settembre 1975], 7).

L’esempio personale è uno dei più efficaci strumenti per insegnare che hai a disposizione. Quando siamo veramente convertiti, tutti i nostri pensieri e motivi sono guidati dai principi del Vangelo. Portiamo testimonianza della verità mediante tutto quello che facciamo.

L’anziano Bruce R. McConkie spiegò che la testimonianza comprende le buone azioni:

«Essere coraggiosi nella testimonianza di Gesù significa credere in Cristo e nel Suo Vangelo con un’incrollabile convinzione; significa conoscere la verità e la divinità dell’opera del Signore sulla terra.

Questo però non è tutto. È qualcosa di più del credere e sapere; dobbiamo essere facitori della parola e non soltanto ascoltatori; è qualcosa di più che obbedire soltanto a parole; non è una semplice confessione fatta a voce della divinità del Salvatore. Significa piuttosto obbedienza, fedeltà e rettitu- dine personale» (La Stella, maggio 1975, 39).

L’influenza dell’esempio

La nostra condotta può influire positivamente sull’atteggiamento dei nostri allievi. Il presidente Thomas S. Monson ha raccontato il seguente episodio:

«Ai funerali di una apprezzata Autorità generale, H. Verlan Andersen, uno dei suoi figli rivolse un omaggio alla memoria del padre parlando di un fatto che riguarda tutti noi, ovunque siamo e qualsiasi cosa stiamo facendo …

Il figlio dell’anziano Andersen riferì che anni prima, un sabato sera, aveva un appuntamento con una compagna di scuola. Prese a prestito da suo padre l’auto- mobile. Mentre con le chiavi in mano stava avviandosi verso la porta, suo padre gli disse: «Domani avrò bisogno della macchina. Vedi di riempire il serbatoio di benzina prima di tornare a casa».

Il figlio dell’anziano Andersen poi raccontò che la serata era stata molto bella … Nella sua esuberanza tuttavia dimenticò la raccomandazione di suo padre di fare rifornimento di benzina prima di tornare a casa.

Spuntò il mattino della domenica.

L’anziano Andersen scoprì che il serbatoio della sua automobile era vuoto. Il figlio vide che suo padre metteva le chiavi dell’automobile sul tavolo: per la famiglia Andersen la domenica era un giorno dedicato al culto e a rendere grazie a Dio, non agli acquisti.

Il figlio dell’anziano Andersen riferì: «Vidi mio padre mettersi il cappotto, salutarci e uscire di casa per percorrere a piedi la lunga distanza che ci separava dalla cappella, per partecipare a una riunione di primo mattino». Il dovere lo chiamava. La verità non poteva essere asservita alla comodità.

Concludendo la sua commemorazione il figlio dell’anziano Andersen disse: «Nessun figlio è mai stato ammaestrato con più efficacia da suo padre di quanto lo fui io in quella occasione. Mio padre non soltanto conosceva la verità, ma la metteva in pratica» (La Stella, gennaio 1998, 21).

La nostra condotta può avere anche un’influenza negativa. Per esempio, quando il figlio di Alma, Corianton, era in missione per insegnare agli Zoramiti, abbandonò il ministero e commise gravi peccati (vedere Alma 39:3). Alma disse che molte persone erano state condotte a traviamento dalle azioni di Corianton. Egli disse al figlio: «Quale grande iniquità hai fatto cadere sugli Zoramiti; poiché, quando videro la tua condotta, non vollero credere alle mie parole» (Alma 39:11).

Il presidente Heber J. Grant disse: «Chiedo a ogni uomo e donna che occupa una posizione di responsabilità, il cui compito è quello di insegnare il vangelo di Gesù Cristo, di metterlo in pratica e di osservare i comandamenti di Dio, in modo che possano insegnarlo con l’esempio» (Gospel Standards, a cura di G. Homer Durham [1941], 72).

Se dai l’esempio facendo quello che insegni:

  • Le tue parole saranno vivificate dallo

Spirito e porteranno la tua testimonianza diritta al cuore dei tuoi allievi (vedere 2 Nefi 33:1). Il presidente Joseph Fielding Smith scrisse: «Nessun uomo o donna può insegnare con lo Spirito quello che non mette in pratica» (Church History and Modern Revelation, 2 voll. [1953], 1:184).

  • Aiuterai gli altri a capire che le parole di Cristo si possono mettere in pratica nella vita quotidiana.

  • La pace e la felicità che senti perché metti in pratica il Vangelo saranno evidenti; saranno evidenti nel tuo aspetto, nelle tue parole e nel potere della tua testimonianza.

  • I tuoi allievi si fideranno di te e saranno più pronti acredere in quello che insegni.

  • La tua testimonianza crescerà. «Se uno vuol fare la volontà [del Padre mio]», così insegnò il Salvatore, «conoscerà se questa dottrina è da Dio» (Giovanni 7:17). Forse pensi di non capire un certo principio che ti prepari a insegnare; tuttavia se lo studierai devotamente, ti sforzerai di metterlo in pratica, ti preparerai a insegnarlo e infine lo esporrai ai tuoi allievi, la tua testimonianza sarà rafforzata e approfondita.

Sforzati di mettere in pratica il Vangelo

Per insegnare il Vangelo ci vuole qualcosa di più del fare preparativi ed esposizioni. L’anziano Richard G. Scott ha dato questa spiegazione:

«Il tuo impegno a insegnare ai preziosi figli del nostro Padre in cielo richiede non soltanto le lunghe ore di lavoro che dedichi alla preparazione di ogni lezione, non soltanto le molte ore di digiuno e di preghiera necessarie per fare di te un insegnante più capace. È necessario l’impegno a vivere ogni ora in aderenza agli insegnamenti e all’esempio del Salvatore e dei Suoi servitori; l’impegno a sforzarsi continuamente di diventare persone sempre più spirituali, sempre più devote, sempre più meritevoli, per essere il veicolo tramite il quale lo Spirito del Signore può arrivare al cuore di coloro che hai l’incarico di guidare a una maggiore conoscenza dei Suoi insegnamenti» («Four Fundamentals for Those Who Teach and Inspire Youth», Old Testament Symposium Speeches, 1987, 1).

Anche se non sarai perfetto in ogni cosa, puoi fare uno sforzo per essere più perfetto nel mettere in pratica i principi che insegni. Troverai grande forza e potere nell’insegnare iprincipi del Vangelo se ti sforzerai continuamente di vivere secondo questi principi.